preparativi alla festa

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Il fermento che ci fu a palazzo in quei giorni fu un qualcosa di assurdo. Entravano carrozze di continuo con montagne di regali all'interno provenienti dalle famiglie nobili che conoscevano mio padre. Nella mia stanza, per quanto grande, non c'era spazio. Radia decise quindi di lasciarne alcuni in biblioteca, e la restante parte sarebbe stata trasferita nella mia dimora di Zerife.
"Signorina... Stiamo lavorando sodo per garantirvi il matrimonio perfetto. È un evento unico per la nostra Toriiaka" disse entusiasta mentre io fingevo continuamente con un sorriso tirato e storto alla Joker.
"Ma se il principe Okra mi farà trasferire da lui? Che ne sarà di questo castello? Dei Toriiakani?" domandai preoccupata. Non potevo assolutamente lasciare la regina malata nelle mani di quella immatura di Aric. Avrebbe potuto persino arrivare a scatenare il suo odio su di lei o sulla nonna.
"Signorina, Toriiaka è molto più grande di Zerife, la vostra sede principale sarà questa. È stata preparata già la vostra camera nuziale. Il re Onges ha pensato ad ogni cosa, è per questo che il matrimonio incombe. Con l'aiuto vostro e di un principe proveniente da una città tanto prospera, il futuro della nostra città sarà radioso!". Allora era così che doveva andare. Papà aveva messo il regno prima di sua figlia. Ma cosa mi potevo aspettare da lui? Mi aveva tenuta nascosta soltanto per proteggere il suo regno, per l'ascesa al trono. Mica perché ero sangue del suo sangue.
"Non piangete signorina vi prego. Domani è un grande giorno. Guardate che belle stoffe provenienti da ogni parte del Regno vi stanno arrivando!" esclamò, mostrandomi vestiti di seta bianca con perle, vestiti di raso blu con zaffiri, gioielli con pietre preziose e scarpe lucide e brillanti. Magari sbagliavo? Dovevo essere felice di vivere nel lusso? Stavo peccando? Avevo visto parecchi barboni nel mondo degli umani, parecchia miseria che mi toccava il cuore. Forse avrei potuto tornare un giorno e regalare loro un po' delle mie inutili cose... Raccolsi il fazzoletto dalle mani della serva e mi tamponai il viso bagnato. Sospirai. Il mio destino era quello di essere regina. Ero nata con sangue reale. Mia nonna mi aveva raccontato la storia del regno di Toriiaka fin da piccola proprio per addestrarmi. Non potevo essere egoista. Avevo un popolo che sperava in me.
"Perché mio padre ha aspettato tanto? Che io facessi vent'anni? Cioè so che ho anche l'età per ascendere ma perché ha così tanta sicurezza che sia un momento sicuro per noi?". La serva smise di scartare i regali e si avvicinò a me, inginocchiandosi.
"Prima che arrivaste qui, il re Onges ha ricevuto una lettera da parte della città di Temard, la città di Aric. Secondo questa lettera un incendio ha devastato il castello Reale, e tutti i seguaci del re Dobran sono morti. Il re è andato a controllare di persona in anonimo e in effetti è tutto distrutto ormai. Le altre città stanno versando i loro contributi perché i cittadini muoiono di fame e continuano a ribellarsi. La situazione attuale sembra tranquilla ma c'è sempre un alto rischio nell'andare in quelle zone".
"Quindi Aric è l'erede al trono del regno di Temard? Perché mio padre non l'ha avvertita? Se lo venisse a sapere...". Radia mi mise una mano sulla bocca per ammutolirmi.
"Non alzate la voce signorina. Avete visto come Aric si mette ad origliare le nostre conversazioni. Il re sa che il carattere della ragazza è simile a quello del padre, quindi sta cercando di tenerla all'oscuro perché se sapesse la verità potrebbe..."
"Vendicarsi... Potrebbe vendicarsi e cadere nella via della perdizione come il re Dobran".

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