Capitolo 67

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Dylan

Quella voce, la più squillante e noiosa di sempre, mi rompe quasi timpani. 
<<Dylan, ma che piacere sentirti>>.
<<Che vuoi?>> mi alzo di scatto dal divano e vado difronte alla finestra.
<<Dovresti smettere di trattarmi sempre male. Non è questo l'approccio giusto da avere con una persona che dovrai sopportare quasi tutte le ore della tua giornata>> cinguetta lei.
<<Sarai anche la mia manager ma non hai il diritto di chiamarmi quando ti pare e piace. Lo sai benissimo che io non ho bisogno di te e se continui ad importunarmi, giuro che ne parlerò con Mathias>> l'avverto.
La sento ridere dall'altra parte del telefono e questo mi manda in bestia.
<<E cosa pensi che faccia lui? Di certo non si metterà a cercarti un'altra manager solo perché ti piace fare i capricci, anzi, la sai una cosa? L'unico che ci rimetterà sarai tu perché lamentandoti sarai tu a perdere il lavoro, non di certo io>> dice in tono serio Wendy.
Questa donna sarà la mia persecuzione.
<<Oh sai non credo proprio, non se scaricherò tutta la colpa su di te>> ribatto.
<<E sentiamo... Cosa gli andresti a dire? Diciamoci la verità Dylan, non hai una vera scusa per buttarmi fuori perciò io me ne starei zitta e non fiaterei. Tutti sappiamo come sei fatto, io un po' meno perché non ti conosco tanto, ma dalle voci che girano su di te a quanto pare non ti sta bene mai niente.
Non vuoi essere comandato, non ti piace avere qualcuno che ti sostenga se non quello scarto della tua ragazza...>> ringhia lei ma io la blocco, <<non parlare così di lei>> urlo inferocito. Nessuno, e ripeto, nessuno può permettersi di parlare così della donna che amo. Nessuno cazzo.
Sul riflesso del vetro vedo Chloe sobbalzare sul divano, segno che non si aspettava le mie grida. 
<<Rilassati, perderei solo tempo a parlare della tua ragazza. Ti aspetto domani mattina al bar dove lavora Belen, fatti trovare puntuale alle nove>> ordina lei.
<<E tu come cazzo fai a conoscere Belen?>> chiedo rabbioso, <<non credo siano cose che ti riguardano. Pensa piuttosto ad arrivare puntuali domani mattina, poi magari se avrò tempo e voglia te ne parlerò, altrimenti rimarrai con il dubbio mio caro>> risponde lei in tono divertito.
<<Fottiti>> ringhio e le riattacco in faccia.
Passare con lei quasi tutto il mio tempo a Parigi sarà davvero una lunga battaglia contro me stesso e contro i miei sbalzi di umore. Sicuramente me ne ritornerò a casa mia ogni sera incazzato nero perché, con il caratteraccio di quella donna, sarà davvero difficile tenere a bada il mio carattere impulsivo.
<<Dylan... È tutto ok?>> chiede Chloe.
Ero così preso dall'incazzatura che mi aveva fatto prendere Wendy, che nemmeno mi ero ricordato di non essere solo.
Lentamente mi giro nella sua direzione e la guardo. Nei suoi occhi leggo la preoccupazione e la paura di come possa reagire adesso che sono inferocito.
<<Si>> rispondo schietto e mi avvio verso le scale. Spero davvero con tutto me stesso che non inizi a fare domande perché non voglio trattarla male.
<<Dove stai andando?>> chiede inseguendomi e a quel punto mi fermo.
Come non detto!
Faccio un bel respiro per calmarmi e per evitare di rispondergli a tono.
<<Ho bisogno di andare a fare una doccia, tu vai a letto e non preoccuparti. Appena finisco ci penso io alla cucina>> l'avverto e salgo di due gradini.
<<Chi era al telefono?>> chiede preoccupata avanzando di un passo ed io mi blocco di nuovo.
<<Era Wendy>> rispondo.
Sul suo sguardo non si forma una faccia meravigliata. A quanto pare si immaginava già che quella persona potesse essere lei. 
<<E cosa voleva?>> chiede a sua volta.
<<Oltre ad innervosirmi, mi ha chiesto di vederci domani mattina>> confesso.
<<Ma è domenica!>> esclama lei.
<<Lo so, ma non preoccuparti farò presto>> ammetto senza nessuna certezza.
<<Sai almeno il perché di questa richiesta così improvvisa di vederti?>> domanda incuriosita.
<<No ed è questo che mi fa imbestialire. Io la odio, non voglio vederla. Mi urta il sistema nervoso stare affianco a lei, ma non posso farci niente. Non posso nemmeno rinviare di qualche giorno o di qualche settimana questo appuntamento, perché altrimenti resterei con la curiosità di sapere quello che vuole dirmi. Perciò credo che l'unica via libera sia quella di andare da lei domani mattina e sentire che ha da dirmi>> rispondo tranquillamente.
È con grande stupore che sto riscoprendo di avere questo lato di me, calmo e pacato, durante uno dei miei momenti in cui vorrei scatenare un putiferio.
<<Dove vi vedrete?>>.
<<Al solito bar di sempre, quello dove lavora Belen>> confesso e lei annuisce.
<<Vai a letto adesso, è stata una giornata stancante. Dovresti riposare>> le consiglio e poi salgo al piano di sopra.
Entrando in camera mia, ormai nostra, trovo già pronti sulla sedia dei vestiti puliti da mettere per stare in casa. Appena li afferro sento subito il profumo di Chloe sopra quest'ultimi e senza rendermene conto sorrido.
<<Non dovevi andarti a fare la doccia?>> chiede Chloe entrando in stanza.
In questo momento sono girato di spalle ma, non appena mi volto, la trovo sulla soglia della porta.
<<Si, ero venuto a prendere i vestiti puliti>> confesso e glieli mostro.
Mentre mi avvio verso la sua figura, lei chiude la porta alle sue spalle e si piazza davanti.
<<Puoi farmi passare per piacere?>> chiedo gentilmente.
<<Mi spieghi che hai e perché quella donna ti turba tanto?>> sputa in tono autoritario.
<<Sono nervoso e mi turba perché... Be' non lo so. Non mi piace per nulla quella lì e l'unica cosa che vorrei in questo momento è togliermela di dosso, ma visto che non è possibile dovrò accontentarmi. Ora dormi>> la scanso da un lato e apro la porta.
<<Sei arrabbiato con me?>> chiede con una voce pacata e insicura.
Ho un tuffo al cuore.
Mi giro di nuovo verso di lei e le afferro il viso con una mano.
<<No piccola, sono arrabbiato con me stesso e con lei, tu non centri. Vai a dormire adesso, dico davvero>> le lascio un casto bacio sulle labbra e poi esco dalla stanza.
Appena entro in doccia mi libero la testa da ogni pensiero ossessivo. Mi abbandono al tepore della stanza e al calore dell'acqua che scorre lungo il mio corpo.
Sono stanco di tutto questo stress.
I problemi con Wendy non fanno altro che aumentare. Inizialmente pensavo di doverla lasciare solo in pace, ma mi risulta davvero impossibile visto la sua impertinenza nella mia vita. Ciò che mi provoca quella donna è solo rabbia, stress e ancora rabbia ma allo stesso tempo mi intriga e non so perché.
Le donne difficili sono sempre state il mio punto debole, e lei eccome se lo è.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora