Capitolo 16

2.9K 91 1
                                    

Chloe

<<Chloe svegliati>> dice Dylan scuotendomi, <<mh, che succede?>> chiedo assonnata, <<non succede nulla, ma odi alzarti tardi, quindi ho pensato di svegliarti presto in modo da non sentire le tue lamentele di prima mattinata>> spiega, <<gentile come sempre>> sbuffo e mi alzo a sedere sul letto. Lui ride e quando vede che me la sono presa, mi afferra per un polso e mi tira di nuovo sopra di lui.
<<Dai su scherzavo. In queste settimane che ho passato senza di te, devo ammettere che mi sono mancate pure quelle>> confessa, <<lo stai dicendo adesso solo per pararti il culo, come sempre d'altronde>> mi siedo sopra di lui e accidentalmente, faccio sfiorare le nostre intimità.
Lui ispira di scatto e stringe la mascella.
<<Ok, forse è meglio se scendi>> dice, <<perché?>> chiedo innocentemente, <<sei seduta sopra il mio cazzo e per di più sei nuda. Cosa potremmo concludere in questo stato? Nulla di casto, quindi ti conviene scendere se non vuoi farti sentire da tutto il vicinato>> spiega, <<nonostante mi ecciti l'idea, ascolterò il tuo consiglio>> ammetto e scendo da sopra di lui. Poco dopo lo sento sospirare di nuovo e poi mi colpisce facendo un gesto inaspettato.
<<Dai vieni qui>> mi tira di nuovo a se ed io appoggio la testa sul suo petto.
Improvvisamente mi ritorna in mente tutta la storia dei messaggi arrivati da quel numero sconosciuto, quando eravamo a Parigi.
Non vorrei rovinare questo momento così bello, soprattutto adesso che ci siamo ritrovati, ma ho bisogno di risposte.
Non voglio più essere presa in giro.
<<Dylan... Posso chiederti una cosa?>> chiedo un po' intimorita, <<certo, qualunque cosa>> risponde lui tranquillo, <<be' ecco... Non vorrei rovinare questo momento, ma ho bisogno di sapere una cosa, sopratutto ho bisogno di ricevere determinate risposte>> confesso e lui sospira.
<<Lo so ed è per questo che sono disposto a rispondere a qualsiasi domanda tu mi porrai>> dichiara, <<avanti piccola, non avere paura>> mi incoraggia, <<be'... Mi stavo chiedendo di chi erano quei messaggi che ti erano arrivati quando eravamo a Parigi. Lì per lì ci sono cascata, ho creduto che fossero di Mathias, proprio come mi avevi detto tu. Però ripensandoci bene, nei giorni successivi, ho temuto per un momento che qui messaggi fossero di mio padre e vorrei sapere se fosse così o meno>> spiego e lui annuisce.
<<Si erano di lui. Mi dispiace non avertelo detto in questa settimana, ma ero troppo preso a stare di nuovo con te e non c'ho pensato. Spero che tu non sia arrabbiata>> confessa, <<certo che non lo sono Dylan, ormai ho archiviato tutto. Non potrò mai dimenticare quello che hai fatto, ma è anche vero che non posso continuare a rinfacciarti questa cosa. Ho provato a stare senza di te, c'ho messo tutta me stessa e nonostante mi ripetessi ogni santo giorno che non potevamo stare insieme, alla fine non ho mai smesso di volerti. Nemmeno per un secondo, e come puoi vedere ci sono cascata di nuovo>> confesso e lui si gira verso di me per guardarmi bene in viso. <<In questo momento dovrei dirti che hai fatto male, perché quello che ti ho fatto è una cosa imperdonabile. E come già tu sai non è la prima cosa imperdonabile che ti faccio, perciò fatti dire che sei stata davvero una donna molto coraggiosa a prendere la decisione di voler sopportare uno come me. Di nuovo, per giunta.
Però in questo momento non ce la faccio a dirti tutte queste cose, perché l'unica cosa che riesco a dirti è: grazie.
Sono davvero felice che tu mi abbia perdonato e non so cosa avrei fatto senza di te. Dico davvero Chloe>> confessa serio ed io sorriso.
Sapere che mi ha mentito spudoratamente per tutto questo tempo mi fa male, e per di più prendendomi anche in giro. Non dovrei perdonarlo, nessuna donna molto probabilmente al mio posto lo avrebbe fatto, ma sono troppo innamorata e preferisco farmi schiacciare piuttosto che perdere l'uomo che amo. Non dovrei ragionare così, infatti da oggi in poi non ricapiterà più, ma ho fede in lui. Questa volta non rovinerà tutto, ne sono più che sicura. Discuteremo altre volte, questo è poco ma sicuro, ma è normale. Ogni coppia litiga, ogni coppia ha i propri momenti bui, ma noi ne usciremo sempre uniti: mai separati. Perché alla fine, niente potrà mai cambiare quello che provo per lui.
<<C'è altro che devo sapere prima di chiudere questa storia?>> chiedo, <<nient'altro, sai già tutto>> ammette ed infine dico: <<Bene.>>
<<Che ne dici di andare giù a mangiare qualcosa?>> chiede all'improvviso, <<per me va bene>> aggiungo, <<chi arriva prima, oltre alla solita colazione, si mangia anche il muffin che ha preparato mia madre>> mi avverte, <<ci sto, ma prima direi di vestirci. Non possiamo scendere così>> indico i nostri corpi nudi e lui si mette a ridere, <<hai ragione>> ammette e si alza dal letto.
Lo seguo ed inizio a vestirmi.
Facendo freddo, oltre a mettermi la maglia di ricambio che mi ero portata dietro, indosso una felpa di Dylan.
È nera e ha come disegni delle fiamme che partono dal basso verso l'alto.
Non so perché si debba comprare vestiti con una taglia molto più grande della sua, ma non mi dispiace al momento. È molto calda, mi copre perfettamente quasi tutte le cosce ed è stranamente comoda.
<<Pronta?>> chiede, <<pronta!>> affermo.
Usciamo entrambi di scatto dalla porta, ma essendo più veloce di lui sono la prima a raggiungere il piano di sotto.
Quando Dylan mi raggiunge, per impedirmi di entrare in cucina per prima, mi afferra per i fianchi ed inizia a farmi il solletico.
<<Ei, così non vale>> urlo dal salotto ed entrambi scoppiamo a ridere.
<<Oh, buongiorno ragazzi>> dice Mia entrando in salotto. Una figura alta esce dalla cucina e si affianca a lei.
Erick...
Mi giro di scatto verso Dylan per vedere la sua reazione e non appena lo guardo, percepisco già subito la tensione tra i due.
Dylan sta cercando di trovare un modo per alleviare la rabbia e l'adrenalina che ha in corpo, alla visione di quell'uomo e lo noto da come sta stringendo i pugni. Le nocche ormai sono bianche e ci sta esercitando troppa forza.
<<Ciao Chloe, è bello rivederti>> dice Erick venendo verso di me.
Quando me lo ritrovo a meno di un metro di distanza, Dylan si posiziona in mezzo a noi e gli dice: <<Tu non la tocchi.>>
L'uomo sbarbato sospira e guarda il figlio con aria pacifica.
<<Dylan non sono venuto qui per dichiarare guerra a qualcuno, sono in pace. Per piacere...>> lo blocca, <<non me ne frega un cazzo. Sei stato assente quasi tre mesi, perché non sei rimasto lì dov'eri? Tutti quanti stavamo bene senza te>> ringhia Dylan, <<Dylan!!>> lo rimprovera la madre. Quest'ultimo si gira verso di lei e la guarda in modo confuso.
<<Non trattarlo male>> aggiunge Mia calando sempre di più il tono della voce, <<cos'è? Mh? Avete chiarito per caso?>> chiede Dylan scherzando, <<si>> risponde Mia e sulla faccia del figlio scompare quel sorrisetto finto, che aveva creato poco prima per l'ipotesi detta.
<<Sono venuto qui proprio per questo>> aggiunge il padre, <<cioè aspettare, voi mi state dicendo che avete risolto i vostri problemi?>> chiede Dylan in un mix tra l'incazzato ed l'incredulo, <<si>> dicono all'unisono i suoi genitori.
<<Che cazzo di problemi hai in quella testa?>> Dylan supera il padre e si avvia verso la madre, <<non potevo rimanere aggrappata a quel dolore per sempre. Perdonare e dare seconde possibilità fa bene>> gli ricorda la madre, <<ti ha mentito dicendoti che tuo figlio era morto cazzo, e tu che cazzo fai? Lo perdoni? Questa è una cosa imperdonabile... Come si fa a perdonare una cosa del genere?>> urla Dylan, <<io l'ho fatto. Basta volerlo>> risponde Mia, <<sei una stupida, sei ossessionata ormai. Devi andarti a far curare. Ho sempre pensato che avessi dei problemi e basta vedere con chi ti sei messa in passato, ma non pensavo che tu fossi così pazza e ingenua da personare una cosa simile>> sputa acido Dylan, <<adesso basta, questo è troppo Dylan. Non parlare così a tua madre>> Erick lo afferra per il retro della maglietta e non appena gira il figlio nella sua direzione, quest'ultimo cerca di dargli un pugno dritto nel viso. Per fortuna Erick lo schiva e gli blocca il polso.
<<Dylan no!! Ei, guardami...>> lo spingo via e lo costringo a guardarmi, <<non fare nulla>> lo scongiuro e lui sembra ascoltare le mie parole, perché poco dopo si rilassa e annuisce.
<<Non dirmi mai più quello che devo o che non devo fare, ok? Perché se la prossima volta non ci sarà Chloe a fermarmi, finirà male per te>> lo avverte puntandogli il dito contro.
Senza nemmeno dargli il tempo di ribattere, se ne va su e sbatte la porta di camera sua.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora