Capitolo 92

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Chloe

Tra viaggi, lettini, pannolini e biberon la settimana è passata molto velocemente, fin troppo direi. Dylan oggi partirà ed io non sono riuscita a chiudere occhio stanotte. Questa settimana è stata davvero stancante ma nonostante tutto ciò, non sono riuscita a dormire tranquillamente.
La camera del bambino è pronta, abbiamo comprato tutto il necessario, ovviamente non con colori definiti. Mi sono divertita in questi giorni a comprare tutto l'occorrente per mio figlio, mi è servito come fonte di distrazione sulla partenza di Dylan.
Mi sono sbizzarrita nel comprare le tutine, le magliette, i bavagli, le scarpine e la culla.
Forse ho esagerato con le spese, ma in fondo sono soldi miei, né di Dylan né di nessun altro, perciò posso fare quel che voglio. Diciamo che li ho ricavati dai lavori che ho fatto prima di venire al college. All'età di quindici anni ho iniziato a lavorare, ho fatto dei piccoli lavori di poca importanza per aiutare mia madre con le spese di casa e quello che riuscivo a risparmiare a fine mese me lo mettevo da parte. Devo ammettere che mi è servito molto perché non ricordavo di avere una somma di denaro così alta messa da parte. 
Da oggi la mia vita cambierà ed io non sono pronta ad accertare la realtà. 
<<E tu che ci fai sveglia a quest'ora?>> chiede il mio ragazzo entrando in cucina.
<<È tutta la notte che giro per casa, non sono riuscita a dormire>> confesso finendo di bere il caffè. Essendo seduta sopra la cucina, Dylan si posiziona in mezzo alle mie gambe e mi accarezza entrambi i fianchi.
<<È tutto ok?>> chiede preoccupato.
<<Si, sarà solo un po' di residuo dello stress che abbiamo passato in questi giorni>> mento.
<<Ne sei sicura?>> chiede a sua volta.
<<Si>> rispondo.
<<D'accordo>> mi lascia un bacio sulle labbra e poi mi chiede: <<Quando arriva tua madre???>>.
Mia madre dovrebbe arrivare a breve perché sarà lei ad accompagnarci fino all'aeroporto. Ieri sera è venuta a portare le sue valigie qui da noi perché ovviamente tra tre giorni partiremo da sole io e lei. Se non fossi stata incinta avrei preferito mille volte partire da sola, ma la sfortuna è sempre con me.
<<Dovrebbe arrivare a breve, tu inizia a fare colazione io invece salgo un attimo al piano di sopra per prepararmi>> confesso scendendo dalla cucina.
<<Il caffè è da scaldare oppure è già caldo?>> chiede prima che io me ne esca.
<<L'ho scaldato prima, non credo che si sia raffreddato ma comunque se lo vuoi più caldo sai come fare>> spiego e lui annuisce.
Mentre mi avvio al piano di sopra un forte mal di testa mi tormenta.
Ci mancava solo questa!
Quando entro in camera di Dylan prendo le prime cose che ho di fronte, cioè un pantalone della tuta nero e largo ed infine una maglia a maniche corte, anch'essa larga.
Sento una porta chiudersi al piano di sotto e quando scendo le scale mi trovo mia madre difronte.
<<Ei Chloe, che cos'è questa brutta cera?>> chiede mia madre preoccupata.
Quando si trova a pochi centimetri da me mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi afferra il viso con entrambe le mani.
<<Non ho dormito questa notte ma non importa, adesso andiamo o faremo tardi>> mi scosto e cerco di avviarmi verso la porta a testa bassa. Mia madre mi blocca per un braccio e Dylan dice: <<Ei ma non vedi che non sono ancora pronto, dammi almeno dieci minuti. Perché hai tutta questa fretta?>>.
Quando mi giro verso di lui noto che è solo in boxer.
<<Non vorrei che tu facessi tardi>> confesso, mentendo un'altra volta.
A dire la verità sto cercando di svagarmi, so che portarlo all'aeroporto mi metterà solo più ansia ma preferisco guardare fuori dal finestrino le case o il panorama, che stare ad aspettare qui nella nostra casa colui che tra poco se ne andrà.
<<Ho il viaggio tra più di tre ore quindi non c'è furia, ma comunque con preoccuparti vado subito a vestirmi>> spiega con un sorriso e poi sale le scale.
Sospiro quando sento chiudersi una porta al piano di sopra e mia madre mi abbraccia da dietro.
<<Che ti succede amore?>> chiede preoccupata.
<<Non ho niente, sono solamente stanca e adesso il sonno si sta facendo sentire>> ammetto.
<<Chloe...>> mia madre mi trascina sul divano e quando ci sediamo mi afferra una mano.
<<Puoi mentire a chiunque ma non a me, non sei credibile, ti conosco fin troppo bene figlia mia. So che hai qualcosa e molto probabilmente ho già capito di cosa si tratta, ma voglio che sia tu a dirmelo>> dichiara lei.
Roteo gli occhi, faccio un bel respiro e poi inizio a parlare.
<<Ecco vedi... Speravo che Dylan cambiasse idea in tutti questi mesi, speravo che sapere della gravidanza gli facesse cambiare i suoi piani. Non dico che doveva rinunciare ai suoi sogni, ma almeno provare a cambiare rotta e invece niente. Credevo che le cose cambiassero ma ho sbagliato a crederci fino a questo punto>> abbasso la testa e una lacrima mi scende sul viso.
Mia madre me l'asciuga e poco dopo dice: <<Tu lo sai come è fatto Dylan. Non è affatto un ragazzo semplice e non solo te l'ho detto un migliaio di volte io, lo hanno fatto anche i tuoi amici e sua madre. Dylan quando vuole una cosa fa di tutto per ottenerla e purtroppo come già tu sai è molto egoista, non ha un cuore d'oro come te. È inutile che io ti ripeta quello che penso di lui, si ok sto cercando di averci un bel rapporto ma solo perché vedo quanto tu tieni a lui e quanto ti rende felice, la maggior parte del tempo perlomeno. Però non devi sentirti in colpa per le scelte che hai preso Chloe, tu hai provato per qualche secondo a ipotizzare la tua vita laggiù con lui a Parigi ma lui no, ed è proprio per questo che non devi pentirti delle scelte che hai fatto>>.
<<Io mia figlia non voglio vederla così, voglio vederti sorridere come lo sei sempre stata, voglio vederti piangere solo nei momenti in cui so per certo che sono lacrime di gioia. Odio sapere che sei triste e ancora di più ora che aspetti il mio nipotino. Mi dispiace davvero tanto per te e per Dylan, ma sono sicura che le cose si aggiusteranno prima o poi. Vedrai che quando nascerà il bambino, avrà questo senso paterno e non ne potrà fare a meno>> conclude il suo discorso.
<<Come fai a saperlo? Papà se ne è andato e quando ha scoperto che ero nata non si è fatto problemi a cercarmi oppure a venire a casa nostra una volta l'anno per passare un Natale o un compleanno insieme>> ammetto agitandomi.
<<È proprio per questo che te lo sto dicendo, voi due non dovete commettere gli stessi errori che abbiamo commesso io, tuo padre, Mia e Erick. Voi due dovete dimostrare di essere persone diverse, persone migliori rispetto a noi. Non dovete commettere l'errore di mettere la famiglia al secondo posto>> replica subito dopo.
<<Eccomi>> dice Dylan scendendo al piano di sotto. Entrambe ci giriamo verso di lui e a quel punto dice: <<Ehm scusate, ho interrotto qualcosa?>>.
<<No>> mi affretto a dire per evitare di continuare quel discorso.
<<Va bene, io sono pronto quindi volendo possiamo andare>> dice Dylan prendendo una delle due valigie in mano.
<<Si andiamo>> dico subito dopo.
Mia madre bruscamente mi prende per un braccio e mi blocca: <<Pensaci>>.
Non commetterò lo stesso errore dei miei genitori ne di quelli di Dylan, questo è poco ma sicuro, ma credevo che le cose si stessero aggiustando. Pensavo che potessero prendere un'altra strada, ma adesso che non ne ho il controllo non so proprio come aggiustarle.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora