allenamento

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Il principe si era preso gioco di me. Non voleva aiutarmi a sviluppare i miei poteri. L'unica parente in vita era mia nonna e non la vedevo da tre mesi. Non sapevo se stesse bene lì fuori, ma se l'avessero presa sicuramente l'avrebbero torturata per farle rivelare dove ero nascosta. Infilai le mani nei capelli e scoppiai a piangere. Mai come in quel momento mi sentii davvero come Okra mi descriveva: un'inutile umana. Cosa avevo fatto finora per la mia famiglia? Loro mi avevano protetta tenendomi sulla Terra per venti anni, io invece avevo causato solo guai. Soprattutto la nonna che mi aveva cresciuta e che credeva in me. Avevo deluso le aspettative di tutti.
La porta si spalancò lentamente e mi ritrovai davanti Okra che mi guardava dall'alto della sua stazza. Anche così dimostrava quanto fosse potente rispetto a me. Inaspettatamente mi porse la mano e io esitai un attimo.
"Forza, non mi far stancare il braccio" disse, facendomi cenno di afferrarla. Mi aiutò ad alzarmi.
"Un nobile non piange mai e non è spaventato. Deve mantenere integro il suo coraggio e la sua determinazione" mi consigliò, prestandomi un fazzoletto di seta. Lo accettai e mi asciugai le lacrime. Perché aveva cambiato idea?
"Sono passato di qui e ti ho sentita singhiozzare... Mi è sembrato giusto portarti quello, ma consideralo un evento eccezionale. D'ora in poi dovrai cavartela da sola" ritornò burbero.
"Certo... Grazie...".
"Ti aspetto giù, le serve ti porteranno la divisa da allenamento. Non fare tardi" mi avvertì. Poi mi lasciò. Entrarono subito due serve per aiutare a vestirmi. Ero rimasta sconvolta. Okra aveva cambiato idea perché provava pietà per me... Non lo potevo accettare...
La divisa che avevo era molto comoda e potevo destreggiare abilmente anche qualche spada, bastone, fionda o qualsiasi altro strumento di difesa.
Okra era già in giardino, mi aspettava a braccia conserte.
"Iniziamo subito. Ti avverto che hai solo dieci minuti per riposarti e mi dici tu quando li vuoi sfruttare. I primi giorni lavoreremo sul flusso di energia che passa attraverso i canali del nostro corpo. Saranno giorni meno impegnativi, passeremo poi alla parte pratica, dove dovrai dimostrarmi di aver imparato, superando diverse prove". Okra si sedette sull'erba e incrociò le gambe. Feci altrettanto.
"Ora chiudi gli occhi e ascolta solo le mie parole. Respira lentamente e concentrati sul puntino che ti apparirà davanti". Pochi minuti dopo davvero vidi un puntino blu che si allontanava.
"Sei in grado di vederlo?"
"Sì, ma sta andando via..."
"Lo dovrai raggiungere con calma però. Quella è l'essenza della farfalla blu. Il potere della terra di Toriiaka" spiegò. Mi vennero i brividi. Continuavo a respirare piano e nello stesso tempo avvertivo come se il mio corpo stesse reagendo in modo strano.
"Devi stare tranquilla. È il tuo primo contatto con il tuo potere. È tutto sotto controllo. Se dovesse succedere qualcosa, ci sono io" mi rassicurò. Così da un cammino calmo e rilassante, si trasformò in una corsa sfrenata verso una meta lontana. Sentivo le goccioline di sudore che mi scivolavano sul collo e sotto la veste. Sentivo le forze che si facevano deboli. Sentivo il respiro affannoso. Ma comunque non mi arresi.
"Nehmra potrebbe andare bene così per oggi, ti vedo stremata" consigliò Okra ma io scossi la testa.
"Mi manca poco, ce l'ho quasi, ce l'ho quasi". Toccai la collana di giada. Era di nuovo bollente.
"Nehmra... Nehmra...". D'un tratto udii la voce di mia nonna chiamarmi attraverso la collana.
"Nonna, io ti salverò te lo prometto!" urlai e mi slanciai davanti per afferrare il puntino blu. La collana di giada cominciò a vibrare e il suono era stordente. Per lo sforzo sentii il corpo abbandonarmi. Ricordo solo che Okra mi afferrò prima che potessi battere la testa sul selciato. Nonostante fossi sfinita, avevo il sorriso sulle labbra. La nonna era ancora viva e quella collana me lo stava comunicando. C'era un collegamento tra noi e quel magico oggetto. L'unico mio compito era quello di salvarla, ovunque fosse.

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