amnesia

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"Aspetti! Aspetti! Non sia avventata!" il vecchio medico mi rincorse, cercando di farmi ragionare.
"Per arrivare a questa conclusione, vuol dire che le condizioni di Okra non sono positive. Credo nella nonna, e poi devo restituire il favore a Okra. Il principe di Zerife ha usato il suo frutto per me. Io userò quello contenuto nella mia collana per lui!" esclamai, determinata. Non avrei messo gli interessi del regno prima di quelli della mia famiglia, anche se molti sovrani al mio posto l'avrebbero fatto.
"Lei è una pazza scellerata! Sa cosa vuol dire rompere quella collana? Che il nostro regno cadrà in disgrazia e la colpa sarà solo sua!". Stanca di udire le parole del vecchio, gli diedi un colpo netto dietro la nuca, facendolo svenire.
"Non preoccuparti, si riprenderà. Procediamo?" domandai alla nonna che era rimasta allibita per la scena. Non era da me colpire gli innocenti, ma quel medico avrebbe continuato a chiacchierare senza sentire le ragioni del mio gesto. Era l'unica soluzione.
"Sì, dammi la collana". La nonna aprì il palmo.
"Proviamo entrambe al mio tre ok? Creiamo uno spazio di risucchio". Annuii e mi concentrai, incanalando la mia energia verso la collana. La nonna fece altrettanto, e mano a mano questa incominciò a vibrare. Come previsto, si sfaldò dapprima e successivamente si ruppe del tutto. Il liquido cominciò a gocciolare ma prontamente la nonna lo fece scivolare in una boccetta, prima che cadesse a terra. Oltre al liquido l'essenza della farfalla blu leggendaria andò perduta per sempre.
"Nonna, non potrò mai più recuperare l'essenza della farfalla blu. Non è vero?". La nonna bagnò le labbra di Okra con il succo di Toriiaka.
"La farfalla si presenta ogni cento anni, e solo dai sovrani che portano benefici al Regno. Quello era l'ultimo ricordo di tuo nonno. Vedi, è stato un re molto devoto e potente, non mi sarei mai aspettata che la situazione sarebbe precipitata in questo modo..." rivelò, cupa in volto. Mi sentivo colpevole di aver separato la nonna da un ricordo tanto prezioso.
"Mi dispiace nonna..." ammisi, con profondo rammarico.
"No. No. Non devi dispiacerti. Avrei fatto la stessa scelta se tuo nonno fosse stato al posto di tuo marito" disse, guardando Okra che dormiva serenamente. La nonna mi venne vicino e mi mise una mano sulla spalla.
"Stagli vicino, ha bisogno delle tue cure"
"Certo, non lo lascerò solo...". Se ne andò, così io mi avvicinai ad Okra e gli strinsi la mano.
"Sei davvero incantevole mentre dormi. Amo questi lineamenti marcati. Ti sta crescendo un po' di barbetta, appena ti riprenderai ti aiuterò a toglierla. Come tu mi hai aiutata a fare il bagno, te lo ricordi? E ti amo anche io Okra, anche se l'ultima volta non sono arrivata a dirtelo...". Abbassai il capo e notai che il suo dito indice si era mosso leggermente.
"Okra? Mi senti? Okra?". Lentamente anche le palpebre iniziarono a muoversi. Poi i suoi occhi si aprirono improvvisamente e emise un respiro profondo, come se fosse uscito da sott'acqua.
"Okra! Non ci posso credere! Ha funzionato davvero!" esultai, stringendogli il collo e attirandolo a me. Gli spostai i capelli dal viso. Okra rimase impassibile. Quasi come se non mi riconoscesse.
"Sono Nehmra, tua moglie. Sono passati pochissimi giorni e già non ti ricordi?" scherzai. Ma Okra non sorrideva né emetteva un suono. Mi preoccupai.
"Okra... Puoi sentirmi? Puoi parlare?". Dubitai dei poteri del succo. Forse mischiato all'essenza della farfalla blu aveva creato qualche effetto collaterale.
"Io... Io... Non ti conosco... Non mi ricordo chi sono..." disse, mettendosi una mano sulla tempia.
"Come? Provi dolore?"
"Mi fa male la testa..." rispose. Lo feci sdraiare e ordinai alla servitù di portare una tisana per farlo rinvigorire.
"Non ricordi nemmeno come ti chiami?". Okra scosse la testa ed era visibilmente imbarazzato dalla mia presenza. Appena portarono la tisana, lo aiutai a berla, poi gli pulii le labbra con un fazzoletto.
"Scusami... Se sei mia moglie, in questo momento starai soffrendo molto". Era cambiato totalmente dall'Okra che conoscevo io. Quell'Okra appariva meno maturo e più sensibile.
"Tranquillo, sono sicura che ti riprenderai. L'importante è che stai bene, per me conta quello" replicai sorridendo anche se dentro volevo morire. Avrei voluto tanto parlare della mia gravidanza, ma non mi sembrava il momento opportuno per lui. Lo lasciai solo nella sua stanza e chiesi a una guardia di tenerlo d'occhio. Temevo che dimenticando tutto sarebbe scappato da un momento all'altro, impaurito dalla situazione. Mi ricordava me appena arrivata a Toriiaka.
"Signorina! Come sta il principe?". Radia accorse con una pila di indumenti sporchi in mano.
"Oh! Attenta! Potresti scivolare..." dissi con accortezza, "si è svegliato ma è come se non ricordasse nulla del suo passato, né le informazioni personali..."
"Cosa? Davvero non ricorda nulla? Nemmeno di lei?". Scossi la testa.
"Dà a me qualche vestito, ho bisogno di pensare ad altro in questo momento..."
"Ma signorina..."
"Ti prego..." supplicai Radia, così la serva acconsentì. Andammo entrambe al laghetto per lavare i panni.
"Strofini con il sapone e poi risciacqui, strizzi bene e li metta ad asciugare al sole, proprio così!" annunciò, dimostrandomi come fare. Fui contenta di aiutarla, almeno avevo fatto qualcosa di buono...
"Guarda, guarda, chi si rivede!" esclamò una voce, che mi fece sobbalzare.
"Darnol? Che ci fai qui?". Il ragazzo si avvicinò e si stiracchiò su un tronco, con le gambe distese.
"Sono venuto a farti visita. Te l'avevo promesso. A proposito, come sta il tuo...". Mi accorsi che Darnol si zittì subito. Probabilmente Radia gli stava facendo segno di non nominare l'argomento Okra.
"Ma quella... Quella non è la collana che ti avevo regalato?" chiese, notando il ciondolo al collo di Radia. La serva abbassò lo sguardo imbarazzata, e la strinse tra le dita.
"Sì, be', non offenderti ma...". Darnol scattò in piedi e mi ignorò completamente per ammirare Radia da vicino.
"Wow. Ti sta d'incanto. Cioè, sta meglio a te che a Nehmra". Era una frecciatina quella? Un dispetto per non averlo corrisposto? Anche se lo fosse stato, non mi dispiaceva. E poi dalla mia posizione di terzo incomodo quei due stavano proprio bene insieme...
Passammo il pomeriggio a chiacchierare, a dare da mangiare alle anatre, a lavare gli indumenti e poi rientrammo a palazzo. Darnol disse di voler restare qualche giorno, e io acconsentii. Faceva di continuo battutine stupide per far ridere e arrossire Radia. Avevo capito già da allora che c'era chimica. Le loro posizioni soltanto era un grave problema. Con la madre che si ritrovava Darnol, dubitavo gliela facesse passare liscia.
"Ragazzi, vi lascio soli, io vado a controllare Okra" annunciai salutandoli. Percorsi il corridoio finché non vidi un'ombra alla fine di esso muoversi nel buio e con velocità inaudita. Mi portai una mano al petto.
"Chi è?". Ebbi molta paura. Avanzai con cautela finché qualcuno non mi strattonò e mi puntò una lama al collo.

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