Hicar era incredula, pensava le stessi mentendo, quindi continuò a colpirmi ma non mi fece nemmeno un graffio.
"Ti ho detto come stanno le cose. La collana di giada è stata costruita al fine di proteggermi, prima che mettessi piede in questo mondo" dissi trionfante. Sapevo che avevo la vittoria in pugno. Da quel momento in poi nessuno mi avrebbe potuto contrastare. Hicar si adirò, e la sua rabbia scatenò tuoni che cominciarono a scagliarsi sul terreno che circondava il palazzo.
"È giunta la tua fine, mia cara... Dici pure addio alla tua miserabile esistenza!". Abbassai i miei poteri sullo stesso livello e andai all'attacco. Mai come in quel momento mi sentii sicura di me. Non esitai nemmeno un attimo. Anche se l'avessi uccisa, non me ne sarei mai pentita. Quella donna dall'animo malvagio, aveva rovinato la vita di molte persone, facendo ricadere su degli innocenti gli sbagli del passato dei reali del regno.
Prima che il mio attacco potesse andare a segno, Hicar mutò espressione e da adirata, divenne pacata. Firmò con le mani un triangolo e evocò a sé tutti i poteri, per poi assilarmi con quelli. Chiusi gli occhi mentre i miei e i suoi impattavano. Ci fu un enorme boato, tanto da scuotere l'intero palazzo. Anche la terra sotto i nostri piedi si scosse. Era in atto un dispendio di energia mai visto. Un vero scontro tra titani. Qualcosa di leggendario.
Mi coprii la faccia mentre venivo scaraventata indietro e urtai contro il muro, per poi cadere a terra frastornata. Mi toccai dietro la nuca. Stavo sanguinando. Hicar scoppiò a ridere. Una risata simile a quella della figlia, mi urtavano i nervi entrambi. Sì avvicinò e mi mise un piede sulla pancia, dove c'era lo scudo protettivo che avevo creato per il bambino.
"Hicar... Non toccarlo... Non osare..." le intimai, stringendole le caviglie. Non potevo capire come aveva fatto a colpirmi, nonostante ci fosse la collana di giada della nonna.
"Sei curiosa del perché sono riuscita ad attaccarti nonostante la collana? Te lo spiego subito. Vedi la tua cara collana può si difenderti dagli attacchi esterni, ma non hai contato il fatto che io possiedo dentro me anche i poteri della tua defunta madre... Sorpresa eh? Adesso chi delle due è vicina alla morte?". Respiravo a male e avevo paura che lo scudo potesse non reggere. Se Hicar lo avesse distrutto con i poteri assorbiti da mia mamma, il mio bambino sarebbe morto. Spinse il piede verso il basso mente lo scudo faceva pressione pur di non spezzarsi.
"Ti prego resisti, ti prego..." pregai, mentre calde lacrime mi rigavano le guance. Non potevo perdere il mio bambino. Non volevo. Era da poco nella mia pancia ma già mi sentivo legata a lui in una maniera che solo una madre può capire.
"Che dolce il sapore della sofferenza... Che dolce vederti in queste condizioni... Oggi è un giorno speciale! Il giorno in cui mi riprenderò quello che mi è stato rubato da tuo padre! Manchi solo tu e il quadro è completo! Va' all'inferno con i tuoi cari genitori!" sbottò, puntandomi contro il bastone. Lo scudo protettivo incominciò a frantumarsi, fin quando non si ruppe definitivamente.
Quindi era così che doveva finire. Il male l'aveva vinta sul bene. Io non ero stata in grado di proteggere chi amavo. Non ero stata in grado di essere una buona madre, né una buona moglie, né una buona figlia. Non ero stata in grado di essere una buona sovrana. Una persona pressoché inutile. Guardai quel cielo scuro mentre le forze mi abbandonavano. Pioveva. Proprio come il giorno del mio compleanno. Ero stata così felice. Non mi sarei mai aspettata che l'indomani fossi partita per una delle avventure più strabilianti mai vissute prima di allora. Che la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Che avrei conosciuto tante persone e che mi avrei fatto tanti nemici... Io che ero una semplice ragazza di campagna, per magia trasformata nella futura regina di un regno ultraterreno... Solo una come me poteva resistere fino allo stremo senza farlo pesare a nessuno. Io che avevo vissuto con la mia amata nonna e che mi sentivo in dovere nei suoi riguardi da sempre, e quello che le davo non sembrava mai abbastanza...
"Perdonami nonna, perdonami bambino mio, perdonami Okra, perdonatemi genitori, perdonatemi popolo..." chiusi gli occhi attendendo supina il colpo fatale. La pioggia mi infradiciò completamente. Avvertii una sensazione di calore partire dall'addome. Una luce potente e radiosa che uscì fuori e mi costrinse ad urlare dal dolore. Hicar ne fu completamente avvolta e mentre scalpitava, il suo corpo si levò nell'aria, come se fosse intrappolata in una bolla. Un fulmine che partì dal cielo sì scagliò su di lei mentre urlava e scalpitava di voler scendere giù. Divenne polvere e i suoi resti piovvero come fiocchi di neve in inverno. Guardavo sconvolta la scena, chiedendomi chi fosse l'artefice di tutto ciò. Poi mi toccai la pancia. Possibile che fosse stato il mio bambino? Era ancora dentro me, potevo percepire la sua energia.
"Nehmra... Nehmra... Come stai?" la nonna accorse e si inginocchiò al mio fianco.
"Sto bene... Anche il bambino fortunatamente". La nonna mi posò una mano sulla pancia e tirò un sospiro di sollievo.
Successivamente arrivò anche Okra. Aveva il corpo pieno di ferite. Eravamo entrambi in pessime condizioni. Tossicchiai e sputai delle gocce di sangue.
"Nehmra, dobbiamo chiamare un medico..." disse Okra preoccupato.
"Sto bene... Tranquilli... Tuo padre invece? Dov'è...?". Okra si voltò.
"Stava combattendo con me contro i burattini di Hicar fino a poco fa, poi si sono improvvisamente dissolti e sono corso da te... Sicura che va tutto bene?". Annuii e gli posai una mano sul viso sporco di sudore e sangue.
"So che non è il momento adatto, avrei preferito dirtelo prima ma... Vedi, sono successe tante cose e non ho avuto il tempo...". Okra mi baciò il palmo e strinse la mia mano aspettando che parlassi.
"I motivi per cui non sono stata molto bene di salute in questi giorni riguardano la mia gravi....". Vidi il petto di Okra sanguinare. Aveva al centro la punta di una spada. Okra boccheggiava, cercando di tirare fuori qualche parola ma tutto quello che ne uscì fu ti amo. Cacciai un urlo disperato e mi accasciai su di lui.
"No! Ti prego! Non mi fare questo! Non mi abbandonate, ti prego!". Tentai invano di animarlo ma la nonna ad un certo punto mi allontanò.
"Nonna... Ti prego... Aiutalo... Cosa posso fare per lui?" la nonna mi costrinse a calmarmi prima di tutto. Ma io non potevo. Temevo che Okra mi stesse abbandonando.
Il re Arloc era in piedi dietro di lui con la spada in mano. I suoi occhi erano neri come la pace.
"È stato impossessato... Questo dev'essere stato l'ultimo tentativo di Hicar di vederti soffrire, prima che morisse. Devo sigillarlo e tenerlo sotto controllo" disse la nonna, creando una gabbia di energia e rinchiudendo il re lì dentro.
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𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫
FantasyNehmra ha un grande potere dentro di sé ma non lo sa. È cresciuta come una normale umana fino all'età di venti anni, per poi scoprire che molte verità le erano state nascoste al fine di proteggerla dai pericoli del mondo. Il giorno del suo ventesimo...