passione

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"Hai dato a me il succo? Perché?" chiesi dispiaciuta. Sapevo che il padre aveva intenzione di conservarlo per il figlio, nel caso si fosse ammalato o ancora peggio, gravemente ferito. Da genitore lo comprendevo e mi ritenevo un'egoista per aver costretto Okra a donarlo a me.
"Il perché lo sai. Tu ne hai più bisogno di me..." disse, strofinando il pollice sulla mia mano.
"Ma... Se ti dovesse succedere qualcosa io..."
"Shhh" mi mise un dito sulla bocca, "non mi succederà nulla finché tu starai al mio fianco. La tua presenza mi rende forte, è come se potessi spostare una montagna solo pensandoti a te, al nostro futuro...". Mi venne la pelle d'oca. Okra era cambiato così tanto. Si era trasformato in un uomo, migliore di quello che avevo conosciuto all'inizio. Che fosse questo il potere dell'amore?
Spostai la coperta, e mi accorsi che le ferite sulle ginocchia erano completamente guarite.
"Mi sento rinvigorita, è come se qualcosa in me si stesse muovendo. Sai, temo molto il lato oscuro del mio potere. Vedere Aric distesa a terra quel giorno, in quelle condizioni... Mi sono sentita una criminale...". Okra mi prese il viso e mi costrinse a guardalo negli occhi.
"Non lo sei. Hai agito per il bene di tua nonna e mio. Per le persone che ami. E poi è stata Aric a scegliere il suo destino. Sì è messa dalla parte sbagliata..."
"E se anche io un giorno mi trasformassi? Mi ameresti lo stesso? Non ho trovato ancora una soluzione per riuscire a controllare quella mia parte a sé stante...". Okra sospirò e si distese al mio fianco. Mi imbarazzava molto condividere lo stesso letto, per cui spostai lo sguardo al soffitto.
"Continueremo ad allenarci, il tuo compito è far conciliare i due poteri. In fondo fanno parte dello stesso mondo. La Natura dà la vita e poi te la toglie, non è negativo come pensi..." provò a rassicurarmi. Mi toccai il petto e strinsi forte il pugno.
"Devo cercare di incanalare le due energie opposte verso la stessa direzione... Tu mi aiuterai, vero?".
"È mio dovere proteggere e aiutare la mia sposa" rispose, passando le dita sulle mie labbra. Non potei fare a meno di incrociarlo. Le sue pupille erano dilatate e il suo desiderio era evidente. Avvertii una scossa che mi attraversò il corpo. Cosa mi stava facendo?
"Dalla prima volta che ti ho vista sono rimasto senza parole... Non mi era mai capitato di incontrare una bellezza tanto rara, l'unica donna con una bellezza simile è stata la mia defunta madre..." ammise con voce roca. Okra fece aderire il suo corpo al mio e appoggiò la sua fronte sulla mia.
"Sei stata l'imprevisto migliore della mia vita... Nonostante io sia stato un idiota con te, hai sempre provato a salvarmi, e ti sei messa contro la stessa Aric per me... Ti sono grato Nehmra, ti ripagherò di ogni tua azione" continuò. Mi aggrappai alle sue possenti spalle. La sua pelle era liscia e omogenea. Amavo toccarla. Passai delicatamente un dito lungo il suo braccio fino a scendere alla sua mano. Lui seguì con lo sguardo, così la unì alla mia e strinse forte. Appoggiò le labbra alle mie e fu un vortice imprevedibile di emozioni. Strinsi e tirai la stoffa della sua camicia, a tal punto da  far staccare alcuni bottoni. Okra quindi se la sfilò e potei finalmente ammirare di nuovo quel fisico perfetto e scultoreo. Bicipiti, quadricipiti, una statua umana. Pensai che suo padre e sua madre avessero fatto un ottimo lavoro...
"Non guardarmi così, quello che c'è sotto i tuoi vestiti è molto meglio..." disse, leccandosi le labbra. Mise le mani sotto la mia veste, risalendo lungo le cosce. Mi scappò un mugolio.
"Non ci sentirà nessuno, tranquilla" mi disse all'orecchio, mentre si insinuava nelle mie parti intime. Il mio corpo era una scarica di adrenalina, a tal punto che lo spinsi sotto di me e continuai a baciarlo, passando la lingua sul collo e sempre più in giù. Gli tolsi anche i pantaloni.
"Nehmra... Non provocarmi ancora... Non vorrei farti male poi..." annunciò con preoccupazione ma io non mi fermai e lasciai cadere anche la sua biancheria. Osservavo Okra e cercavo di disegnare nella mia mente ogni singola parte del suo corpo, perché non volevo dimenticare mai come fosse fatto, di quanta perfezione godevo al mio fianco. Mi aiutò a sfilare anche la veste e poi abbassò le spalline della biancheria, lasciandomi con il seno scoperto. Mi sedetti sul suo ventre, lui me lo accarezzò e poi li prese in bocca, succhiando delicatamente. Ma non mi bastava, quella fiamma che mi provocava, avevo bisogno che si spegnesse. Presi il suo membro e lo spinsi verso di me, aprendo le cosce. Okra mi abbassò anche la parte di sotto della veste e restò col fiato sospeso.
"Sapevo che qui sotto era un'opera d'arte...". Mi fece appoggiare delicatamente di schiena. E mi aprì le gambe.
"Ti prometto che starò attento, puoi fermarmi se non lo faccio, ti rispetterò..." disse, baciandomi la fronte. Annuii e aspettai che entrasse con il cuore a mille. Okra fu molto dolce. E fui contenta di donargli la mia verginità. I suoi movimenti erano delicati, quasi avesse tra le mani un oggetto di vetro. Non m'importava cosa avessero pensato gli altri. Di solito i rapporti intimi da tradizione avvenivano dopo il matrimonio. Ma io non volevo aspettare ulteriormente. Conoscevo Okra da quasi un anno ormai, e l'amore che provavo per lui non aveva confini. Gli avrei donato tutta me stessa, ogni centimetro di pelle, particella del mio corpo. Sfinito si adagiò al mio fianco, coprendomi con un lenzuolo.
"Spero di essere stato gentile... Non voglio che tu soffra...". Mi strinse a sé, con il suo corpo sudato ma dal quale emanava un calore inaspettato.
"Sei stato perfetto. Tu sei perfetto. Non posso credere di averti con me, che noi siamo..."
"Fidanzati?" mi aiutò, sorridendo.
"Sì... È un sogno ad occhi aperti questo! Se lo è non voglio svegliarmi!" esclamai, nascondendo il mio viso nell'incavo del suo collo.
"Oh anche io! Se è un sogno, voglio restare in questo letto con te per l'eternità" sussurrò, con le sue braccia forti legate attorno alla mia vita.

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