la promessa

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Il comportamento di Okra e il mio rifiuto verso Darnol mi fecero chiudere in me stessa. Da una parte soffrivo perché la persona che amavo non capiva i miei sentimenti e dall'altro perché una persona che mi amava stava a sua volta soffrendo.
"Non ti dannare nipote mia, devi portare pazienza...". La nonna provava a consolarmi, allungò una mano nella tasca e ne estrasse delle brioches.
"Quelle...? Da dove sbucano?". La nonna mi fece un sorrisetto malizioso. Sapeva che mi mancava il cibo della Terra e sapeva della mia fissa per i dolci durante i periodi no.
"Ti ho cresciuta nipote, questo è l'unico rimedio alla tua tristezza" replicò, lisciando i miei capelli con le dita mentre aprivo e mangiavo come se non lo facessi da secoli.
"È solo per oggi però, quindi conservane qualcuna per altre evenienze... Non ne ho prese molte dal nostro mondo..." mi informò, così ne misi qualcuna nel cassetto.
"Nonna ti devo chiedere scusa... Sono una completa frana con il Regno e tutto quello che mi hai insegnato con il libro non è servito a molto... Poi ho perso la collana che mi proteggeva dagli incantesimi..." mi lamentai ma la nonna si limitò ad osservarmi. Non mi disse né che stavo esagerando, né che le mie parole erano giuste. Semplicemente lasciò che parlassi... Come sempre...
"Sai perché non ti interrompo mai?". Scossi la testa. Davvero non ne avevo idea.
"Perché tu sei fatta così. Ti lamenti prima un sacco ma poi ne vieni sempre a capo... Sembra quasi un rituale portafortuna" scherzò, avvolgendomi un braccio attorno al collo.
"Quindi dici che devo seguire il mio cuore?"
"Dovrei risponderti? In poco tempo i tuoi poteri sono aumentati. E crescono di giorno in giorno. E poi ha una buona preparazione per portare a termine il progetto dei tuoi genitori. Te lo ripeto per l'ultima volta nipote. Non dubitare di te, perché tu sei la prescelta. Tu salverai la nostra Toriiaka. È scritto così nel Libro Sacro, le profezie non hanno mai sbagliato..." aggiunse dandomi un pizzicotto. Una serva giunse, interrompendoci. Eravamo convocate a una riunione speciale con il sovrano Arloc, nella sala dei troni.
Seguimmo la serva che chiuse poi le porte dietro di noi, senza entrare. C'era anche Darnol e la sua famiglia. Ma di Okra nessuna traccia.
"Nehmra, Darnol mi ha riferito che stai cercando i Quattro Frutti Magici..." mi interrogò il sovrano.
"Sì, per aumentare la mia energia avrei bisogno di almeno uno dei Frutti".
"Il Frutto di Nervedi è stato già prelevato anni fa. Mio figlio era malato, ha bevuto lui il succo" mi informò il re di Nervedi.
"Quello di Toriiaka è stato usato per fabbricare la tua collana, unito al liquido della farfalla blu..." disse la nonna, "per quanto riguarda quello di Temard è inutile cercarlo, ma dubito che non sia finito tra le mani di Dobran o di sua figlia Aric...".
"Quindi l'unico disponibile è quello di Zerife...?" domandai ma vidi il re Arloc molto contrariato.
"Il Frutto di Zerife va conservato per mio figlio... Non ho ancora eredi ma se dovesse succedere qualcosa a lui il Regno cadrebbe in disgrazia. È fuori discussione che tu lo prenda" mi congelò. Mi trovai con le spalle al muro. Come potevo riportare la pace a Toriiaka senza aver bevuto quel Succo Magico?
"Sovrano ci pensi ulteriormente... Il regno di Toriiaka è in grave pericolo e non ci sono reali a proteggerlo in questo momento. Se dovessero esserci problemi ne riceveremo anche noi le ripercussioni!" lo esortò Darnol, alzando un po'il tono di voce, difatti la madre e il padre lo rimproverano, costringendolo a non intromettersi. Mantenendo il suo posto.
"Non ho intenzione di discutere ulteriormente su questa faccenda! Ho preso la mia decisione e non la cambio. Ora vi prego di lasciare questa sale perché devo occuparmi di faccende burocratiche...". Il sovrano era nervoso, quindi ci cacciò in malo modo. I genitori di Darnol lo spinsero via, impedendogli di parlare con me. Mi vedevano come un veleno per il loro amato figlio. Ero certa che credevano lo portassi sulla brutta via.
"Non dargli retta nipote. Non mi sono mai piaciuti i reali di Nervedi. Non hanno mai pensato alla cooperazione. Erano degli egoisti anche quando tua madre era in vita. Non sono mai andate d'accordo Nelea e quella vipera..." disse la nonna, riferendosi alla regina.
"Come farò senza quel frutto? Sono spacciata... Se solo non avessi perso la mia collana..." riferii piagnucolante. In quel momento mi trovai Okra di fronte, con l'armatura pronto a seguire gli ordini di suo padre.
"Cos'è successo?" domandò con voce flebile ma io non risposi.
"Tuo padre ha negato a Nehmra la possibilità di cercare il Frutto magico di Zerife. L'unico frutto rimasto" rispose la nonna al mio posto.
"Nonna a lui non interessano queste cose, andiamo..." la esortai, così provai a superarlo ma lui mi afferrò per il polso. La nonna imbarazzata ne approfittò per sgattaiolare via e lasciarci soli a chiarire.
"Non ho mai detto quello"
"Cosa?"
"Che non mi interessi. Non l'ho mai detto...". Il mio cuore prese di nuovo a galoppare e mi odiai. Bastava una sua stupida frase a farmi illudere. Quanto ero conciata male?
"Me l'hai fatto capire comunque... Ma stai tranquillo, neanche tu interessi a me" dissi per ripicca, e mi tirai il braccio per farmi liberare. Okra mi prese per i fianchi e mi spinse verso le mura dei corridoi.
"Che fai? Qui passa la servitù e le guardie!" esclamai spaventata dalle sue intenzioni.
"Hai paura di me? Se volevo farti del male l'avrei già fatto..." confessò, con il viso a pochi centimetri dal mio.
"Io non ti capisco... Un giorno sei gentile e quello dopo sei burbero... Un giorno mi chiedi scusa e vorresti fare pace e quello dopo sembri odiarmi e farmi la guerra... Non conosco niente di te... Come potrei non temerti?". Okra sgranò gli occhi e lentamente si allontanò.
"Vedi? Lo sai anche tu che è la verità" continuai, sperando che mi dicesse qualcosa per farmi ricredere.
"Io..." esitò.
"Tu...?"
"Ti aiuterò a cercare il Frutto Magico per dimostrarti che non è la verità, invece" affermò, determinato.
"Hai intenzione di andare contro tuo padre?" gli domandai, per ricordargli che io non ero nessuno messa a paragone di suo padre. Se avesse risposto di sì, mi avrebbe dato la conferma che ero ricambiata.
"Mio padre non ha bisogno di quel Frutto più di quanto ne abbia bisogno tu".

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