Adagiammo piano Okra nel letto e chiedemmo alla servitù che avevamo liberato dalla prigionia di chiamare subito un medico. Avevo le mani sporche del suo sangue. Temevo il peggio. Okra non poteva morire, nel mio grembo c'era suo figlio. Volevo urlargli la verità, che ero incinta e che appena il bambino fosse nato, le nostre vite sarebbero cambiate per sempre. Il nostro piccolo mi aveva salvata da Hicar, la sua energia mi aveva protetto, portando alla nostra vittoria.
"Okra... Devi svegliarti... Non puoi restare in questo letto senza sapere ciò che ho da dirti... Ti prego...". Portai la sua mano al petto tra singhiozzi e lacrime. Detestavo vederlo in quella posizione supina con gli occhi chiusi. Appariva fragile e indifeso. Aggettivi che non potevano essere accostati al principe di Zerife.
"Nehmra, il medico è arrivato... Che ne dici di lasciarlo solo con Okra? Devo parlarti di una questione urgente..." suggerì la nonna, mentre il medico faceva la sua entrata per esaminare le condizioni di Okra. Mi asciugai il viso con il dorso della mano.
"Tornerò presto Okra, non preoccuparti" sussurrai, baciandolo sulla fronte. La nonna mi trascinò fuori e chiuse la porta.
"Nehmra so che la situazione è difficile ma devi reagire. Ora che hai ripreso in mano il tuo potere, sei l'unica sovrana di Toriiaka. Il popolo si aspetta molto da te, sanno che li hai salvati e non puoi certo stare con le mani in mano in questi giorni...". Sospirai abbattuta e mi accasciai al muro. Guardai le mani sporche del sangue di Okra.
"Sto tenendo il re Arloc sotto controllo. Pare abbia inalato un pezzo dei resti di Hicar durante la battaglia. Se non lo liberiamo potrebbe morire..." confidò, preoccupata.
"Dove lo hai rinchiuso?"
"Nella stanza dove un tempo tenevamo nascosta tua madre..."
"Nonna, quello che ha detto Hicar..." dissi, riferendomi alla nostra conversazione prima che potessi riprendere la collana di giada.
"Non ha detto molte bugie... Tua madre era umana, è vero. Non era ben vista dal popolo per questo motivo. Per me non era affatto così, la vedevo come una figlia. Ma lei era molto dispiaciuta del fatto che non possedesse i poteri di Onges e quindi mi pregò di trovare un modo per aiutarla ad averli. Durante uno dei miei viaggi, incontrai Hicar. All'epoca non sapevo fosse legata alla magia nera, quindi le chiesi un aiuto. Mi preparò una pozione per attivare l'energia intrappolata nel corpo di tua madre. Fu molto complicato, ma alla fine ci riuscimmo. Solo che nell'atto, tua madre ha assorbito qualche particella di magia oscura... E te l'ha trasferita alla nascita...". Mi portai una mano al petto. Quindi i miei poteri erano legati a quelli della strega?
"Non devi odiarti per questo, Nehmra. I poteri che hai sono solo tuoi, sei tu che li nutri, nessun altro. Pensa a sfruttarli positivamente. Hai imparato a dosarli, nemmeno tua madre ci era riuscita. Adesso sei ad un livello elevato" si congratulò mia nonna, ma io non ero affatto felice. Odiavo avere in me qualcosa che riguardasse Hicar e odiavo ancora di più mia nonna per non essere stata sincera con me.
"C'è poco da essere felici. Io non userò mai e poi mai l'energia di quella strega! Dovresti pensarla come me! Ha ucciso tuo figlio e la regina Nelea e ha accoltellato Okra! Io non ti perdonerò per avermi tenuto nascosto le origini di questo male che mi scorre nelle vene! Ti odio nonna!" urlai contro di lei per la prima volta. Rabbia mista a dolore si facevano strada in me e mi impossessarono.
"Nehmra io..."
"Basta! Vado in camera mia, ho bisogno di stare sola!". Mi chiusi a chiave nella stessa stanza che usavo quando ero appena arrivata. Mi accovacciai a terra e chiusi gli occhi. Non ne potevo di quei continui segreti, di quelle lotte, di quel potere. Avvertii una leggera fitta alla pancia, che passò subito.
"Piccolo, scusami. Ti ho fatto agitare... Perdonami, sono una pessima madre..." dissi, scoppiando in lacrime.
Ero disperata. Avevo sconfitto Hicar e i burattini di Dobran e Aric con l'aiuto delle persone che amavo, ma lo stesso mi sentivo infelice. Era come se ogni vittoria dovesse per forza affiancarsi ad una sconfitta. Il mio destino era non essere felice a pieno...
"Signorina...". Udii una voce familiare. Una voce da ragazza.
"Sì?". La porta si spalancò e Radia entrò con un sorriso stampato sul suo piccolo viso spigoloso.
"Sono venuta a portare una tisana alla Signorina, so che aspetta un bambino, sono davvero contenta per lei". Mi aiutò a sdraiarmi sul letto e a berla.
"Radia... Che piacere rivederti dopo tanto tempo...". La ragazza sorrise di nuovo e mi invitò a bere ancora.
"Anche per me è un piacere. Ero molto preoccupata il giorno in cui la signorina stava per sposarsi. Ma mi sono sentita sollevata quando ho scoperto che si era scambiata con Aric. Quella ragazzina ci ha dato filo da torcere! Lei invece, nonostante avessi problemi maggiori, è sempre stata cordiale nei confronti della servitù" mi ringraziò. Mi scese una lacrima di commozione, così allontanai il vassoio e la abbracciai.
"Signorina... Cosa?"
"Shh... Per un attimo dimenticati chi sono. Dimentica le nostre posizioni. Dimentica dove siamo. I rapporti di affetto non hanno subordinazioni. Nei rapporti d'affetto domina solo l'amore puro e incondizionato...". Radia incominciò a piangere, così io le davo piccoli colpetti sulla schiena per calmarla.
"Che parole meravigliose! La signorina è degna di essere regina... Abbiamo passato un inferno sotto Hicar. Ci trattava come schiavi... E durante l'agguato del matrimonio, molti miei amici sono morti... Inoltre lei non c'era, mi era sembrata la fine per Toriiaka..." rivelò singhiozzante.
"Lo so, lo so. Ma adesso io sono qui no? Nessuno può importunarvi. Con me al trono sarete liberi e avrete anche giorni di riposo. Ve lo assicuro" annunciai, staccandomi. Radia si riprese lentamente, aveva il naso arrossato e gli occhi gonfi.
"E adesso basta lagne! Tieni, è un piccolo regalo di ringraziamento". Le misi in mano la collana che mi aveva regalato Darnol. Non potevo meritarla, né Darnol avrebbe accettato che gliela restituissi, l'unica cosa da fare era regalarla a qualcuno che ne avesse davvero bisogno. Radia mi sembrava perfetta.
"Ma signorina... Questa collana è troppo preziosa!". Gliela chiusi tra le dita.
"È tua. Ora, non fare complimenti" risposi. Radia annuì e la indossò. Le donava parecchio, soprattutto con la sua carnagione bronzea.
"Signorina, vostra nonna Attenia mi ha detto di riferirle che ha trovato un modo per curare il principe. Se vuole vederla, la aspetta nella stanza dove il principe dorme". Saltai dal letto e mi fiondai nella stanza di Okra dove la nonna e il medico discutevano animatamente.
"Che succede?"
"Oh! La principessa, finalmente! Sua nonna è fuori di testa, vuole estrarre il succo dalla vostra collana per far riprendere il principe di Zerife" disse contrariato. Guardai negli occhi la nonna che faticava a fare lo stesso. Mi vergognavo per come l'avevo trattata.
"Nonna, davvero è possibile estrarlo?"
"Certo ma questo comporta una grave perdita per lei e il regno. È troppo rischioso. Quella collana viene forgiata da secoli, è una tradizione leggendaria. Al suo interno c'è anche l'essenza della farfalla blu. Se andasse perduta, il nostro regno cadrebbe in rovina...". Evitai le parole del vecchio e mi rivolsi alla nonna.
"Facciamolo!"
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𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫
FantasyNehmra ha un grande potere dentro di sé ma non lo sa. È cresciuta come una normale umana fino all'età di venti anni, per poi scoprire che molte verità le erano state nascoste al fine di proteggerla dai pericoli del mondo. Il giorno del suo ventesimo...