nel regno di ghiaccio

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Appena ripresi conoscenza ero sdraiata su un letto durissimo, che mi ricordava molto quello di casa mia sulla Terra. Diversi paia d'occhi mi osservavano battendo le palpebre, incuriositi e interrogativi. D'istinto mi portai le ginocchia al petto.
"Che volete da me? Chi siete?". Un ragazzo con la capigliatura folta e del colore della neve si sedette all'estremità del mio letto, invitando la servitù a lasciare la stanza perché avevo bisogno dei "miei spazi".
"Questi non sono i miei spazi..." gli feci notare. Lui sorrise e mi disse che se ne sarebbe andato subito ma prima voleva spiegarmi la situazione.
"Da quel che abbiamo saputo, i ribelli appartengono alla città di Temard. Sono venuti a conoscenza che tenevate prigioniera la principessa Aric".
"Non la tenevamo prigioniera. Mio padre voleva proteggerla, l'ha cresciuta come se fosse sua figlia" lo corressi.
"Tuo padre sapeva bene il rischio a cui andava in contro. Temard cerca di conquistare Toriiaka da prima che tu nascessi. L'esercito è sempre riuscito a difendere la vostra città ma a quanto pare stavolta la forza non è bastata. Non basta mai se non è accompagnata dall'intelligenza" mi provocò, alzando un sopracciglio.
"Cosa vorresti dire? Che la mia famiglia è stata avventata? Siamo una famiglia reale proprio come la tua!".
"Non oso parlare male di chi non è presente. E inoltre, se avessi avuto cattiva considerazione di voi, adesso non saresti qui. Mio padre e mia madre sono molto grati a Toriiaka perché in tempi bui ci ha dato sempre una mano, quindi è sembrato giusto ricambiare". Quando c'era di mezzo il potere, dall'altro lato c'era sempre un baratto. Quello mi stava diventando ben chiaro.
"E quindi? Non potrò stare qui per sempre... Devo ritornare il prima possibile da mia nonna... Per farmi venire qui si è sacrificata, se quei ribelli la trovassero nelle campagne...". Non mi resi conto che improvvisamente la temperatura era calata, per cui iniziai a tremare come una foglia.
"Che succede?". Il ragazzo sbuffò e chiamò a gran voce la servitù.
"È finita la legna nel camino. Cambiate la principessa e fatele un bagno caldo. Mettetele dei vestiti puliti e noi ci vediamo a cena" concluse facendo un leggero inchino prima di andare via. Non capivo il suo carattere. A volte sembrava gentile, altre superbo. Fatto sta che grazie al suo ordine mi trattarono con gentilezza. Il bagno che mi preparano con dei sali profumati mi rimise al mondo. I vestiti invece erano un po' stretti ma provai comunque ad indossarli per la cena di famiglia. Il re e la regina avevano un aspetto parecchio severo. Lineamenti per nulla delicati lui, lei invece occhi glaciali e giudiziosi.
"Mi auguro che la cena sia di vostro gradimento, principessa" finse un sorriso. Abbassai la testa e qualche capello andò a finire nel piatto.
"Per carità! Le buone maniere non te le hanno insegnate? Leva quei capelli dal piatto!" urlò sconcertata.
"Scusatemi, davvero"
"Mangiamo dopo la preghiera" ordinò il re. Mi unii all'Amen finale e poi presi la forchetta e il coltello per tagliare la carne. Non era per nulla morbida come quella della nostra regione. Un pezzo volò nel piatto della regina, per cui fui mandata a letto senza cena. Mi abbassai sul pavimento, tenendo la testa tra le gambe. Piansi per diverso tempo. Quel posto non mi piaceva per niente. Era un'atmosfera lugubre e mi dava la sensazione di un perenne inverno.
"Posso entrare?". Il principe bussò alla porta.
"Non dovevi rispettare i miei spazi?"
"Non posso adesso..."
"E perché mai..."
"Fammi entrare e te lo spiego". Abbassai la maniglia e glielo permisi. Un po' mi scocciava averlo alle calcagna ma volevo capire cosa avesse da dirmi.
"Mia madre tiene molto al portamento. Quando ero piccolo ero molto ribelle e questo è quello che mi è costato". Sì abbassò la veste.
"No... Ma che fai? Sei impazzito..." mi coprii gli occhi un attimo poi tra le fessure delle dita, notai delle cicatrici lunghe e sottili.
"Tanti colpi di frusta e mi ha messo in riga mentre mio padre guardava impotente". Aspettai voltata che si sistemasse.
"Ma avere dei genitori così è un vero incubo! Mio padre voleva darmi in sposa al principe di Zerife, fortunatamente mi sono scambiata con Aric altrimenti...". Il principe scoppiò a ridere.
"Davvero? Vi siete scambiate per il matrimonio?" mi voltai e annuii.
"Sì, non avrei mai sposato un uomo che non conosco solo per i soldi e il potere...".
"Be' hai avuto coraggio, e poi molti sicuramente non la pensano come te, a chi non fa comodo essere imparentato con un potente reale?" disse sarcastico.
"Io avrei preferito vivere la mia vita come normale ragazza di campagna". Il principe alzò la mano, divertito.
"Che vuoi dire?"
"Avvicina il tuo palmo...". Lo feci. Era una specie di batti cinque o cosa?
"Nehmra, non mi sono presentato a dovere. Mi chiamo Darnol e sono il secondogenito dei sovrani di Nervedi, benvenuta nel nostro regno".

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