rivelazione

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Scortai Okra e la nonna nella città, fortunatamente la gente del paese non ci riconobbe. Probabilmente perché eravamo messi malaccio. Io avevo il vestito tutto strappato e i capelli disordinati. Inoltre il viso era sporco a causa della cella maleodorante in cui mi ero addormentata. La nonna era conciata molto peggio e Okra invece aveva si un bel vestito elegante da sposo ma ridotto a stracci a causa del crollo del palazzo reale. Eravamo salvi per puro miracolo. Ci fermammo in una piccola locanda deserta, c'era solo il vecchio padrone che annoiato sonnecchiava con in mano una piccola clessidra.
"Scusi, vorremmo due stanze se è possibile. Una con un solo letto matrimoniale e due con singoli". Il proprietario si scosse dal torpore e si asciugò la bocca gocciolante di saliva.
"Ah... Sì... Certo, queste sono le chiavi. Non abbiamo ospiti da anni, questo è un evento così raro! Vi regalo le stanze migliori della locanda..."
"No, no la prego. Non abbiamo molti denari con noi"
"Offre la casa! È un evento raro per noi incontrare visitatori dall'esterno. Non siete di qui, vero? Toriiaka? Zerife? O Nervedi?"
"Veniamo da Toriiaka e Zerife" spiegai, imbarazzata per il modo in cui eravamo entrati nella locanda. Il proprietario pensai che ci avrebbe scambiati per elemosinanti.
"Ecco! Io lo sapevo! Il mio intuito non mente mai... Dovete sapere che le vostre città hanno fatto molto per la nostra Temard ma ahimè! Siamo stati sfortunati con la famiglia reale... Hanno governato solo tiranni, usurpatori di beni... Tutti corrotti... Tutti!" e prese le chiavi delle stanze per passarcele.
"La locanda della Luna Piena vi dà il benvenuto e vi augura buona permanenza" disse gentilmente, esortandoci a raggiungere le nostre stanze. Guardai la nonna che era dietro con Okra malridotto e le feci cenno di seguirmi. Aprimmo la stanza di Okra e lo aiutammo a sdraiarsi sul letto matrimoniale. Gli toccai la fronte. Scottava.
"Nonna... Ha la febbre?" la nonna annuì e andò a riempire una bacinella di acqua fresca in bagno.
"Mamma... Mamma... Ti prego non mi lasciare...". Stava delirando. Afferrò la mia mano all'improvviso e la strinse forte.
"Okra non sono tua mad...".
"Shhh, lascialo riposare"mi rimproverò la nonna, strizzando un panno e poggiandolo sulla sua fronte.
"Dovremmo chiedere al proprietario delle medicine?" chiesi preoccupata per la salute di Okra.
"Andrò a prenderle io, tienilo d'occhio, mi raccomando" rispose la nonna uscendo dall'uscio.
Okra continuava a stringere forte la mia mano.
"Avvicinati..." sussurrò.
"C-cosa?"
"Avvicinati" ripeté, insistendo. E mi fece spazio sul letto.
"Non posso tu sei malato...". Allora Okra mi spinse su di sé con una forza inaudita e mi ritrovai schiacciata al suo petto tonico.
"Resta così per poco, ne ho bisogno" mi chiese, tossicchiando poi.
"Sei sicuro? Non ti infastidisco?"
"Se te lo chiedo ci sarà un perché...". Ebbi un tuffo al cuore. Cos'era quella una dichiarazione? Il suo petto poi, era così caldo e rassicurante. Avrei potuto addormentarmi subito in quella posizione...
"Ti chiedo scusa Nehmra... Sono stato meschino con te. Hai perso i tuoi genitori e non ho avuto pietà nonostante questo..." continuò con la sua voce flebile.
"Non parlare, sei ammalato..."
"No, è giusto così. Mi perdoni?" alzai il capo e vidi che mi stava fissando. Ma in un modo diverso. Mi fissava talmente intensamente da mettermi a disagio. Per cui arrossii e lui lo notò.
"Ah... Ma per favore... In confronto a quello che mi ha fatto Aric..." mi giustificai, sperando non mi chiedesse ancora perdono perché ero in imbarazzo.
"Quindi è un si?"
"È un si". Mi sorrise e rimasi totalmente rapita dalla sua dolce espressione. Era così bello quando metteva da parte quel carattere burbero che non gli si addiceva affatto. Il suo nobile viso meritava qualche sorriso, seppur lievemente accennato... Okra mi accarezzò la guancia e lo lasciai fare. Supposi mi stesse per baciare così d'istinto chiusi gli occhi. Ma poi la porta si aprì e la nonna tornò con le medicine. Sussultai e mi feci di lato.
"Io stavo controllando la temperatura...". La nonna ridacchiò divertita e scosse il capo. Preparò una tisana calda per Okra con delle erbe contro l'influenza.
"Con questa in breve tempo sarai forte e vigoroso, forse anche più di prima!" esclamò e lo aiutò a berla, pulendogli le labbra.
"Grazie signora Attenia per essersi presa cura di me. Le sono molto riconoscente".
"Ohhh... Ma per piacere, è il minimo mio caro principe" rispose la nonna. Nel frattempo io guardavo la scena immobile come una statua.
"Tesoro... Forse hai la febbre anche tu? Guarda come sei rossa!". D'istinto mi toccai le guance.
"Fammi controllare..." disse la nonna, tentando di avvicinarsi.
"Eh? No... Sto benissimo... Dovremmo tornare in camera o no? Verremo a controllarti stanotte Okra. A presto" annunciai spingendo la nonna verso me. Mi buttai a peso morto su un letto di pietra nella stanza affianco.
"Ahii! Ma quanto sono duri questi materassi! Perché non me lo hai detto? Ne avrei portati alcuni dalla Terra" la nonna mi diede uno schiaffo sul sedere e ridacchiò.
"Ah la mia nipote... Ha sempre la solita testa da bambina"
"Io? Che vuoi dire? Che sono immatura?" domandai fingendo di essere offesa.
"Quanto basta tesoro, quanto basta. Ma hai dovuto fronteggiare grandi difficoltà, per cui ti rispetto tanto" replicò la nonna, dandomi un pizzicotto.
"Nonna... Sai... Molte volte ho desiderato tornare a casa, la nostra casa. Ho peccato? E pecco se ammetto che quel desiderio non è ancora svanito?" rivelai preoccupata. La nonna sospirò.
"Questo mondo è complesso. E sicuramente il tuo è un ruolo scomodo. Ma io ho fiducia in te. C'è un progetto da portare a termine"
"E se...? E se facessi del male agli altri con i miei poteri?". La nonna parve pensierosa durante il mio interrogatorio.
"A cosa pensi?". Evitò il mio sguardo e andò a mettersi accanto la finestra. La luna stava crescendo nel cielo. E una leggera brezza notturna le scompigliò i capelli argentati.
"Tua madre, in realtà in passato ha fatto un errore simile. Per combattere il re Dobran, padre di Aric, che usava l'arte spirituale in malo modo, usò la sua energia negativa. Quella che hai sprigionato tu su Aric. E nell'impatto perse la vita anche la madre di Okra". Ebbi una fitta al petto. Non potevo accettare quelle parole. Quindi c'era davvero la possibilità che potessi mettere a rischio anche la vita di chi amavo? Di quello parlava il padre di Okra quel giorno a Zerife? Del passato che si ripeteva?
"Ma nonna... Non c'è modo per imparare a maneggiare quest'energia?". La nonna si voltò seria e sospirò nuovamente.
"Tua madre non c'è riuscita. Il tuo potere deriva direttamente dalla Terra ed è la Terra che determina la nascita e la morte della flora, della fauna e dell'umanità intera. E sempre la Terra può punire gli atti malvagi con catastrofi naturali... Per cui è difficile se non impossibile provare a controllare la furia della Natura... Nehmra ci vuole molta meditazione. Ma non ti assicuro nulla. Dovremmo svolgere ulteriori ricerche...". All'improvviso udimmo un rumore nel corridoio. Mi accinsi a controllare ma non trovai nulla. A parte una scheggia minuscola di ceramica che mi punse il piede.

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