ricordi

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Avvertii un leggero fastidio agli occhi. Una luce accecante che mi fece destare dal sonno. Battei le palpebre più volte, coprendomi il viso con la mano. Che ore erano? Che giorno era?
"Finalmente... Sì è svegliata! Eravamo molto preoccupati per lei" disse una serva, prendendomi la mano.
"Perché? Cosa mi è successo?"
"Non ricorda nulla? Il principe la sta aiutando ad acquisire i suoi poteri. Lei ha superato la soglia dello sforzo ed è svenuta. Sono tre giorni che dorme serenamente in questo letto. Il sovrano era molto preoccupato... Ha chiamato un medico...". In quel momento iniziai a sentire un leggero bruciore anche nelle parti intime, così strinsi i denti.
"Che succede? Sì sta sentendo male?" sì allarmò la serva.
"Il medico ha controllato se fossi vergine?" chiesi, stringendo le gambe. La serva abbassò lo sguardo imbarazzata.
"Be'... A dire il vero si... Visto che l'ultima volta sì è rifiutata di farsi visitare...". Mi alzai subito ed ebbi un leggero giramento di testa.
"Signorina, che fa? Lo sa che deve stare a riposo. Può mettere a repentaglio la sua salute..." cercò di fermarmi ma con una spinta la buttai a terra. Guardai la mia mano. Emetteva delle leggere scosse elettriche. Davvero avevo già acquistato i miei poteri?
"Perché? Perché senza il mio permesso?" urlai al re, mentre era intento a discutere con Okra di faccende riguardanti il regno.
"Non è questo il momento Nehmra" sviò il principe, guardandomi torvo.
"E invece lo è. Avete permesso a quel medico di toccarmi senza il mio permesso. La mia opinione vale così poco? Perché allora non mi lasciate libera così possono anche uccidermi!" esclamai con un misto di odio e sofferenza. Odiavo che tenessero in pugno la mia vita. Per questo volevo trovare in fretta in modo per imparare a lottare, così avrei saputo difendermi senza appoggiarmi a loro. Non volevo essere un burattino.
"Nehmra ti ricordo che stai parlando con il sovrano di Zerife. Mio padre. Non ti permetto questo tono...". Il re fece cenno al figlio di restare in silenzio.
"Come sai tu sei la promessa sposa di mio figlio, dovevo accettarmi che non ti avessero deturpata" rispose semplicemente.
"Quindi se lo avessero fatto mi avreste abbandonata al mio destino. È questo che state dicendo?!". Ero furiosa. Non potevo credere al fatto di dover sottostare a quei due maschilisti egoisti.
"Adesso basta! Torna nelle tue camere, all'istante!" mi interruppe Okra, tuonando con la sua voce. Soddisfai il suo desiderio di non vedermi tra le scatole, così andai a prendere una boccata d'aria in giardino. C'erano dei piccoli boccioli di rosa che emanavano un odore freschissimo, mi ricordava tanto il giardino di Toriiaka. Sospirai e presi in mano la collana di giada blu.
"Nonna, se riesci a sentirmi, manterrò la tua promessa. Ti voglio un mondo di bene. Mi manchi tantissimo" ammisi e non mi accorsi di aver iniziato a piangere. Mi asciugai il viso con il dorso della mano e alzando gli occhi lo vidi.
"La tua presenza non è gradita". Okra era incerto se avvicinarsi o no.
"Io e mio padre stavamo parlando di incarichi importanti. Non puoi venire ad interromperci urlando in quel modo. Sei stata molto scortese..."
"Ah sì? Io scortese" scoppiai in una risata isterica, "è da quando sono arrivata che mi metti i bastoni tra le ruote! Mi punzecchi di continuo guardandomi dall'alto in basso come se io fossi di rango inferiore al tuo. Ti ricordo che sono la futura regina di Toriiaka". Scoppiai letteralmente. Credevo di avere le guance in fiamme per la rabbia. Avrei voluto farlo a pezzettini quel prepotente.
"Hai ragione forse... Forse ho esagerato un pochino ma... Non intendevo farti soffrire" lo fulminai con lo sguardo.
"Io non mi sposerò mai con uno come te! Piuttosto mi rinchiudo nelle segrete a vita!" ammisi, carica d'odio.
"È così? Va bene, allora stanotte ci dormirai di nuovo... Tanto per farti felice!" ribatté e se ne andò.
"Io ti odio! Lo capisci? Sei un bambino ottuso! Vergognati!" continuai e sempre adirata strappai tutti i petali della rosa che avevo colto. Non feci molta attenzione alle spine per cui mi ritrovai con le mani sanguinanti. La serva che era accorsa richiamò il dottore che dovette procedere con delle fasciature.
"Bel pasticcio signorina! Adesso dovrà aspettare minimo una settimana prima di ritornare con gli allenamenti" mi avvisò. Sbuffai.
"Sapete di chi è la colpa? Di quello sbruffone del principe di Zerife! Avesse un goccio della dolcezza e nobiltà d'animo del principe Darnol di Nervedi..." dichiarai, non accorgendomi che il sovrano Arloc era sulla porta ad osservarmi.
"Oh Sua Maestà... Entri pure".
"Come sta mia nuora?"
"Sta bene, ma dovrà riposare ancora". Il re Arloc mi mise una mano sulla spalla, quindi mi radrizzai. Ero solita assumere posture molto scorrette.
"Devi provare a compatirlo. So che è difficile, ma Okra è cresciuto solo con un padre. Sua madre è morta quando era molto piccolo mentre io ero con l'esercito fuori città" rivelò il re.
"Mi dispiace, non lo sapevo, sono dispiaciuta per la sua perdita"
"Nehmra io credo che tu e mio figlio possiate portare prosperità ad entrambi i regni, altrimenti non ti avrei certo scelta come mia nuora. Credo in te, raggiungerai grandi traguardi".

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