proposta

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Riprendemmo gli allenamenti nei giorni consecutivi a quello... Fu molto strano per me rivedere Okra vestito e non pensare a noi quella notte nella sua stanza.
"La spada non deve essere rigida nelle tue mani, ha bisogno di muoversi con più fluidità, come se fosse attraversata da correnti d'aria... Guardami". Il modo in cui mi dimostrava le sue capacità mi impedivano di concentrarmi bene.
"Prova, su, colpiscimi..." mi impose, lanciando la sua spada.
"Ma... Tu, tu non ne hai una con te..." risposi afferrandola al volo.
"Provo a mani nude... Dai, colpiscimi" ripeté, sicuro di sé. Ammiravo quella determinazione, e mi fidavo, quindi lo caricai. Okra schivò il colpo ruotando su se stesso e in poco tempo me lo ritrovai dietro, con la spada puntata alle spalle.
"Cosa? Ma come...?"
"Te l'avevo detto... Devi pensare a due cose precise quando vai in guerra: la prima è l'arma che impugni, la seconda è il tuo avversario. Tu ti sei lasciata sopraffare dai sentimenti, questo non è concesso" mi rimproverò ma docilmente. Aveva ragione, sotto quella forma e ripensando a ciò che si era instaurato tra noi non riuscivo a guardarlo con gli occhi di un tempo.
"Devi mettere da parte i sentimenti in guerra Nehmra. Promettimelo. Potrebbe arrivare qualche nemico sotto le mie sembianze e tu moriresti senza nemmeno sfruttare la tua grande energia. Non lasciare che le emozioni diventino i tuoi punti deboli" mi spronava, lanciando di nuovo la spada. Ore e od ore sotto un caldo sole, ci allenavamo senza sosta. Okra era fradicio, io ancora peggio. Ma non demordevamo. Avremmo sconfitto Dobran insieme e riportato la pace nei nostri regni. Per sempre.
"Adesso voglio che tu raccolga l'energia positiva e la manifesti" mi ordinò. Feci un cenno con il capo e in pochi secondi dal terreno sotto i nostri piedi spuntarono insidiose piante rampicanti che mirarono Okra e lo avvinghiavano come polipi, per soffocarlo. Fui preoccupata ma lui mi tranquillizzò, combattendole con la sua spada. Le mozzò con qualche difficoltà.
"C'è da dire che sei migliorata di molto, merito anche del Frutto Magico... Ma ancora non sei a livello di Dobran" annunciò, sconfitto. Credetti di averlo deluso, quindi gli chiesi scusa. Lui si avvicinò e mi prese per le spalle.
"Di cosa? Una grande responsabilità grava su di te e da sovrana ti stai impegnando molto. Ti ammiro, davvero". Le sue parole mi risollevarono il morale, bastava poco quando si trattava di Okra e della nonna, li amavo con tutta me stessa.
"Seguimi ora, c'è qualcosa che devo mostrarti..."
"Aspetta dove mi porti?". Okra mi tirò per la mano fino ai bagni, dove la servitù stava preparando una vasca con petali profumati e essenze di fiori raccolti dai giardini.
"Benvenuto principe, principessa" si inchinarono.
"Grazie per il vostro lavoro, io e la principessa vorremmo essere lasciati soli..." li esortò Okra, mentre le mie guance andavano a fuoco.
"Come desidera, signorino". Immediatamente ci ritrovammo soli e Okra intrecciò le dita alle mie,  unendo i palmi. Mi chiesi se stesse per ripetersi la scena della notte precedente e al solo pensiero il mio cuore riprese il suo ritmo frenetico. Non potevo credere di avere ancora desiderio per lui, dopo un solo giorno di astinenza. Okra si mise dietro di me e mi abbassò la cintura della veste, facendola cadere a terra, con la biancheria. Mi condusse verso la vasca e mi aiutò a infilarmi dentro. Proprio come facevano i servi con me.
"Non ho intenzione di farti mia per oggi. Voglio semplicemente prendermi cura di te, farti un bagno, pettinarti i capelli... Perché tra un allenamento e l'altro abbiamo poco tempo da dedicare a noi..." rivelò, prendendo un pettine e districando lentamente tutti i nodi. Non che mi dispiacesse ripetere con lui gli avvenimenti della notte precedente ma l'idea che Okra mi facesse il bagno mi eccitava.
"Sicuro che non vuoi entrare?" lo punzecchiai, "qui c'è posto per entrambi". Okra emise un mugolio fastidioso, un capriccio.
"Non puoi chiedermi questo se sono concentrato a pettinarti"
"Ok. Scusa. Padrone. Continua pure" scherzai, rilassandomi. Giocammo con le bolle, i petali dei fiori. Okra lavò i miei capelli con i più costosi prodotti, comprati nelle erboristerie di Zerife. Lo bagnai diverse volte, per cui alla fine mi raggiunse in vasca. Mi portai le braccia al petto.
"Eccomi, era quello che volevi no? Fai la timida adesso?". In realtà, anche se mi aveva già vista come mamma mi aveva fatto, provavo lo stesso vergogna a mostrarmi e a vederlo. Anche se mi piaceva un sacco l'idea.
Okra mi diede un piccolo colpetto in fronte, ma quella volta fece più male del previsto.
"Ahi... Cos'era?"
"Cosa?"
"Avevi qualcosa in mano quando mi hai colpito, mostramelo". Lui scrollò le spalle, allora afferrai i suoi polsi lo costrinsi ad aprire i pugni. Non c'era nulla.
"Dove nascondi la pietra con la quale mi hai colpita?". Okra scoppiò a ridere. Voleva morire annegato in vasca.
"Che cosa ti ridi? Potevi farmi del male!" esclamai esterrefatta.
"Pietra hai detto? Ti sembra forse una pietra questa?" chiese, mettendomi sotto agli occhi un bellissimo anello diamantato.
"Woww... E questo...? Che vuol dire?". Okra sorrideva, quindi si alzò sulle ginocchia e mi spinse verso il bordo della vasca.
"Che vuol dire secondo te?". Il suo fiato mi solleticava il collo, quindi mi grattai. Era impazzito forse? Prima mi aveva fatto il bagno... Poi mi aveva portato un anello.
"È un anello di fidanzamento...?" azzardai, tutto d'un fiato.
"Sì, e non solo...". Okra mi prese la mano sinistra, e me lo infilò, non seguendo i soliti riti che prevedevano la risposta a monosillabi.
"Voglio che tu sia mia a tutti gli effetti. Voglio fare di te la compagna dei miei giorni. Voglio che ti prenda cura dei miei figli. Voglio invecchiare al fianco di questa bellissima ragazza, che mi sta sorridendo con i suoi occhi di ghiaccio. Non te lo chiedo perché non accetto un no come risposta. Io ho bisogno di Nehmra al mio fianco, ho bisogno di una regina come lei. Per questo, te lo dico, sii mia moglie. Io sarò il re pronto a sacrificare la sua vita, sposami Nehmra, sposiamoci domani stesso".

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