Nell'udire quelle parole avvertii come una pugnalata dritta nel petto. Sapevo che alla regina non ero gradita, ma arrivare a pensare di darmi in pasto al nemico come se fossi carne da macello no. Non lo potevo accettare. Andai in fretta in cucina dove i servi stavano ancora lavando i piatti e le posate. Incontrai fortunatamente Racla, che stava per tirare un urlo.
"Principessa che ci fa qui? Solo ai due sovrani è permesso di entrare nella cucina" disse spaventata.
"Mi è venuta un po' di fame... Non è che avresti della frutta? Sai come spuntino di mezzanotte..." azzardai, fingendo di massaggiarmi lo stomaco.
"Ha mangiato così tanto e ha ancora fame? Lei è proprio un pozzo senza fondo! Se lo lasci dire..." commentò ridacchiando la piccola serva. Tornò subito con qualche mela e due banane.
"E adesso corra subito a letto o la regina mi riterrà responsabile della sua pazzia..." ordinò, a braccia conserte. La salutai velocemente e mi chiusi nella stanza. Ero sicura di aver visto uno zainetto qualche giorno prima. Probabilmente mia nonna me lo aveva messo sulle spalle prima di partire. Cercai nei cassetti e nell'armadio, dove lo trovai sotto pile di vestiti mai indossati. Darnol ne aveva fatti comprare molto per me ma erano troppo eleganti per un maschiaccio come la sottoscritta.
"Se mi vuoi dare in pasto al nemico meglio che eliminiamo il problema alla radice..." sussurrai, riempendo lo zaino di cibo e scorte. Aprii la finestra e scesi utilizzando una corda attaccata al balconcino della mia stanza. La guardia sonnecchiava quindi non fu difficile evadere. Avevo lasciato una lettera per Darnol sul cassetto. Sperai la leggesse e assieme ad essa gli avevo restituito la collana. Sua madre sicuramente non ne sarebbe stata contenta. Pensai che era meglio regalare quella collana preziosa alla donna che avrebbe scelto e amato in futuro. Il freddo di Nervedi ti entrava nelle ossa, inoltre di notte era una landa desolata. A Toriiaka capitava di vedere qualche passante, soprattutto chi trasportava mangime per bestiame ma in quel posto no. D'altronde con quel freddo solo uno scellerato poteva pensare di mettersi in cammino. Camminai fino all'alba, facendo delle piccole soste per bere, ma appena il sole si spense, caddi sfinita a terra, in una città straniera al confine. Un uomo mi trovò e si assicurò prima che fossi viva, poi mi mise su di un carro e mi portò nella sua città natale: Zerife. Ripresi conoscenza che ero vestita di rosso, con il seno mezzo scoperto. Inoltre mi avevano truccata e accanto a me c'erano altre ragazze che erano vestite molto simili.
"Scusatemi... Sapete dove siamo... Adesso mi sono svegliata... Ho la testa che mi sta scoppiando". Una delle ragazze si avvicinò a me e mi toccò la fronte. Ritrasse subito la mano.
"Cara, devi essere ammalata. Hai la fronte bollente!". In effetti avvertivo un certo calore su tutto il corpo, in particolare sulle guance.
"Ragazze! Ragazze! Sta arrivando il capo! Tutte in fila!" urlò qualcuna spaventata. Quella ragazza mi aiutò ad alzarmi e mi chiese di mettermi dietro di lei per sostenermi.
"Brave, brave. Così vi voglio gattine. Belle ammaestrate...". Un viscido uomo con una barba sporca e denti giallastri fece la sua comparsa, lisciandosi la barba con la mano. I suoi abiti era vecchi e sudici. Emanava un odore di sudore pessimo.
"A breve apriremo il nostro locale, dovete assicurarvi che i clienti siano soddisfatti, altrimenti vi dimezzo la paga!" minacciò, guardando fisso negli occhi, una ad una. Sì fermò davanti a me, l'ultima della fila, che si nascondeva dietro una ragazza più alta di statura. L'uomo la spinse via e incominciò a toccarmi il viso.
"Tu sei quella nuova... Ti sei svegliata finalmente... Ho fatto proprio bene a comprarti, sei di una bellezza rara..."commentò per poi congedarsi, tenendo sempre lo sguardo puntato su di me.
"Penso che sei entrata nelle grazie del capo! Che invidia..." riferì una, alzando gli occhi al cielo irritata.
"Non voglio entrare nelle grazie di nessuno, voglio solo tornare a casa".
Quella mi rise in faccia. Era divertita del fatto che stessi soffrendo.
"Tornare a casa? Faresti meglio a dimenticartela. Nessuna che è entrata mai in questo bordello ne è uscita, se non perché aveva fatto una certa età e quindi aveva perso i clienti".
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𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫
FantasyNehmra ha un grande potere dentro di sé ma non lo sa. È cresciuta come una normale umana fino all'età di venti anni, per poi scoprire che molte verità le erano state nascoste al fine di proteggerla dai pericoli del mondo. Il giorno del suo ventesimo...