Capitolo 46

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Dylan

Al mio risveglio Chloe è sdraiata accanto a me, ha solo la camicia da notte e le mutandine addosso ed è stupenda.
Oggi abbiamo il ballo e per quanto mi costi andarci, vedrò di non fare casino e di sforzarmi per cercare di essere il più gentile possibile.
Questa settimana è stata abbastanza strana, lei era strana.
I giorni passavano ma la stanchezza in lei non sembrava voler scomparire.
Giovedì ha provato a chiamare il medico e lui gli ha prescritto dei medicinali, ma purtroppo neanche quelli stanno facendo effetto.
L'unica cosa che fa in questo periodo è mangiare, stare a letto a studiare e dormire.
Non abbiamo più avuto rapporti sessuali, ma fosse solo quello il problema... È proprio la situazione in se che è strana.
Adesso penserete che sono troppo ansioso e che basta un piccolo problema per scaricare un putiferio, ma dovete sapere che quando si tratta di Chloe io darei anche la mia vita se fosse necessario.
È molto distante nell'ultimo periodo. Si affatica per poco e non so proprio che abbia.
<<A cosa pensi?>> scuoto la testa e vedo che mi sta guardando.
<<A niente>> rispondo.
Mi avvicino a lei e le lascio un bacio sulla fronte.
<<Come ti senti?>> chiedo, <<bene perché?>>   chiede a sua volta, <<sei strana in questi giorni>> rispondo, <<lo so>> confessa, <<posso misurarti la febbre?>> domando gentilmente.
Posso sembrare ridicolo e forse troppo iperprotettivo, ma non l'ho mai vista così.
<<Dylan non ho la febbre!>> esclama lei ridacchiando, <<non puoi saperlo con certezza>> gli faccio notare, <<va bene su, misuramela>> si alza a sedere sul letto ed io faccio lo stesso.
Apro il primo cassetto del mio comodino e tiro fuori il termometro.
Quando glielo porgo lei lo afferra e se lo mette sotto il braccio, poi aspettiamo il tempo necessario.
Sette fottutissimi minuti dopo me lo riporge e noto che aveva ragione lei.
Non ce l'ha.
<<Allora?>> chiede, <<non l'hai>> confesso, <<hai visto? Che ti avevo detto!!>> esclama lei alzandosi dal letto.
Io annuisco, ancora più confuso di prima, e ripongo il termometro nel comodino.
<<Vado in bagno a farmi una doccia, ok?>> dice prendendo i vestiti nuovi dall'armadio, <<d'accordo. Io vado a prepare la colazione>> mi alzo anche io dal letto e mi inserisco i pantaloncini corti che solitamente uso solo per stare in casa.
Ora che stiamo ad aprile la stagione si sta riprendendo, non fa più freddo come non fa certamente caldo, ma si riesce a stare abbastanza bene.
<<D'accordo>> mi rivolge un piccolo sorriso e poi se ne va.
Io la seguo e poi scendo le scale.
Arrivando in cucina, apro la finestra in modo che possa illuminare la stanza e poi inizio a preparare la colazione.
Poco dopo la tavola è riempita di brioche, succo d'arancia e caffè.
<<Ei, come ti senti?>> chiedo vedendo la mia bellissima ragazza varcare la porta della cucina con addosso la mia maglietta bianca, che le arriva più o meno fino a metà coscia.
<<Dylan piantala! Sto bene. L'hai detto pure tu che è solo un po' di stanchezza e la stessa cosa l'ha ribadita il medico>> mi ricorda, <<si ma pensa che non ti stanno facendo nemmeno le cure che ti ha prescritto>> mi giro nella sua direzione e mi appoggio al bancone della cucina.
<<È normale, credo>> risponde, <<no che non  è normale>> rispondo acido, <<ti calmi per piacere?>> chiede, <<sono solo preoccupato, non voglio che ti succeda nulla>> sospiro e lei afferma il mio viso, intrappolandolo nelle sue piccole mani calde.
<<Cosa vuoi che mi succeda? Lo stress viene a tutti, chi in una forma lieve e chi in una più intensa, ma non è nulla Dylan>> mi accarezza una guancia e poi mi bacia l'angolo della bocca.
<<Scusa>> confesso cingendole i fianchi, <<non farlo, mi fa piacere che ti preoccupi per me. Significa che ci tieni, no?>> chiede, <<più della mia stessa vita>> sibilo sopra le sue labbra e lei mi bacia.
Un bacio lungo, caldo e pieno d'amore.
<<Deciditi: o mangio te o la colazione che ho preparato>> le dico staccandomi.
<<Io direi la colazione. Ti ci sei messo di impegno e sarebbe davvero un peccato non mangiarla>> risponde, <<me puoi mangiarmi più tardi>> sussurra sopra le mie labbra.
In men che non si dica mi ritrovo eccitato e sento la mia erezione premere sul davanti.
<<Non credo di riuscirci>> confesso con voce tremante. È così sexy sentirla parlare così e amo il modo in cui sta cercando di prendere in mano la situazione.
<<Dovrai invece>> mi lascia un'ultimo bacio sulle labbra e poi siede al tavolino.
Ok adesso non mi piace più come sta prendendo in mano la situazione.
Mi mordo il labbro inferiore e aspetto che il mio amichetto lì infondo si calmi, poi la seguo.
Inizia a mangiare con gusto la colazione ed io faccio lo stesso, bevendo il mio amato caffè.
<<Che programmi hai per oggi?>> domando una volta finito, <<penso che studierò e poi dormirò un po'. Non voglio arrivare a stasera stanca morta>> risponde, <<ottimo, allora non ti dispiace se esco per andare da Logan giusto?>> chiedo a mia volta, <<no no certo, vai pure>> si alza dal tavolo e mi lascia un bacio sulla guancia.
<<Basta che torni entro le sei. Ti ricordo che stasera abbiamo il ballo>> sussurra al mio orecchio.
Merda è vero!!
Oggi è sabato.
In questi quarti d'ora mi ero talmente preoccupato per lei e per la sua salute, che mi sono dimenticato del ballo di stasera. 
<<Non posso usare come scusa Logan per non venirci vero?>> chiedo in tono lamentoso, <<puoi benissimo, non te lo vieta nessuno, ma a questo punto mi toccherà andarci con un'altro raga...>> la blocco, <<alle cinque sono qui>> puntualizzo alzandomi in piedi di scatto e lei ridacchia divertita.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora