vita o morte?

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Quando una delle serve venne a portarmi un altro vassoio mi nascosi dietro la porta. La afferrai per la nuca e le intimai di spogliarsi se non voleva fare una brutta fine. Avevo ancora con me il coltellino rubato il giorno precedente.
"Principessa, la prego, non faccia schiocchezze..." mi implorò con le mani alzate.
"Tu svestiti e non farò nessuna schiocchezza". La ragazza si tolse gli indumenti e me li porse, così io le diedi i miei.
"Che ha intenzione di fare? Sta mettendo in pericolo la sua vita? Se ne rende conto?" le tappai la bocca.
"Stai zitta, voglio solo andarmene di qui" spiegai, vestendomi in fretta.
Presi il vassoio e chiusi la porta a chiave. Incontrai un po' di guardie nel corridoio ma non fecero tanto caso a me, erano intente a chiacchierare tra loro. Attraversai tutto l'atrio con il capo chino, per timore di essere riconosciuta. Fin quando non mi misero una spada puntata sullo sterno.
"Chi sei tu? Non ti ho mai vista da queste parti". Continuai ad avere il capo abbassato.
"Vi sbagliate, sono sempre stata una serva di palazzo" replicai tenendo a bada la paura di essere smascherata. La guardia venne distratta da delle urla, era la serva che avevo rinchiuso nella mia camera. Ne approfittai per evadere in punta di piedi. Presi la direzione dei giardini con le fontane, e mi ritrovai davanti un muro.
"Devo scavalcarlo a tutti i costi... Anche se la ginnastica non è mai stata un mio forte...". Mi scorciai le mani e alzai l'odiosa veste. Misi un piede su un barile rotondo, poi l'altro. Fortunatamente la mia altezza raggiungeva il muro, doveva solo darmi una spinta con le braccia per varcarlo. Respirai a fondo e feci un piccolo saltello. Purtroppo il barile si mosse e cadde a terra. Avevo solo le braccia per tenermi. Inoltre feci un gran frastuono, le guardie potevano accorrere da un momento all'altro.
"Forza Nehmra... Un'altra spinta e sei libera...". Provai a darmi coraggio da sola, con il fiatone.
"Ehi, tu! Che intenzioni hai?". La voce dell'odioso principe. Era dietro di me.
"Non provare ad avvicinarti eh!". Mancava tanto così per uscire da quel maledetto posto.
"Smettila subito! Ti ho detto che non puoi andare da nessuna parte! Ti stai soltanto rendendo ridicola..."
"Ridicolo sarai tu ahh..ohhh...no...no...". Le braccia mi abbandonarono. Il principe riuscì a prendermi prima che potessi cadere sul selciato. Chiusi gli occhi istintivamente.
"Non ti sei fatta niente, ed è solo merito mio..." si vantò, posandomi a terra. Mi pulii la veste ringhiai in sua direzione.
"Adesso sei anche un cane? Va bene cagnolino, segui il tuo padrone che ti porta in un bel posto, dove potrai riflettere sui tuoi errori". Fece un cenno alle guardie che mi bloccarono le braccia.
"Cosa? Dove... Dove mi portate? Eh? Aspetta... Aspetta... Maledettoooo" urlai all'odioso principe che sghignazzava. Godeva nel vedermi scontenta. Bene, un giorno gliel'avevo fatta pagare cara, mi promisi. Fui portata nelle segrete, chiusa in una cella minuscola che a malapena bastava a contenermi.
"Zerife è a corto di denaro? Una prigione un po' migliore no?" lo stuzzicai.
"Devi avere sempre l'ultima parola tu. Non sei nella tua terra. Qui non comandi nulla". Mi ricordò, abbassandosi sulle ginocchia.
"Che vuoi da me? Perché non mi hai lasciato andare? Tu non sei innamorato di Aric?". Lui fece una smorfia.
"Io non sono innamorato di nessuno, tanto meno di quella matta. Proviene dalla famiglia peggiore del nostro Mondo, sarebbe un vero disonore".
"Come se ti dispiacesse sporcarti con lei. In fondo siete della stessa pasta..." avanzai con le accuse.
"Non osare paragonarmi a lei, io sono un sovrano degno del suo nome. E poi, se non ti tenessi con me saresti già morta. C'è una bella taglia sulla testa. Metti un piede fuori e sei fuori gioco". I miei occhi si ridussero a due fessure. Odiavo pensare al fatto che lui dovesse proteggermi. Come se fossi la debole della situazione.
"Il giorno del matrimonio volevano uccidere anche te, ma grazie a quello scambio che avete fatto, ti è andata di lusso. Hanno portato via Aric. Sì tratta di persone senza pietà. Hanno usato la magia per cambiare aspetto e spacciarsi per invitati. Hanno pianificato tutto nei minimi dettagli e non solo per riprendersi la loro regina, ma perché ambiscono al trono tuo, di Toriiaka". Rimasi a bocca aperta.
"La magia? Di cosa stai parlando...?". Okra si alzò. Unì i palmi e sembrò che tutta la polvere di quel posto si stesse alzando da terra. Mi coprii gli occhi con il braccio. Che diavolo stava succedendo? Ma poi ricordai. Nel libro di Toriiaka si parlava dei quattro poteri. Il vento di Zerife, il cui simbolo era il falco nero. Il ghiaccio di Nervedi, simbolo l'orso bianco. Il fuoco di Temard, simbolo la tigre rossa. Ed infine il potere della terra, tutto ciò che nasce e muore, il cui simbolo era la farfalla blu di Toriiaka. Mi toccai la collana. Non era una semplice leggenda. Io ero la prescelta. Quel mondo era destinato a cambiarmi per sempre...

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