il principe Okra

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Le guardie del palazzo del re mi scortarono via, scesi le scale sorreggendomi perché durante la lotta con il vecchio avevo perso molte forze. Inoltre un senso di disgusto mi pervadeva la gola. Vidi un corpo steso a terra in una pozza di sangue. Mi avvicinai lentamente. Le spostai i capelli dal viso.
"No... Laange... No... Ma com'è possibile? Chi è stato?" urlai con quel po'di voce che avevo. Strinsi la mia unica amica a me e piansi fino allo sfinimento. Era l'unica che dopo la nonna mi era stata vicina nei momenti brutti. Aveva cercato sempre di proteggermi e adesso era lì distesa senza vita. Le guardie mi afferrarono per la schiena.
"No... Lasciatemi... Laange... Laangeeee". Inutilmente allungavo le braccia verso lei. Mi buttarono nella carrozza e non fecero attenzione se avessi urtato da qualche parte.
"Dove andiamo? Cosa ne sarà del corpo della mia amica?"
"È morta ormai. Stava venendo a salvarti e l'anziano che vi gestiva l'ha presa per i capelli. È caduta e ha sbattuto la testa sullo spigolo del tavolo" mi raccontò una delle guardie.
"Laange è una brava persona... Non meritava quella fine..."
"Non decidiamo noi come finisce la nostra fine in questo mondo" troncò la discussione la guardia, impassibile. Loro vedevano la morte tutti i giorni e quindi potevo capirli. Mi acquietai quando entrammo a palazzo. Ero in uno stato pietoso e non avevo per nulla appetito. La servitù continuava a pregarmi di provare qualcosa ma io mi rifiutavo. Inoltre chiamarono un medico per esaminare le mie condizioni di salute. Gli rovesciai addosso la teca con l'acqua calda. Sapevo che voleva anche costatare la mia verginità per fare un favore al re.
"Se non se ne va le ficco questo nelle orbite!" lo minacciai, stringendo un coltellino che avevo rubato quando i servi mi avevano portato le pietanze. Il dottore si arrese e se ne andò. Supposi che fece la spia al re. Poco m'importava. Venivo da un'esperienza traumatica e loro si preoccupavano solo del matrimonio combinato. Non di me come persona. Mi stesi su un fianco e continuai a piangere per Laange, la nonna di cui non conoscevo le condizioni...
"Cosa ho fatto di male per ricevere tutte queste sciagure? Mio Signore dimmelo e ti ripagherò in qualunque modo. Ma sii onesto! Non punirmi e basta!" sussurrai, stringendomi nelle spalle. Ero infreddolita e sola per l'ennesima volta.
"È inutile che preghi un Dio che non esiste". Una voce da ragazzo si insidiò nelle mie orecchie.
"Sono qui, proprio dietro di te". Mi misi a sedere. Era vero. Un ragazzo con gli occhi a mandorla mi fissava. La sua bocca rosea si schiuse leggermente. Abbassò lo sguardo sulla mia veste sgualcita. Arrossii e mi coprii come potevo. La servitù non aveva fatto nemmeno in tempo a vestirmi perché gliel'avevo impedito.
"Dovresti darti una sistemata. Per una principessa è un disonore essere conciata in questo modo" mi avvertì in maniera rude.
"Chi sei tu per dirmi queste cose?"
"Il principe Okra. Tu devi essere la mia promessa sposa, la famosa Nehmra di Toriiaka" disse scarcasticamente. Sottolineando la parola famosa.
"Sono io, ma scordati che io diventi la tua promessa sposa". Lui fece una smorfia.
"Nemmeno a me piace l'idea ma i nostri genitori hanno fatto un patto... Quindi si rispettano i patti, noi che siamo reali dobbiamo dare l'esempio"
"Me ne frego! Io non rispetto un bel niente! Io sposerò solo l'uomo che amo! È questo che mi ha insegnato mia nonna Attenia..." replicai determinata. Quel sorrisetto impertinente mi dava su i nervi. Non era per niente dolce come quello di Darnol.
"L'amore... Che gran sciocchezza e buffoneria. L'amore è un'invenzione. Sei una di quella che legge quei romanzi sconci?" mi provocò, inclinando la testa di lato. Come diavolo faceva a sapere che leggevo quel tipo di romanzi?!
"Non ho idea di cosa tu stai parlando... Forse sei tu quello che pensa a cose sconce" risposi, ripensando alla scena di prima, di lui che mi guardava il seno. Il principe arrossì lievemente e poi fece un'altra smorfia di disapprovazione.
"Piuttosto che toccarti con un dito preferirei che me lo amputassero" riferii, lasciandomi sola.
"Che maleducato! Brutto e insolente! Vuoi fare il bullo eh? Avrai pane per i tuoi denti...". Già stavo escogitando una via di fuga, volevo ritornare assolutamente da mia nonna. Tra le sue braccia era la mia casa. Non m'importava più nulla del titolo. Avrei lasciato pure tutto nelle mani di Aric, tanto ne era gelosa. Io volevo essere libera, ritornare sulla Terra a respirare aria pulita!

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