Capitolo 63

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Chloe

Quando parcheggiamo la macchina nella residenza della nostra casa, prima di scendere da quest'ultima domando a Dylan una cosa.
<<Dylan scusa, è già da tempo che volevo chiederti una cosa ma tra una cose l'altra non ho mai avuto l'occasione. Ti ricordi di quella felpa nera con le fiamme disegnate sui bracci, che portavi sempre con te?>>, <<ovvio, è la mia preferita>> risponde lui, <<bene... Un mesetto fa, precisamente quando partisti per Parigi ed io mi trasferii qui, andai nel mio dormitorio per prendere tutta la mia roba e...>> mi interrompe, <<e cosa?>> chiede innervosito, <<calmati. In pratica quando arrivai lì, mi feci una doccia in dormitorio e poi portai mano a mano tutti i miei vestiti a casa tua insieme all'occorrente, solo che... Credo di aver lasciato la tua felpa nell'armadio>> confesso sperando che non si arrabbi.
Senza nemmeno replicare Dylan accende subito la macchina e fa retromarcia.
<<Dylan ma che cosa stai facendo?>> chiedo, <<adesso andremo al dormitorio e me la restituirai>> confessa uscendo dal cancello di casa, <<sul serio stai andando in dormitorio per una felpa?>> chiedo divertita, <<si>> risponde ed io sospiro.
Poco dopo arriviamo nel parcheggio del college e insieme ci dirigiamo dentro il dormitorio femminile.
<<Comunque io sono dell'idea che prima o poi ti prenderai una bella sgridata da qualcuno. Non puoi entrare e uscire quando ti pare in un dormitorio femminile>> confesso prendendo dalla tasca dei miei jeans la chiave per aprire la porta.
<<Se credi che una sgridata possa farmi dimenticare questo posto, te lo puoi completamente scordare>> confessa lui, <<e poi comunque non ti preoccupare, non devo più metterci piede qui dentro perché posso benissimo scoparti casa nostra>> dice con voce sensuale.
<<Cretino>> gli tiro una gomitata e lui ride.
Una risata che porta a far ridere anche me.
Non appena entro dentro la mia vecchia stanza del dormitorio, trovo mia madre e mio padre su quello che un tempo era il mio letto.
Quest'ultima è sopra di lui, ha addosso solo i pantaloni e il reggiseno. La sua maglietta bianca è rivolto a terra e mio padre è a petto nudo con solo i pantaloni.
<<Ma che cazzo>> dico e mia madre si alza di scatto a sedere sopra mio padre.
Quando mi vede sbianca e lo stesso fa l'uomo sotto di lei. 
<<Chloe!>> sibila con gli occhi aperti.
Quest'ultima si copre il seno con le mani e subito afferra la sua maglietta bianca.
Mio padre invece si alza a sedere e anche lui si infila subito la camicia.
<<Che ci fai qui? Mi sbaglio o questo non è più il tuo dormitorio? Perché hai ancora la chiave e che cosa ci fate voi qui?>> chiede mio padre con tono brusco, <<semmai che diavolo ci fate voi qui. Mamma tu non dovresti essere a San Diego?>> dico rivolgendomi a lei.
La donna difronte a me non sembra trovare le parole adatte per spiegare tutta questa situazione.
Improvvisamente il ricordo di me e Dylan sopra quel letto e degli occhi di mia madre quando ci ha scoperti, mi ritorna in mente.
<<Chloe non è come sembra, ti possiamo spiegare...>> inizia a dire la donna che mi ha messa al mondo.
<<Non iniziare con questa frase. Ne ho le scatole piene di sentirla, tra tutti quanti non fate altro che cercare scuse... Tu lo sapevi?>> chiedo girandomi verso il mio ragazzo.
<<Cosa? No!! Cosa vuoi che ne sappia io di chi si scopa tua madre e tuo padre>> si affretta a dire Dylan.
<<Dylan!!>> dicono all'unisono i miei genitori e quest'ultimo si scusa.
Non ci posso credere. Mio padre e mia madre insieme, nello stesso letto e mezzo nudi.
Può significare solo due cose: o mia madre e mio padre sono ritornati insieme, oppure che quest'ultima sta facendo l'amante di mio padre.
Tra le due la più corretta sarebbe la prima, ma ciò non toglie che me l'hanno tenuto nascosto.
<<Da quanto tempo?>> chiedo a denti stretti, <<circa un mese>> risponde mio padre, <<e lei lo sa?>> chiedo riferendomi ad Elizabeth, <<si>> confessa e subito mi calmo.
Proprio in quel momento mi sento afferrare da dietro e quando mi giro vedo che Dylan ha già preso, senza far rumore, la sua felpa dall'armadio.
<<Lasciamoli soli>> mi sussurra all'orecchio, <<si, è meglio>> dico guardando quest'ultimi un'ultima volta e poi esco.
Dylan aspetta un po' e rimane in stanza con i miei genitori, ma poco dopo esce e insieme ci dirigiamo verso la macchina.
Quando entriamo dentro, incrocio le braccia al petto e inizio a guardare fuori dal finestrino.
<<Sei arrabbiata?>> chiede lui, <<si, ma non con te>> confesso irritata, <<be' vorrei anche vedere>> dice lui ridacchiando per sdrammatizzare la situazione.
Vedendo che non rido ritorna subito serio e a quel punto capisce che sono di pochi discorsi. Mentre torniamo a casa mi guarda con la coda dell'occhio ogni tanto ma, pur dandomi fastidio, non glielo faccio notare e me ne resto zitta.
Quando rientriamo in casa mi svesto e Dylan fa lo stesso.
<<Per quanto ancora intenzione di tenere il muso?>> chiede lui sistemandosi la maglia nera che poco prima si era stropicciata sotto il giubbotto.
<<Non ci posso credere che quei due abbiano... Insomma che stavano, diamine Dylan... Nel mio letto! Ma ti rendi conto, stavano per farlo nel mio letto e se fossimo arrivati qualche minuto più tardi non immagino l'imbarazzo che...>> le sue mani calde mi accarezzano delicatamente entrambe le guance ed io mi immobilizzo da quel gesto, rimanendone incantata.
<<Sul serio vuoi pensare a loro? Vuoi davvero farti rovinare la giornata più bella della tua vita, o perlomeno una delle più belle?
Chloe oggi ti hanno confermato che sei incinta e per di più hai visto per la prima volta il nostro bambino. Perché ti vuoi far rovinare una giornata così bella per una cosa che ti dovrebbe rendere altrettanto felice, cioè quella di rivedere i tuoi genitori insieme>> ammette lui.
Tutto quello che dice ha un senso, ma sono molto delusa dal comportamento dei miei genitori.
Insomma... Perché tenermelo nascosto?
Ormai sembra che nessuno si fidi di me.
Le continue bugie ricevute da Dylan in passato, la scoperta tardiva della relazione tra Lea e Carol e adesso loro.
Perché nessuno mi dice le cose come stanno proprio nel momento in cui accadono.
Sono io forse il problema? Non rispecchio una persona sincera e affidabile per gli altri? 
<<Allora?>> chiede Dylan aspettando una mia risposta.
<<Come fai ad avere sempre una soluzione a tutto?>> chiede, <<non eri tu quella che ne aveva sempre una pronta?>> scherza lui ridendo sulle mie labbra, <<a quanto pare ti ho contagiato, perché mi stai facendo passare l'irritazione che mi hanno causato quei due>> mormoro su quest'ultime e lui in risposta mi bacia.
<<Felice di farlo allora>> sussurra.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora