Capitolo 66

2.2K 74 5
                                    

Chloe

<<Scrivimi quando arrivate a casa, ok?>> chiedo a mia madre.
<<Si mamma>> rotea gli occhi ed io rido, <<dai smettila, mi preoccupo soltanto>> ridacchio.
<<Lo so ma sono in buone mani. Andrò a casa di tuo padre perciò non devi preoccuparti di niente>> mi ricorda, <<ti trasferirai li?>> chiedo curiosa, <<be' è ancora tutto da vedere. Ne abbiamo parlato ma comunque io ho ancora il lavoro laggiù a San Diego e lui qui, sai che non ho bisogno dei suoi soldi per vivere perciò devo ancora scegliere e vedere come si svolgeranno le cose anche tra te e Dylan.
Io non ti farò andare a New York da sola, sono disposta a venire con te amore>> dice lei abbassando voce per non farsi sentire da mio padre e dal mio ragazzo.
<<Lo so mamma però non voglio che rinunci alla tua vita per me. Pensa che, laggiù non sarò sola: ci sarà Richard che è sempre stato, sin dal primo momento che l'ho conosciuto, gentilissimo con me e per di più anche la sua ragazza. Abbiamo stretto un bel rapporto ed è davvero simpaticissima>> confesso.
<<Lo so Chloe ma non me la sento di lasciarti andare da sola. Io stessa non starei bene a sapere che sei in una città così grande e poi in una casa tutta tua, da sola e senza un minimo di aiuto. Sei incinta, non sei sola, hai un bambino a cui badare e hai bisogno di una stabilità e di qualcuno che ti aiuti a gestire determinate cose. Laggiù a New York sarai indaffarata dal lavoro e qualcuno si dovrà prendere cura della casa, di fare la spesa, cucinare, pulire, pagare le bollette e tutto il resto. Non puoi fare tutto da sola, ne usciresti pazza. Ti potrebbe andare bene i primi mesi, ma poi credimi che la stanchezza è tanta. Una gravidanza non è una passeggiata e bisogna essere al cento per cento sereni>> spiega lei, <<lo so mamma però...>> inizio a dire ma mi blocca, <<no amore ti prego lasciami finire. Tu lo sai che io ho sempre voluto fare di testa mia, però anche io dopo un po' ho ceduto. Mi sono resa conto dopo qualche mesetto di non farcela da sola e così ho chiesto aiuto ai nonni, che mi hanno accolta in casa proprio come fanno due genitori. Non avevano mai appoggiato la relazione con tuo padre perché, come già ti avevo spiegato anni e anni fa, le tue nonne non andavano d'accordo. Molto spesso litigavano, hanno avuto vari scontri in passato e così ha portato un legame di solo odio tra le due famiglie. Quando tuo padre se n'è andato, tua nonna lo ha odiato ancora di più però mi ha perdonato>> continua, <<sono stata troppo, e ripeto, troppo possessiva con te. Ti ho negato di essere un adolescente felice, non ti ho permesso di fare molte cose e non ti ho dato la serenità che mi ero promessa di darti. Ho pensato solo a me stessa e volevo in tutti modi che tu stessi con me. Ho sbagliato e lo so, non immagini quanto io sia pentita di questo, però ormai non posso più tornare indietro ma giuro che da ora in avanti sarò essere una madre migliore e una nonna perfetta>> finisce il suo discorso con le lacrime agli occhi.
Mia madre non è mai stata una di lacrima facile e sono contenta che si stia aprendo con me, più di quanto già non lo facesse.
<<Avete finito voi due?>> chiede mio padre sulla soglia della porta già pronto per uscire.
<<Pensaci ti prego>> insiste mia madre.
<<Va bene>> la rassicuro e poi ci salutiamo un'ultima volta.
Quando la porta si chiude mi giro verso Dylan e lo guardo storta.
<<Lo so cosa vuoi dirmi, ho esagerato a rispondere in quel modo a tua madre, sono stato un cafone e senza cuore. Però vorrei aggiungere che sono stato semplicemente sincero e chiaro su quello che voglio dal futuro>> confessa schietto mettendosi a sedere sul divano.
Io lo seguo e mi posiziono difronte a lui.
<<Si ok, ma potevi almeno evitare di dire certe cose. Infondo lei non ce l'ha con te, si preoccupa solo per me>> ammetto, <<si invece, eccome se ce l'ha con me. Non mi ha mai potuto vedere, ha sempre detto che il tuo ragazzo ideale è quel coglione del tuo ex non uno come me>> sbuffa e lancia il telefono sul divano.
<<Non offendere nessuno. Ok magari hai ragione...>> inizio a dire ma mi blocca, <<magari?>> chiede lui, <<e va bene, hai ragione, ma prima o poi gli passerà>> dico cercando di capire mia madre, <<ne dubito ma speriamo>> scrolla le spalle e si appoggia con la testa sullo schienale del divano.
Pochi instanti dopo apre gli occhi e mi afferra una mano.
<<Vieni qui piccola>>.
Mi trascina sulle sue gambe e mi bacia.
Con una mano lo spingo verso di me, posizionandola sul petto e tirando la sua camicia, mentre l'altra la nascondo tra i suoi capelli.
<<Dylan>> mi stacco dalle sue labbra ma esse sembrano calamite, infatti subito dopo ritorna a baciarmi.
<<Mh?>> mugola su quest'ultime.
<<Non possiamo>> gli ricordo.
<<Lo abbiamo fatto un sacco di volte>> mi afferra per le natiche e le stringe.
Gemo e per darmi piacere inizio a ondeggiare i fianchi.
<<Lo so però ho da mettere apposto la cucina e non so quanto...>> mi interrompe baciandomi di nuovo. Odio quando lo fa, ma adoro il modo in cui vuole prendere in mano la situazione.
Nessuno mai qui dentro mi fa finire di dire una frase a modo.
Mi posiziona sotto di lui, adagiandomi lentamente e delicatamente sul divano ed io allargo le gambe per farlo posizionare sopra di me.
<<Sei mia>> sussurra e poi inizia a mordicchiarmi il collo.
Proprio in quel momento suona il suo telefono e Dylan impreca a bassa voce.
<<Merda. Chi cazzo è a quest'ora?>>.
<<Non so, rispondi>> gli dico tranquillamente.
<<No! Ho di meglio da fare>> esclama lui.
<<Dylan!!>> lo richiamo con tanto di sapienza e alzo un sopracciglio.
<<E va bene cazzo>>.
Si alza da sopra di me e afferra il telefono.
Senza nemmeno guardare chi è, si porta il telefono all'orecchio e risponde.
<<Pronto>>.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora