Capitolo 72

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Chloe

La laurea.

Sono qui.
Ce l'ho fatta.
Oggi è arrivato il grande giorno.
Il giorno che desideravo sin da bambina, quel giorno dove tutto deve essere perfetto, me compresa.
Dall'ansia che avevo mi sono svegliata alle cinque del mattino e mi sono iniziata a preparare con più di tre ore di anticipo.
Stamani mattina quando Dylan si è alzato e mi ha chiesto che cosa ci facevo sveglia già a quell'ora, si è messo a ridere e ha detto che sono pazza. Molto probabilmente ha ragione, ma non è colpa mia.
Prima di partire per il college mi sono guardata almeno una ventina di volte difronte allo specchio. Temevo che il mantello nero mi stesse male, ma invece mi dona.
Per fortuna la pancia è piccola e nessuno se n'è accorto in queste settimane. Il mantello la copre completamente fino a renderla invisibile.
Mi piace come mi sta.
Dylan invece ha fatto storie.
Non voleva metterselo, continuava a dire che era inutile indossarlo per la cerimonia e non ne capiva il senso.
Ho cercato di fargli cambiare idea, dicendogli che gli stava bene, ma come sempre ha deciso di fare di testa sua e ha continuato a lamentarsi.
In questo momento sono seduta in prima fila. Alla mia sinistra c'è Samuel, ed è il più agitato di tutti. Prima quando ci siamo salutati con una stretta di mano, quest'ultima gli stava sudando.
In mezzo invece ci sono io, con tutte le mie paranoie e la paura di fare una figuraccia davanti a tutti. Dovevate vedermi questa mattina quando mi sono alzata, sembravo una pazza! La prima cosa che mi è venuta in mente era quella di poter inciampare e cadere davanti a tutti al mio ritiro del famoso foglio bianco.
So che sbaglio, ma l'ansia mi ha sempre giocato brutti scherzi, sin da quando ero una bambina.
È sempre stata al mio fianco, nonostante io ne facessi anche a meno di lei, ed è sempre stata presente ad ogni mia nuova esperienza.
Invece alla mia destra c'è Dylan, in tutto il suo splendore. Credo che sia il più tranquillo di tutti, non suda, non si dondola sui talloni come faccio io e ha i muscoli della faccia rilassati, a differenza di Samuel. Sembra terrorizzato.
<<È tutto ok?>> chiedo in un sussurro.
<<Per niente, sento di poter svenire da un momento all'altro>> confessa agitando le braccia e battendo un piede per terra.
<<Stai tranquillo, andrà bene>> cerco di tranquillizzarlo ma le mie parole non sembrano fargli effetto. Lui mi rivolge un sorriso tirato e annuisce.
So per certo che non si calmerà, non fin quando prenderà la sua laurea in mano e si risiederà al suo posto.
I minuti passato, anzi le ore, gli alunni uno ad uno salgano sul palco ma ancora non arriva il nostro turno.
Lo sto aspettando con ansia. 
Non vedo l'ora che annuncino il mio nome, per poter salire sulla pedana e ritirare quel maledettissimo foglio.
Sono anni che aspetto questo momento e ho sudato le famose sette camicie per ottenerlo.
L'auditorium tra genitori orgogliosi ed emozionati, e studenti è diventato in pratica pieno zeppo di persone.
<<Chloe Johnson>> dicono al microfono.
Quando sento il mio nome, il mio cuore accelera e gli occhi di tutti gli alunni si posano su di me. Il mio ragazzo ed il mio migliore amico mi guardano, quest'ultimo mi incoraggia rivolgendomi un sorriso e quando mi giro verso Dylan lo guardo. Lui mi fa l'occhiolino e mi incita ad andare.
Con eleganza e tanto di lentezza, mi alzo e salgo sul palco. Il signore mi porge quel pezzo di carta che tanto desideravo e si congratula con me. Mentre ritorno a sedere cerco lo sguardo di mia madre.
È insieme a mio padre ed entrambi stanno piangendo. La donna che mi ha concepito ha il mascara colato e mio padre ha le lacrime agli angoli degli occhi.
È la prima volta che lo vedo piangere per davvero. Affianco alla donna più importante della mia vita vedo la madre di Dylan, il padre insieme alla nuova compagna e Mathias.
Li guardo confusa ma loro mi fanno cenno di rimanere in silenzio e così faccio.
Dylan sapeva che avrebbe assistito solo il padre, visto che la madre le aveva comunicato tramite Wendy che non ce l'avrebbe fatta a venire. Appena mi siedo Samuel si congratula con me e quando mi giro verso Dylan dice: <<Sono fiero di te>>.
La tentazione di baciarlo è tanta, ma mi contengo e mi limito a ringraziarlo.
Continuano ad annunciare le altre lettere e passano ore.
Quando finalmente annunciano la lettera del mio migliore amico, lui sale sul palco.
Mentre si avvia verso la pedana sembra che stia marciando al posto di camminare e questa cosa, trovandola molto buffa, mi provoca una piccola risata silenziosa.
Dylan lo prende in giro ed io a quel punto lo guardo male.
<<Che c'è? Hai visto come cammina?>> dice lui. Cerco di trattenere un'altra risata, ma non ci riesco. Odio quando prende in giro i miei amici, ma questa volta ha ragione.
Quando torna a sedere fa un piccolo strillo ed io mi congratulo con lui.
<<Hai visto? Ce l'hai fatta>>.
<<Non hai idea dell'orgoglio che ho verso me stesso in questo momento>> dice lui.
<<Credo di saperlo>> agito la mano mostrandogli il figlio e a quel punto ridacchia.
<<Hai ragione anche te>> afferma.
Una volta finito di parlare con Samuel, mi giro di nuovo verso Dylan e dico: <<Agitato?>>.
<<Per prendere un foglio di carta? No>> risponde.
<<Non sei contento?>> chiedo.
<<Certo che lo sono, ma non capisco perché debba durare così tanto questa cerimonia. Alla fine è solo uno stupido pezzo carta, non cambierà di certo la vita delle persone averlo o meno>> spiega lui.
<<Sai che non è così>> gli ricordo, <<io la penso così, ma comunque non pensiamoci. Alla fine, nonostante il mio pensiero, la voglio ottenere pure io>> mi fa l'occhiolino ed io arrossisco.
Finalmente dopo altre ore di applausi, arriva il turno di Dylan. Mentre sale sul palco mi giro verso sua madre e noto che è in lacrime.
Il mio ragazzo rivolge un sorriso tirato all'uomo davanti a lui, mentre ritira il foglio e poi si viene a risedere.
<<Ritiro più o meno quello che ho detto prima. È un sacco soddisfacente avere questo foglio tra le mani, non è poi così inutile>> mormora abbassa voce. 
<<Visto?>> chiedo e lui annuisce con un sorriso.
Non credo che abbia visto sua madre, ma non vedo l'ora che venga a scoprire che è qui.
Finalmente l'alfabeto è quasi finito e quando annunciano l'ultimo ragazzo, tutti ci alziamo e andiamo in cerca dei nostri genitori.
<<A quanto pare i nostri genitori hanno avuto modo di conoscersi>> annuncia Samuel dietro di me. Io mi giro verso di lui e lo guardo confusa. Lui indica verso destra e quando mi giro con la testa, noto che mio padre e mia madre stanno parlando con una coppia abbastanza giovane.
<<Sono i tuoi genitori?>> chiedo al mio migliore amico.
<<Si>> risponde e insieme a Dylan ci dirigiamo tutti e tre dai nostri genitori.
Mia madre quando mi vede corre subito verso di me e mi abbraccia.
<<Sapevo che ce l'avresti fatta, sono così fiera di te>> piagnucola, <<grazie mamma>> dico abbassando la testa dall'imbarazzo.
Dietro mia madre noto una figura abbastanza familiare, decisamente familiare.
È... Noah.
Oddio, Noah...
Che ci fa lui qui? Ora. Oggi.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora