Capitolo 64

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Dylan

Dopo vari giorni di silenzio e di tensione, Chloe ha deciso di invitare i suoi genitori a cena da noi.
Per due giorni non ha voluto parlare di loro e ha addirittura evitato tutte le chiamate che le ha fatto la madre. A lezione evitava il padre come se fosse uno sconosciuto e, nonostante le cose continue lamentele da parte di entrambi, non ha voluto parlare con nessuno di loro due.
Si è sentita tradita in un certo senso e la capisco, però per fortuna sono riuscito a farla ragionare e adesso stiamo entrambi aspettando l'arrivo dei due.
Chloe è davvero in ansia, oggi infatti ha studiato tutto il giorno per non pensare a come si sarebbe svolta la serata.
Improvvisamente il campanello suona e a quel punto io vado ad aprire. La mia ragazza silenziosamente mi segue ma rimane qualche passo dietro di me.
<<Ciao, entrate>> mi scosto di lato e faccio entrare entrambi.
Catherine ha un paio di jeans aderenti e una camicia leggermente sbottonata sul davanti, per far intravedere il seno prosperoso, mentre Christopher ha addosso un pantalone elegante e una classica camicia bianca.
Come sempre insomma, niente di nuovo.
<<Lei dov'è?>> chiede la madre e a quel punto
Chloe appare alle mie spalle.
Catherine si fionda subito su di lei e l'abbraccia. Gli dice qualcosa, a me chiaramente incomprensibile visto la lontananza, ma in compenso Smith mi stringe la mano.
Odio ancora quest'uomo, non come mesi fa ma comunque non mi sta per niente simpatico. Non posso dimenticare quello che ha fatto a Chloe, né tantomeno il dolore che gli ha provocato in ben diciannove anni di vita.
Ormai sarebbe inutile fallire proprio ora e dirgli tutto ciò che penso.
Ci siamo promessi di comportarci da persone adulte, più o meno quello che siamo, ma sono sicuro che anche io non gli sto a genio. Mi piace che sia una cosa abbastanza reciproca perché almeno non mi sentirò in colpa in futuro.
<<Gli è passata?>> mi chiude l'uomo difronte a me una volta dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.
<<Ho provato a farla ragionare in questi giorni e credo di esserci riuscito. Da mercoledì sera non ne abbiamo più parlato, ma si vedeva lontano un miglio che non smetteva di pensare a quello che ha visto con i suoi stessi occhi>> rispondo cercando di non farmi sentire da lei.
<<Pensavo che... Insomma che fosse felice, da una parte, di rivedere i propri genitori insieme>> confessa lui.
<<Infatti lo è, ma di certo non voleva vedervi scopare sopra il suo letto>> ammetto e lui mi fulmina con lo sguardo.
Eh lo so caro mio, certe volte la verità fa male!
<<Non stavamo sco... insomma quello>> puntualizza, <<si certo, intanto però se fossimo arrivati qualche secondo dopo vi avremmo trovati l'uno dentro l'altra>> sbotto e lui arrossisce dalla rabbia.
Non so con chi crede di star parlando, ma di certo non mi farò prendere per il culo da un uomo poco più grande di me.
Era ovvio che lo stessero per fare.
<<Non credo che siano cose che ti riguardano Dylan>> dice in tono rabbioso, <<appunto, non sono cose che mi riguardano e infatti non mi interessa saperlo. Solo che, non voglio essere preso per il culo. Inutile dire che non lo stavate facendo quando eravate entrambi senza maglietta e tu stavi per toglierle il reggiseno. Ricorda... Non stai parlando con un bambino di cinque anni, stai parlando con un ragazzo di venti anni e credimi, io non so te, ma a vent'anni si capiscono determinate cose, sopratutto uno come me che ha avuto fin troppe esperienze con tipe diverse>> gli appoggio una mano sulla spalla e lo scuoto.
Lui si irrita ancora di più ma prima che possa dire qualcosa, Chloe si intromette e dice: <<Non ditemi che state litigando!>>.
<<No anzi, stavo dicendo a tuo padre che per la prima volta non sembra un pagliaccio con le camice che indossa. Non so se è per i due bottoni sbottonarti in cima o per questa pettinatura un po' ribelle, ma devo dire che è abbastanza decente e presentabile ad un pubblico>> dico prendendolo per il culo.
Le due donne ridono e lui mi toglie bruscamente la mano dalla sua spalla.
Quel gesto porta a far ridere anche me, ma non replico. Mi piace dargli noia, l'ho sempre fatto e credo che continuerò a farlo fin quando ne avrò la possibilità.
<<Chloe, mi sbaglio o mercoledì avevi la prima ecografia?>> chiede la madre girandosi di nuovo verso di lei.
<<Si>> risponde la figlia.
<<Oddio posso vederla?>> chiede incrociando entrambe le mani sotto il mento come segno di preghiera.
La mia ragazza annuisce e successivamente ci chiede un attimo di aspettare al piano di sotto. Lei nel mentre se ne va su e la madre viene a salutarmi.
<<Scusa se non ti ho calcolato prima ma volevo risolvere con Chloe>> confessa.
<<Non preoccuparti, non fa niente. Com'è la situazione?>> chiedo, <<intendi con Chloe o tra me e Christopher?>> chiede a sua volta, <<tra di voi>> rispondo.
Guarda un attimo l'ex compagno come per cercare approvazione di qualcosa e lui annuisce.
<<Stiamo insieme>> confessa lei, <<in una vera e propria relazione?>> domando per avere certezza, <<si>> dicono all'unisono, <<ok>> dico schietto finendola lì.
Sicuramente una persona più educata di me e più gentile si sarebbe congratulata, ma la loro confessione provoca in me tutt'altro che emozioni positive.
In un certo senso mi fanno male quelle parole. La motivazione mi pare ovvia e giustificabile: anche a me piacerebbe vedere da una parte i miei genitori insieme, ma dall'altra ovviamente no. Mio padre si è appena sposato e merita di stare con quella poco di buono che si ritrova in casa. Mentre mia madre si merita tutta la felicità di questo mondo, una felicità che mio padre non le darebbe mai, ma sono felice in parte che abbia riscontrato questo sentimento in un'altra persona. In Mathias.
<<Eccola mamma>> Chloe scende le scale e poco dopo la trovo affianco a me.
Catherine con le mani tremanti afferra la foto in bianco e in nero, e subito gli vengono gli occhi lucidi.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora