Temard

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Okra ed io venimmo separati durante il viaggio. Aric mi teneva d'occhio e le sue occhiate erano cariche di repulsione. Ancora non capivo il motivo di quel profondo rancore.
"Non fare la finta santarellina. Tuo padre ha rovinato la mia famiglia e ti hai rovinato il mio fidanzamento! Ti odio così tanto! Perché esisti eh?". Mi strinse i capelli con una forza inaudita e tirò fino a strapparmeli. Poi scoppiò in una grassa risata, contenta del fatto che stessi conciata malaccio. Avevo il viso macchiato di sangue e i capelli disordinati. Pensai fosse ridicolo. Mi ero agghindata solo per incontrare la nonna, e in quel momento invece sembravo uscita da un film dell'orrore.
"Sei contenta ora? Ti piace torturarmi?". Aric smise di ridere e spostò di nuovo l'attenzione su me.
"Questo è niente mia cara. Queste catene sono troppo poco rispetto a quello che passerai nella nostra prigionia..." ammise con aria soddisfatta. Sì sentiva invivibile. A me faceva soltanto tantissima pena. Non posso mentire a me stessa però, provai parecchio terrore. Il suo sguardo non tradiva emozione. Potevo aspettarmi davvero ogni tipo di tortura da lei...
Il palazzo di Temard era un ammasso di rocce, definirlo tale era anche eccessivo. Per niente rifinito come quelli di Zerife e Toriiaka. Le terre erano incolte, abbandonate al proprio destino. C'erano anche acque stagnanti. Un piccolo pozzo prosciugato. Una landa di desolazione. Quello era il destino per chi aveva commesso peccati. Vivere nella solitudine e nella miseria...
Aric mi spinse a camminare. Okra era sulla carrozza con il suo servo. Sperai stesse bene. Ero parecchio affaticata. In quel luogo c'era un'afa insopportabile. L'esatto opposto di Nervedi. Appena mi fermavo per prendere fiato, Aric mi lanciava una frustata sulla schiena per costringermi a camminare.
"Sei pigra e inutile. Proprio come tua madre. Perché sei nata? Maledetta!". Le sue parole erano velenose ma non mi ferivano più. Mi abituai al suo odio, già a Toriiaka. Pensavo a quanto fosse sola, e tutto il rancore nei suoi riguardi scompariva. Le porte del palazzo si aprirono lentamente e fui scortata all'interno.
"Che ne sarà di Okra?" chiesi preoccupata. La carrozza si era fermata ma lui non mi aveva ancora raggiunto.
"A lui ci penso io, non sono affari che ti riguardano" dichiarò spietata.
"Non gli farai del male vero?"
"Dovresti essere preoccupata per te stessa, non per lui" rispose, spingendomi da dietro. In effetti, se avesse realmente voluto ferirlo, lo avrebbe fatto subito, come stava facendo con me. Una guardia armata aprì le segrete. Attraversammo un piccolo tunnel dove si respirava un terribile odore di fogna. Mi coprii il viso con il braccio. Fortunatamente potevo almeno muoverli, solo i polsi erano legati. Nonostante le catene mi stessero ustionando i polsi.
"Ecco la tua amata cella, non sei sola mia cara, quindi buona permanenza" annunciò buttandomi dentro con una violenta spinta. Caddi all'indietro ma non le diedi la soddisfazione di un urlo. Aric chiuse la cella sghignazzando e se ne andò lasciandomi al buio. Mi accucciai in un angolo con le braccia attorno al corpo, sperai solo che non vi fossero bestie feroci a farmi compagnia.
"Nehmra... Sei tu?" udii la voce di mia nonna chiamarmi. Feci un salto e mi ritrovai in piedi.
"Nonna... Dove sei? Sei in cella con me?"
"No tesoro... Mi dispiace... Mi dispiace così tanto" piagnucolò e la sua voce rotta mi commosse.
"Ti prego non dispiacerti, non è affatto colpa tua..."
"Sì invece. Avrei dovuto proteggerti e invece sono solo una vecchia incapace. Ti prego di perdonarmi...". Mi aggrappai alle sbarre di ferro e strinsi forte.
"Nonna non fare così. Ne usciremo, te lo prometto. Ti voglio tanto bene nonna... Non ti abbandonerò mai... Non ti abbandonerò mai..." ripetei mentre il pianto mi scuoteva in silenzio. Fortunatamente la nonna non poteva vedermi, per cui mi sentii meno male. Scoprire che piangevo sarebbe stato solo motivo di altro dolore per lei...
"Grazie nipote mia... Tu sei la degna erede di Toriiaka, porterai il nostro regno alla ribalta. Proprio come annuncia la Sacra Profezia...". Mi sfuggì un singhiozzo. Mi coprii subito la bocca e mi schiarii la voce.
"Certo che sì... Io renderò quella profezia realtà. È una promessa, parola di Nehmra, regina di Toriiaka". Quelle non era parole buttate al caso. Non erano un conforto per mia nonna. Io volevo sconfiggere davvero il male e riportare in ordine quel mondo. Anche se quel posto mi stava tanto stretto. Di lui avevo solo brutti ricordi. La mia casa e quella che avrei considerato tale era solo la Terra.
"Tesoro caro... Vorrei tanto abbracciarti..."
"Lo stai facendo nonna, con la tua dolce voce. È una carezza per la mia anima. Ricordi quando mi era facile dormire tra le tue braccia? Quando ero solo una bambina che faceva incubi, tu mi cullavi e mi cantavi quella ninna nanna..."
"Ricordo bene. Ricordo tutte le parole...
Oh mia bella principessa
dormi bene dormi serena
il mondo dei sogni ti aspetta
non perdere tempo, fai in fretta
chiudi gli occhi, mia piccina
che i sogni bussano alla porta
regno fatati, maghi e sirene,
questo mondo di fantasia
questo è il mondo che ti appartiene...".
Sorrisi lievemente, appoggiata alle sbarre. Era così dolce, anche dopo tanti anni. Quella ninna nanna non smetteva di farmi un effetto tranquillizzante. Per cui lentamente chiusi gli occhi come essa recitava. Le forze mi abbandonarono, caddi sul pavimento freddo e lasciai finalmente spazio al riposo...

𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora