Capitolo 32

2.7K 86 6
                                    

Chloe

I giorni passano e il fine settimana è quasi alle porte. Oggi è venerdì e credo che sarà uno dei giorni più pensanti della mia vita, perché passerò tutto il pomeriggio con Dylan a preparare le sue valigie. Avendo quel piccolo problema con i vestiti che si dovrà portare dietro per questo viaggio, dovrò sicuramente ammattire, ma infondo se ci penso bene servirà a qualcosa.
Lui ancora non sa niente visto che gli sto facendo una sorpresa, ma in questa settimana mi sono messa d'accordo con sua madre ed entrambe abbiamo deciso di fargli una sorpresa. Ho comprato due biglietti andata e ritorno per Parigi, in modo che possa passare il fine settimana insieme a Mia. So quanto ha sofferto e quanto sta soffrendo tuttora per l'allontanamento dalla madre, e odio vederlo così. Segue a malapena le lezioni e non può continuare così, perché se solo continuasse su questa strada si rovinerebbe tutto il futuro. Rovinerebbe tutti i suoi piani, i nostri piani e la laurea. Non può e non possiamo permetterci una cosa del genere visto che siamo qui proprio per averla, e se ci stiamo ammazzando con gli studi è proprio per avere quel foglio in mano.
Quando ho parlato a Mia di questa mia idea era super contenta e mi ha ringraziato un'infinità di volte. Oggi glielo dirò e spero che la prenderà bene, anche se sono più che sicura che sarà così. In questa settimana siamo stati divisi, non mi sono ancora trasferita definitivamente a casa di Dylan perché preferisco farlo da sola quando lui sarà già a Parigi. Devo ancora dirlo a mia madre e non so come reagirà, ancora di più mio padre. Tendenzialmente, per quel poco che lo conosco, mi sembra un uomo alla mano e comprensivo. Non penso che mi creerà tanti problemi, al contrario di mia madre invece. Lei sicuramente si infurierà come una bestia, si arrabbierà con me e me ne dirà di tutti colori. Abbiamo fatto tantissimi sacrifici per permettermi un college di questo livello, si è spaccata la schiena giorno e notte lavorando duramente e se solo gli dicessi che voglio andare a convivere a soli diciannove anni, non so proprio come farebbe ad accettarlo.
Lei ha fatto lo stesso con mio padre, e forse è proprio per questo che mi creerà problemi. Penserà che io e Dylan siamo come loro, che finiremo prima o poi, ma sono più che sicura che non accadrà. Non siamo perfetti, nessuno lo è, abbiamo i nostri problemi e sono sicura che durante il nostro percorso ne avremo tantissimi altri, ma qualunque cosa sia la supereremo insieme.
<<Dylan ti muovi!!>> urlo dal piano di sotto, <<arrivo>> sento dire da lui.
L'ansia inizia a prevalere ogni altra emozione e mi crea uno stato di panico.
Spero che sia davvero contento e soddisfatto per questo piccolo regalo, perché renderlo felice è il mio obiettivo.
Non appena me lo ritrovo davanti, gli porgo immediatamente la busta senza proferire parola e quando l'afferra, mi sorride.
<<Che cos'è?>> chiede corrugando la fronte, <<io direi di aprirla invece di fare domande>> rispondo e lui la apre.
Quando legge la destinazione, la sua bocca si apre dallo stupore e i suoi occhi diventano lucidi. Dio, sono ancora più belli.
<<Che cosa significa questo?>> chiede alzando lo sguardo su di me, <<significa che oggi mi devi aiutare a preparare la tua valigia, perché domani mattina partirai per Parigi>> rispondo infine. Si lascia scappare una risata divertita e poi mi bacia di colpo. Non mi dà nemmeno il tempo di ribattere e di capire quello che sta succedendo, che la sua lingua viene già a contatto con la mia.
<<Ti amo>> sussurra sulle mie labbra, <<sei contento?>> chiedo, <<si, ma non dovevi. Da una parte mi sento uno stupido adesso...>> confessa, <<perché?>> domando a mia volta, <<be'... Comportandomi come ho fatto questa settimana, ripetendo continuamente quanto mi mancasse mia madre, mi sono dimostrato ridicolo. Un uomo senza palle, che non sa stare senza la sua mammina, quando invece non è così. Cioè, può sembrarlo ma non lo è. Io so stare senza mia mamma, ci sono stato per quasi tredici anni e non so quanto mi cambierebbe continuare a non starci. Però è proprio per questo che non voglio, adesso che l'ho ritrovata non voglio più lasciarla andare via e so che sto sbagliando, perché io ho la mia vita e lei alla sua, ma ho paura di perderla un'altra volta>> afferma, <<Dylan... Non sei stupido e credimi che non si tratta di essere un uomo senza palle o meno, tu sei tu. Sei Dylan Walker, il ragazzo più forte, coraggioso, testardo, stronzo e dannatamente sexy che io abbia mai conosciuto. O perlomeno, del mio mondo sicuro>> dico e lui ride divertito, <<però questo non significa che tu non abbia dei sentimenti. È normale che tu abbia paura di perderla, soprattutto dopo quello che hai passato e su questo non ci piove. Però devi stare tranquillo, perché ormai niente e nessuno potrà mai separarvi. Te l'ha detto anche lei che sei la persona più importante della sua vita e che non ti abbandonerà mai più, adesso resta a te credergli e poi è fatta>> aggiungo.
Lui mi guarda con i suoi occhi lucenti e mi sorride. Con un gesto delicato e allo stesso tempo lento, mi ravvia una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro e riposa le sue labbra sopra le mie. Il sapore di menta e di tabacco si posa sulla mia bocca e lo assaporo, continuando a succhiare la sua lingua.
<<Come fai a dire sempre la cosa giusta al momento giusto?>> chiede con il sorriso, poco dopo essersi staccato da me.
<<E tu quante volte devi ancora ripetere questa frase? Ti ho già detto che non dico mai le cose giuste al momento giusto, cerco solo di fare il mio meglio per renderti felice>> spiego, <<mi hai cambiato la vita e dico davvero>> ammette, <<anche tu, e dico davvero>> ricopio le sue stesse parole e questa cosa fa ridere entrambi. Quando riprende in mano la busta, che poco prima aveva posato sul bracciolo del divano, assume una faccia confusa e po chiede: <<Aspetta... Ma perché c'è solo un biglietto per l'andata e uno per il ritorno?>>
<<Perché? Volevi solo quello per l'andata...??>> chiedo non capendo dove voglia arrivare, <<no no, è ovvio che sarei ritornato ugualmente. Però... Mi chiedevo, tu non vieni con me?>> domanda con voce pacata, <<vorrei tanto ma non posso. Ho da sistemare un sacco di cose, tra cui dire ai miei genitori che vogliamo andare a convivere e poi comunque sono molto stanca. Sai quante ore passo sui libri per cercare di prendermi questa benedetta laurea e voglio continuare così. Sarebbe uno spreco arrendersi proprio ora che siamo a buon punto, perciò è meglio che vada solo tu. Sicuramente ci saranno altre occasioni per incontrare di nuovo tua madre, perciò non mi preoccupo di questo. E poi... Io ti ho comprato questi biglietti per andare da lei, non è né una vacanza ne nient'altro signorino, quindi si; dovrai passare del tempo con tua madre ma dovrai anche studiare>> lo avverto, <<si mamma>> dice roteando gli occhi. Gli tiro una piccola pacca su una spalla e dico: <<Smettila di chiamarmi così!>>
Entrambi scoppiamo a ridere e improvvisamente ci ritroviamo in una lotta di cuscini.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora