Un violento colpo nello stomaco mi piegò in due.
"Aric non farle del male... Prendi me, te ne prego..."
"Zitta! Odiosa vecchia...". Aprii gli occhi. Aric aveva in mano una fiaccola che proiettava sulla parete la sua ombra possente.
"C'era bisogno di arrivare a tanto per svegliarmi?" dissi tossicchiando sangue. Mi appoggiai al suolo per alzarmi in piedi. Mi toccai la gola e mi accorsi che la collana era sparita.
"Oh no...". Aric si accorse della mia espressione di terrore e fraintese.
"Adesso mi temi? Hai capito quanto sei inutile in confronto a me?". Provai a ricordare dove avessi potuto perderla e i miei occhi si spostarono su di lei.
"Hai preso tu la mia collana di giada blu?". Parve non capire, quindi supposi di no.
"Di che schiocchezze vai blaterando? Muoviti e seguimi!". Mi afferrò per i capelli per trascinarmi fuori ma opposi resistenza nonostante provocasse dolore alla mia cute.
"Vieni... È un ordine..." lei continuò a tirare e per la prima volta nella mia vita odiai quei capelli lunghi e folti. Le ragazze ne andavano matte, molte me li invidiavano. Quando camminavo per strada mi fermavano per chiedermi se usassi qualche prodotto particolare ma io mi limitavo semplicemente a dire di no. Avevo capito di aver ereditato la folta chioma corvina da mia madre assieme agli occhi blu glaciali. In realtà ero dolce e timida, anche se lo sguardo diceva altro...
"Ho una condizione..." annunciai, costringendola ad abbassare la mano.
"Sei nella posizione di dettarne?" chiese sarcastica stringendomi la mandibola e lasciando bruscamente la presa.
"La nonna deve venire con noi"
"Perché?"
"Perché no? Se non lo fai non mi muovo..."
"Chi mi dice che non sia un tuo stupido scherzo per fuggire con lei?"
"Sono nella condizione di fuggire?" domandai mostrando le catene che ancora mi legavano i polsi. Aric rifletté un attimo, poi mutò espressione.
"Certo, potrei usare la nonnetta per ottenere una benedizione... Andiamo allora!". Aprì la cella della nonna e finalmente potemmo abbracciarci.
"Nonna, mi sei mancata tantissimo..." dissi con gli occhi lucidi. La nonna mi strinse, donandomi tutta l'energia che avevo perso in un solo giorno passato con Aric.
"Andiamo tesoro, l'importante è che stiamo insieme...", mi porse la mano e io l'afferrai prontamente. Uscimmo dalle segrete e la luce di fuori mi accecò. Era pieno mattino, avevo dormito per ben un giorno intero.
"Seguitemi" ordinò Aric e ci portò all'interno del palazzo di Temard, ormai alle rovine.
Nella sala ancestrale notai delle guardie, il servo fedele di Aric, e Okra incatenato mani e piedi, vestito da sposo.
"Che hai intenzione di fare?"
"Nehmra... Non voglio sposarla... Aiutami, ti prego!" mi scongiurava, dimenandosi di continuo.
"Vuoi sposare Okra contro il suo volere?!". Aric scoppiò a ridere e si sventolò i capelli.
"Okra ha fatto una promessa quando eravamo piccoli, ha promesso che mi avrebbe sposata. Un uomo d'onore mantiene le promesse" spiegò convinta. Strabuzzai gli occhi sbalordita.
"Come puoi rifarti alla promessa di un bambino?". Lei prese la frusta e me la scagliò contro.
"Silenzio! Chi sei tu per giudicare? Sei arrivata ora e vuoi dettare leggi! Te lo proibisco!" rispose con il petto che si alzava e abbassava di continuo. La nonna mi aiutò ad alzarmi e la rassicurai con lo sguardo di stare bene.
"Procediamo con la funzione matrimoniale..." fece cenno a una guardia che portò due fedi rosse come la sua chioma ribelle.
"Queste mia cara renderanno Okra mio per sempre. Sì tratta di fedi magiche, appositamente create da un fabbro di Temard, conosciuto per le sue arti oscure. Una volta indossate i due amanti saranno legati per l'eternità" mi informò con devota soddisfazione.
"Che intendi dire per l'eternità?". Aric alzò un sopracciglio e smorzò un sorriso.
"Sei davvero ingenua... Se uno dei due sposi muore, anche l'altro farà la stessa fine" concluse soddisfatta, ridacchiando di continuo. Scossi il capo, non potevo accettare tutto ciò. Okra doveva essere libero di amare e sposare chi voleva. Lo guardai. Era disperato. Aveva il viso stanco, le labbra violacee. Ad ogni movimento le catene gli causavano ferite. Aric non poteva portarmi via ciò che amavo. Non poteva fare del male alla mia famiglia! Una furia inaudita si impossessò di me. Un'energia potente, che mi scorreva nelle vene. Una bestia che non potevo controllare, uscì fuori senza il mio permesso. Il terreno incominciò a tremare. Cadde su una guardia il grande lampadario al centro della sala. Le mura cominciarono a creare profonde crepe ma quella furia non si placava. Invitai la nonna ad allontanarsi mentre osservavo Aric impallidire e ne provai supremo godimento. Lentamente si alzò dal terreno.
"Che... Che stai facendo... Che stai facendo?". Provò a lanciarmi diverse sfere infuocate ma fu inutile. La mia velocità era aumentata. In pochi secondi compivo azioni degne di un fuoriclasse. Aric venne sballottata da una parete all'altra della stanza e ad ogni colpo lasciava una chiazza di sangue sul muro. Ero sicura di averla uccisa ma non mi bastava. O almeno a quella furia demoniaca non bastava. Continuai a torturarla finché mia nonna non corse a fermarmi.
"Nehmra basta adesso, dobbiamo scappare di qui con Okra, le pareti stanno per crollare". Annuii distrutta e la nonna si occupò di liberare Okra. Aric mosse un dito ed ebbi la speranza che fosse ancora viva.
"Aric... Non so cosa mi è preso... Ti prego, non morire..." piansi, nonostante lei mi avesse torturata in quel modo. Non volevo passare come un'assassina.
"Perché? Perché sei passata dalla parte di tuo padre? Perché? Potevamo essere amiche..." singhiozzai riluttante a realizzare cosa stava accadendo. Sembrava tutto un incubo. Aric mosse di nuovo il dito e mi guardò.
"Io...io...Dov...evo...vend...icar...lo... Ti... Odi...o...maled...etta...mi...hai...port...ato...via...tutto" ed esalò l'ultimo respiro.
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𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫
FantasyNehmra ha un grande potere dentro di sé ma non lo sa. È cresciuta come una normale umana fino all'età di venti anni, per poi scoprire che molte verità le erano state nascoste al fine di proteggerla dai pericoli del mondo. Il giorno del suo ventesimo...