Capitolo 31

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Chloe

<<Buongiorno>> dico non appena varco la soglia della porta di cucina.
Dylan è girato di spalle e quando sente la mia voce, si gira e mi sorride debolmente.
Ha un'aria strana, non è sereno e glielo si legge negli occhi.
<<Buongiorno>> sibila quasi a bassa voce. Mentre lo abbraccio da dietro, appoggio la mia faccia sulla sua schiena e lui inclina la testa da un lato per guardarmi. Gli lascio dei piccoli baci sul collo fino ad arrivare alla sua guancia.
<<Che succede?>> chiedo guardandolo, <<nulla, perché me lo chiedi?>> chiede lui girandosi completamente verso di me per guardarmi. Si appoggia sui fornelli, facendo attenzione a non rovesciare la macchinetta del caffè. Mentre allarga le gambe, mi posiziono con il busto in mezzo a lui e le sue mani vanno a finire sul mio fondoschiena.
<<Puoi mentire a tutti, ma non a me. Che succede?>> chiedo accarezzandogli una guancia, <<è mia madre il problema>> confessa sbuffando, <<che ha fatto?>> domando subito dopo, <<non ha fatto niente ed è proprio qui che sorge ogni dubbio>> sbotta.
La sua mancanza si sente, manca anche a me e capisco come si possa sentire, in parte ovviamente.
<<Aveva detto che ogni fine settimana ci saremo visti, che saremo stati insieme e che sarebbe venuta qua>> spiega, <<e invece non ha fatto nulla di tutto questo. È da giorni che non si fa sentire e mi irrita questa cosa>> aggiunge.
<<Dylan... È lì solo da una settimana, gli sarà mancata un sacco quella città e magari ha preferito recuperare il tempo perso. Renditi conto che, nonostante le nostre madri siano abbastanza giovani rispetto magari ad altre, hanno pur sempre una certa età. Dopo un po' una persona ha bisogno di una stabilità, di un punto di riferimento e di un equilibrio nella sua vita. Non possiamo sempre viaggiare per il mondo, andare da una parte all'altra e comportarci come se fossimo liberi. Le esigenze di una persona cambiano e la stanchezza inizia a farsi sentire. Non pensare che tua madre ti abbia detto quelle parole solo per farti stare buono, sicuramente l'avrà fatto perché avrà intenzione di venirti a trovare molto spesso, ma vedrai che non appena si stabilirà laggiù: potrà finalmente iniziare a venire più frequentemente>> gli spiego, <<e poi non dimentichiamoci che Parigi è in un altro continente, non è dietro l'angolo. Ci sono ore e ore di volo che comportano ad un sacco di stress e di stanchezza, perciò non avercela con lei e non essere arrabbiato. Non farti rovinare una domenica per così poco. So che ti manca, e lo sai che ti capisco perché anche io ci sono passata con mia madre quando mi ha lasciato in questo college. Però...>> mi blocca, <<però devo crescere. Lo so già grazie>> dice abbassando la testa. Si alza in piedi e poi si va a sedere su una sedia situata difronte al bancone che si trova al centro della cucina.
<<Non si tratta di crescere, un genitore ti può mancare sempre. Però devi cercare di pensare diversamente, la rivedrai e questo lo sappiamo tutti. Cosa c'è che non va Dylan...?>> chiedo intuendo che c'è ben altro dietro tutta questa storia. Lui alza di scatto lo sguardo su di me, mi guarda dritto negli occhi e poi sospira.
<<Aspetta qui>> dice e se ne esce dalla cucina. Pochi instanti dopo torna con dei fogli in mano. Fogli che sembrano un... Un contratto.
Me li porge ed io li afferro.
Non ci posso credere.
Si è fatto intestare la casa.
<<Dylan che cosa significa questo...?>> chiedo con voce tremante, <<sono mesi che ormai ho quel contratto nascosto nel cassetto delle mutande e, da come puoi vedere, adesso questa è casa mia>> afferma, <<e tuo padre?>> chiedo sconvolta, <<mia padre è andato a vivere da quella p... dalla sua compagna>> si corregge. Adesso capisco perché non si faceva più vivo qui dentro. Sì ok, è stato via con la compagna e sapevo che di tanto in tanto stava da lei a dormire, ma non avrei mai immaginato che avesse intestato questa villa al figlio.
Non adesso che ha solo vent'anni perlomeno..
<<E perché me lo stai facendo vedere?>> chiedo, <<speravo di riuscire a convincerti in questi mesi sulla questione di andare a convivere, ma ho fallito e quindi...>> lo interrompo, <<ci vengo>> mi lascio scappare. 
Rimane completamente sorpreso dalle mie parole, proprio come me.
Ma che cazzo ho detto?
<<Sul serio?>> chiede, <<si be'... Devo ammettere che c'ho pensato molto in questi giorni e potrei essere arrivata ad una conclusione>> rispondo, <<e quale sarebbe...?>> si alza lentamente in piedi e mi guarda speranzoso, <<vengo a vivere con te>> dico a mia volta. Sul suo viso si forma un sorriso smagliante, uno dei più belli che abbia mai visto in vita mia e poco dopo mi ritrovo le sue braccia sul mio corpo minuti. Mi stringe forte a se in un abbraccio caloroso.
<<Non ci credo!>> esclama contento, <<aspetta ma...>> si stacca da me e mi guarda, <<sei sicura?>> chiede serio, <<no>> rispondo con sincerità.
Fino a qualche giorno fa bocciavo del tutto quest'idea, e adesso mi sono ritrovata a dirgli di sì. Non sono sicura della mia decisione e questo voglio che sia chiaro, però sono arrivata alla conclusione che finché non vivrò questa esperienza sulla mia pelle, non potrò mai capire se funzionerà o meno.
<<Senti non ti voglio costringere, lo sai che non sei obbligata a farlo solo perché lo voglio io. Voglio che sia una cosa reciproca, che sia una cosa che vuoi anche tu>> afferma, <<l'ho sempre voluto e questo te l'ho ripetuto un milione di volte. Solo perché rifiutavo ogni volta la tua offerta non significa che non desiderassi venire a vivere con te, solo non mi sembra il momento giusto ecco...>> spiego, <<e adesso lo è?>> chiede a sua volta, <<non so se lo è o meno, ma te stai male e vederti così mi fa stare male anche a me. Ho paura delle complicazioni che ci saranno in futuro con i miei genitori quando verranno a scoprire questa cosa, ma pazienza. Ho sempre desiderato anche io fare questo passo, solo che ti ho già spiegato quali erano le mie paure e forse non è il momento giusto però non lo sapremo mai se non lo proviamo>> aggiungo e lui mi sorride.
Alcuni di voi sicuramente penseranno che sono incoerente, penserete che non ragiono e forse che sono troppo impulsiva.
Molto probabilmente avete ragione, ma non mi importa. Mi importa solo e soltanto di questo ragazzo, di quest'uomo di fronte a me che mi sta chiedendo gentilmente di vivere ogni giorno assieme.
<<Non te ne pentirai, fidati di me>> sussurra sopra le mie labbra, <<lo spero>> dico e mi bacia. 

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora