re Dobran

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Il proprietario della locanda fu tanto gentile da prestarci una carrozza per riportarci a Zerife. Lo salutammo con una modesta somma di denaro, in realtà era tutto ciò che avevamo nelle nostre tasche. Ma fu una delle poche persone sconosciute sul nostro cammino ad averci accolto e trattato bene e quindi meritava ogni moneta in quel sacchetto.
"Mi occupo io di guidare il cavallo" suggerì con freddezza Okra. Quella mattina non mi aveva degnato di un'occhiata. Sembrava quasi la temesse. Pensai fosse imbarazzato per la situazione creatasi tra noi durante della notte. Dovevo mettermi l'anima in pace. Probabilmente era soltanto stanco e ammalato, e mi aveva chiesto scusa soltanto perché sotto l'effetto della febbre. Non perché realmente intenzionato alla nostra riappacificazione.
"Va bene, ci vediamo dopo". Si limitò ad annuire e salire sulla carrozza. Mi diedi la spinta e sedetti sul retro con la nonna. Okra lanciò un urlo per avvertire il cavallo di mettersi in marcia. La nonna capì che era successo qualcosa, mi leggeva dentro solamente guardando il mio viso.
"Cosa succede nipote cara?" chiese, mettendomi una mano sotto al mento, un gesto così amorevole...
"Lo vedo strano... Ieri era meno distaccato...". La nonna ridacchiò e mi attirò a sé.
"Dagli i suoi tempi. Ogni persona ha bisogno di metabolizzare le situazioni in modo diverso... Okra è decisamente meno affettuoso e irruento di te. Non te ne sei accorta?"
"Questo si ma... Anche io sono timida però non cambio idea da un giorno all'altro! Okra è così volubile... Lo odio per questo! Vorrei che fosse per una volta più affettuoso..." risposi mettendo il broncio. La nonna mi dava piccoli colpetti sulla schiena e mi confortò, dicendo che se teneva davvero a me non mi avrebbe lasciata mai. Storsi il naso e provai ad immaginarmi un Okra affettuoso. Ma mi passarono davanti solo immagini imbarazzanti. Okra che mi baciava in modo spinto sul letto nella mia camera di Zerife... Okra che mi invitava a fare il bagno con lui... Okra che mi aiutava a slacciare un vestito con le sue dita affusolate...
"NoOoOoOoOoO! Non è questo che intendo con affettuoso!". Urlai a me stessa per cui la nonna mi guardò sbalordita. Okra fermò la carrozza addirittura e ci intimò dalla sua postazione di smettere di litigare.
"Non stiamo litigando... Pensa a guidare questo cavallo!" replicai, per poi deglutire rumorosamente mentre la nonna tratteneva le risate. Le diedi una piccola gomitata per farla smettere.
"Ok, la finisco qui ma tu nipote cara, sai sempre come rallegrarmi. Sei un dono prezioso"
"Ah nonnina cara, ti ringrazio, anche tu sei il mio dono prezioso che custodirò sempre gelosamente..." dissi abbracciandola e strofinando la guancia al suo braccio robusto.
Udimmo presto le mura della città sollevarsi per permetterci di entrare
a Zerife. Mi sporsi un po' fuori e vidi un'enorme folla accalcata che inneggiava al ritorno del principe.
"Principe Okra, siete bellissimo!"
"Principe Okra dov'è la vostra sposa?"
"Principe Okra che portamento regale!"
"Principe Okra siete sano e salvo!"
"Principe Okra siete identico a vostra madre!". Fanciulle di ogni età ai lati della strada sospiravano ammirando la sua bellezza, ma Okra si limitava a salutare con un cenno del capo. Non era minimamente interessato a quegli elogi sul suo aspetto fisico. Nonostante fosse perfetto come un dipinto, lui non gli dava affatto importanza. Al primo posto c'era il regno e la sicurezza dei suoi abitanti. Tutto il resto sarebbe venuto dopo...
Lo osservavo dalla tendina, il sole che lo baciava, era un principe a tutti gli effetti. Il sovrano che tutti volevano avere. Zerife era molto fortunata  al contrario di Toriiaka...
Chiusi la tenda e tornai dalla nonna che mi stava sbirciando incuriosita.
"So a cosa stai pensando nipote. Ma è questione di tempo. Appena tornerai a Toriiaka anche gli abitanti del posto ameranno la loro regina...". Regina. Che parola pesante. Era un fardello sulle spalle solo sentirla nominare. Avevo sentito di regine solo nei libri di storia e nei film storici. Ma nessuna di loro mi era sembrata particolarmente felice. Forse perché il potere porta grandi responsabilità...
Superata la città, si aprirono anche i cancelli che portavano a palazzo. E fermata la carrozza aiutai la nonna a scendere lentamente mentre io con un balzo ero già atterrata. Rimasi di stucco nel vedere una figura dai capelli bianchi voltata di spalle, quasi volesse essere pregata da me di girarsi.
"D..Darnol?" esitai, meravigliata che mi avesse raggiunta a Zerife.
Il mio vecchio amico si girò di scatto con un sorriso dolce.
"In carne ed ossa. Sono ancora vivo mia cara, nonostante tu mi abbia abbandonato con questa lettera spazzatura" disse, facendola in mille pezzettini e gettandola al vento.
"Voi siete il principe di Nervedi? Il regno di ghiaccio?"
"Lo sono e lei è la famosa nonna di questa fuggitiva?" scherzò Darnol, riferendosi a me.
"Sono io, Attenia, piacere di conoscervi". Sì strinsero la mano.
"Non è il momento dei giochetti. Il sovrano ci aspetta di sopra" irruppe Okra, demolendo l'atmosfera di allegria che si era creata tra noi. Darnol lo prese in giro, scimmiottando i suoi movimenti rigidi. Erano totalmente opposti quei due. Uno aveva la testa di un bambino irrequieto, un altro quella di un vecchio saccente.
Nella sala dei troni erano presenti anche la madre e il padre di Darnol che come al solito mi ignorarono. Arloc invece venne ad assicurarsi da vicino che stessimo bene, ringraziando di persona mia nonna per essersi presa cura di noi.
"È un vero miracolo, e tu Nehmra... Il tuo potere è strabiliante..." sì congratulò anche se sapevo che mi considerava una minaccia per suo figlio.
"La ringrazio sovrano" risposi inchinandomi leggermente.
"Potete strabiliante dite? Lo vedremo quando si troverà faccia a faccia con il re Dobran". Guardai la regina di Nervedi che mi fissava con repulsione e odio, poi guardai il figlio.
"Re Dobran? Il padre di Aric? Non era morto". Un cattivo presentimento mi pervase l'anima.
"Volevo dirtelo con calma ma a quanto pare..." Darnol si fece coraggio per avvertire me e la nonna con il tono più pacato possibile, "il padre di Aric ha assediato e conquistato Toriiaka, dopo che ha scoperto che gli hai ucciso la figlia. Vuole vendetta..." rivelò con il labbro tremante per la preoccupazione nei miei confronti.
"Andrò a Toriiaka e lo fronteggerò" dissi spavalda, rubando una spada a una guardia.
"Sei impazzita per caso? I tuoi poteri non gli fanno nemmeno il solletico!" mi rimproverò Okra, sfilandomi l'arma e restituendola al condottiero.
"Come no? Se con Aric..." la regina di Nervedi mi rise in faccia.
"Credi davvero che il potere del padre equivalga a quello di un figlio? Allora non le avete insegnato nulla?" si rivolse a mia nonna, che intimorita abbassò lo sguardo a terra.
"Insegnarmi cosa?". La regina di Nervedi ci raggiunse ticchettando con le sue scarpette sul pavimento lucido, e il suo mantello bianco scivolava ad ogni passo.
"Tua madre è morta a causa sua. Da anni Temard usa pratiche di magia oscura, di assorbimento dell'energia. Quella notte, la regina di Toriiaka e quella di Zerife stavano lottando per sconfiggerlo. L'energia oscura della regina di Toriiaka nel vedere l'amica in difficoltà si manifestò e si rigettò su Dobran ma quest'ultimo la assorbì per intero. Nella colluttazione, la regina di Zerife morì mentre tua madre si ammalò gravemente, privata della sua energia spirituale. Al momento il re Dobran possiede tutti e quattro i poteri delle 4 regioni. È un sovrano troppo potente, persino per te" spiegò la regina di Nervedi.
"Quindi? Quindi devo lasciare i miei abitanti soccombere?" chiesi a tutti con le lacrime agli occhi. Quel ruolo non mi si addiceva ma mai avrei lasciato qualcuno abbandonato al suo destino. Non ero un'egoista. Nessuno mi rispose. Avevano tutti l'aria preoccupata e sconfitta.
"Allora ascoltatemi bene. Io Nehmra regina di Toriiaka, prometto sul nome di mio padre il re Onges e su quello di mia madre la regina Nelea, di liberare il mio popolo. A costo della vita!" giurai a denti stretti davanti a tutti loro.

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