Herot's pov.
Mamma ha voluto che mi preparassi bene perché oggi dovrebbero arrivare alcuni suoi amici di vecchia di data. Mi annoio a vestirmi elegante ma sono sicuro che se non lo facessi me la farebbe pagare cara, quindi sono costretto a sottomettermi. Lego l'abito in vita con un nodo. Che esagerazione! Sembro pronto per un matrimonio di corte...
"Signorino è pronto?"
"Sì sì" rispondo al mio servo che mi segue dappertutto e per questo è preda di tutti i miei scherzi.
"Il Signorino si è vestito ed è qui"
"C'è bisogno dell'annuncio?" domando imbarazzato. Davanti ai presenti vuole farmi passare come un fenomeno da baraccone. Dovrò fargliela pagare appena possibile. Mi mette sempre in situazioni scomode...
"Oh eccolo finalmente questo mascalzone! Sempre in qualche taverna a bere... Chissà da chi ha preso..." domanda ironicamente mia mamma, guardando torvo il mio povero padre.
"Mamma!" esclamo infastidito. Anche lei contribuisce a farmi fare figuracce...
"È la verità, vuoi pure negarlo?" continua, imperterrita. Mi siedo a tavola e afferro un pezzo di pane, strappandolo a morsi.
"E chiudi la bocca quando mangi... Le buone maniere Herot...". Faccio roteare gli occhi e le punto il dito contro.
"Quando tu sei diventata principessa eri un vero grattacapo per tutta la servitù! Adesso vuoi fare la maestrina...". La mamma arrossisce ma anziché arrabbiarsi con me scoppia a ridere rumorosamente e contagia tutti i presenti in sala. Devo dire che è proprio bella la mamma. È l'unica donna su cui i miei occhi ricadono spesso e non vogliono smettere di brillare nel farlo.
Mi accorgo della presenza di una ragazza di fronte a me che ogni tanto mi lancia un'occhiata imbarazzata. Ha gli occhi verdi e la carnagione scura. Dev'essere la figlia degli ospiti di mamma. Distolgo lo sguardo per non farle pensare male e dirigo l'attenzione altrove, alla tavola imbandita e agli altri ospiti.
"Oh sì Radia... È un'occasione talmente speciale essere qui riuniti, va festeggiata" comincia mia madre, alzando i calici per un brindisi. So che fine fa quando alza troppo il gomito, quindi la terrò d'occhio e punirò anche lei se necessario.
"Come ti chiami?" chiede la ragazza con voce bassa. Temo che le piaccio...
"Ah... Herot, tu...?"
"Sirel, mia madre in passato era la serva della tua"
"Cosa? Sul serio?". La ragazza sorride e annuisce.
"Poi ha sposato papà e adesso sono diventati ricchi artigiani, possediamo una bottega, vieni a trovarci qualche giorno" mi esorta, lasciandomi un biglietto nelle mani.
La leggenda della regina.
"La leggenda della regina? Che razza di nome è?" chiedo, mettendolo in tasca. La ragazza scuote la testa e fa una smorfia di disapprovazione.
"È legata ad una storia antica. Una comune umana che entra nel regno di Toriiaka e salva la sua stirpe dal flagello di un potere malvagio..."
"Un potere malvagio? Che sciocchezza! Dev'essere una di quelle storie raccontate ai bambini..."
"Altroché, è una storia vera, i miei genitori l'hanno anche conosciuta" si vanta la ragazza. A chi vuole farla bere? Con quell'aria da saputella...
"Be'sicuramente ti hanno mentito. Non credo alle fiabe, sono per chi non vive con i piedi per terra"
"Perché tu come vivi? Solo di realtà? Sai che monotonia!" risponde, disgustata.
"Senti, mocciosetta. Non so che storia tu abbia sentito ma io sono libero di non crederci!" ribatto, stizzito. Chi è questa per venire a comandare a casa mia?
"Mocciosetta a chi? Brutto maleducato...". Mi lancia il vassoio dei contorni addosso.
"Sirel!" urla sua madre.
"Herot!" mi riprende la mia.
Punizione. Cosa mi potevo aspettare? Peggio ancora che la devo scontare con quella mocciosetta dai capelli ricci.
"Hey, scusa, non volevo sporcarti... È solo che mi hai chiamato mocciosetta... Lo odio...". Smorzo un sorriso trionfante. Ha già ceduto, bene.
"Sappi che non ti perdono, hai attentato alla vita di un principe! Sono affari tuoi!" dico voltandomi da un altro lato per non guardarla. Aspetto solo che scada il tempo per uscire da questa stanza in cui ci hanno chiuso, per andare alla taverna e vedere le ragazze ballare la danza del ventre...
"Scusami... Davvero... Scusami" inizia a singhiozzare. Oh no! Se piange mia madre mi costringerà a rinunciare alle uscite serali!
"Non piangere, non piangere come una bambina. Suvvia..." le sfioro leggermente la spalla e poi ritiro subito la mano. Le lancio il mio fazzoletto da vero gentiluomo.
Lei lo raccoglie e si pulisce. Bene. Ho fatto il mio dovere.
"Possiamo diventare amici?" propone di soppiatto.
"Cosa? Perché dovremmo..."
"Ti posso raccontare la storia della regina di Toriiaka..."
"Non la voglio sentire ho detto!". Mi tappo le orecchie dal nervoso.
"C'era una volta in un regno lontano anni luce da qui una ragazza orfana di padre e madre che viveva con la sua nonnina in una casa con poche stanze, aveva quelle necessarie, un bagno, una camera da letto e una cucina...". Sirel continua a parlare. Mi sta per scoppiare la testa. Mi adagio al balcone della finestra, annoiato. Se solo trovassi un modo per evadere da questo posto... Un piccolo prurito sul dorso della mano cattura la mia attenzione. Una farfalla blu di cui non mi ero accorto prima, svolazza via da me, spaventata.
"Che strano... Quando ho aperto la finestra non era qui...". Sirel mi raggiunge e coglie il mio dubbio.
"Come mai quell'espressione..?"
"Credo di aver appena visto una farfalla blu posarsi sulla mia mano...". "Una farfalla blu... Una farfalla blu?!" urla con gli occhi sgranati che mi fanno spavento.
"Per favore, smetti di fare quella faccia..." dico, voltandomi dall'altra parte.
"Sì scusa, è che a Toriiaka c'è una leggenda secondo la quale una farfalla blu appaia ai membri della famiglia reale, quando essi ne hanno bisogno..." dichiara seria. Davvero vuole che me la beva?
"Haha. Sì certo, allora se è come dici tu, voglio scendere da questo balcone e andarmene libero per la città. Aspetto eh..." chiudo gli occhi divertito. Quella stupida penserà che ci sia cascato, appena li riapro ammetto la verità e la zittisco immediatamente.
"Non ci posso credere! Herot! Apri gli occhi..." mi invoglia, spintonandomi.
"Calma... Oh... Ferma...". Faccio come dice. Un enorme scivolo luminoso di colore blu si fa strada fino al grande atrio.
"Che aspetti? Lanciati!". Sirel mi spinge giù, cado sullo scivolo magico e finisco dopo diverse urla e urti, disteso a terra, ma senza particolari ferite. Dopo un po'mi raggiunge anche lei. Mi porge la mano per rialzarmi.
"Ora mi credi eh? La magia esiste ed è proprio nell'aria che respiriamo, e nella terra che calpestiamo... La magia è dovunque, ma per farne buon uso, devi fidarti di lei...".HEROT= FIGLIO DI OKRA E NEHMRA (17 ANNI)
SIREL= FIGLIA DI DARNOL E RADIA (15 ANNI)
STAI LEGGENDO
𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫
FantasyNehmra ha un grande potere dentro di sé ma non lo sa. È cresciuta come una normale umana fino all'età di venti anni, per poi scoprire che molte verità le erano state nascoste al fine di proteggerla dai pericoli del mondo. Il giorno del suo ventesimo...