a few days later
Hotel Ink 48,
New YorkLevi era partito la mattina dopo la rottura.
Sapeva più di tutti quanto dolore avesse provocato al castano, ma non aveva altra scelta.
Aveva semplicemente anticipato l'inevitabile. Sarebbe successo comunque, e sarebbe stato più doloroso.
Avrebbe voluto spiegare il motivo al ragazzo, ma fuggì più velocemente di quanto si aspettasse. Era in procinto di seguirlo, ma decise che fosse meglio così.
Forse con il tempo avrebbe iniziato ad odiarlo, o semplicemente dimenticato.
Per la prima volta, "dimenticare" non sembrava un'opzione niente male.-Signor Ackerman!- sussultò, distraendosi dai propri pensieri richiamato dall'uomo di fronte a lui.
-Si sente bene?-
-S-sì. Sì, scusate.-
-Scusate.- Baker si avvicinò ai salottini dove erano seduti.
-Credo che una pausa non sia affatto male, no?- sorrise cordialmente all'uomo, che sorrise di rimando.
-Certamente.- si alzò in piedi e rivolse lo sguardo alla sua truppe -Dieci minuti di pausa.-.
Levi si mise in piedi sospirando.
-Signore, tutto bene?-
-Sì, Baker. Ho detto di sì.-
-A me non deve mentire, lo sa vero?-
-Insinui che io stia mentendo, Baker?-
L'uomo fece un passo indietro -No, signore.-.
-Bene.- Levi si diresse verso il balcone.Si trovavano lì per rilasciare un'intervista riguardante il ritorno alla Grande Mela e i progetti futuri, ma Levi non c'era affatto con la testa. In effetti, non c'era da giorni, e questo preoccupava Baker.
Era passata quasi una settimana da quando erano tornati; una settimana che Levi sembrava perso nella sua testa tutto il tempo.
Non che prima fosse ciarliero, ma adesso non spiccicava parola neanche quando aveva una buona occasione di tirare frecciatine a Baker, o chiacchierare con Peggy.
Se ne stava in camera sua tutto il tempo, mangiava poco e controvoglia, non giocava nemmeno più con la sua tanto amata Blue.
Solo, fumava molto più di prima. Tanto che Baker si è ritrovato a rimproverarlo più spesso del dovuto. Le uniche reazioni del corvino erano l'ordine di tacere, o il silenzio.
Per non parlare del fatto che non parlasse più di Eren.
Era questo ciò che preoccupava maggiormente i due.
Sospettavano un litigio, o peggio, una rottura. In entrambi i casi, Levi non ne giovava affatto. E, a vedere quanto tenesse a lui, neanche Eren.Levi si accese quella che era l'ottava, o la nona sigaretta della giornata.
-La smetta.- l'uomo gliela tolse dalle mani.
-Posso fumare in pace?-
-Le fa male questa quantità eccessiva.-
-Cosa te ne frega? Ti preoccupa che muoia e tu ti ritrova senza un cazzo di lavoro? È questo che preoccupa voialtri, no?-
-Signore--
-Signore cosa?!- sbottò senza però alzare troppo la voce, rivolgendo lo sguardo all'uomo.
Si bloccò quando notò l'espressione ferita, seppur Baker sapeva mantenere un comportamento professionale, sul suo volto.
-Mi dispiace averla importunata, ma il mio lavoro non riguarda solamente scorrazzarla in giro a suo ordine. Con permesso.- l'uomo lasciò la sigaretta sul tavolino da caffè presente vicino i salottini su cui il corvino e il giornalisti sedevano precedentemente, e si allontanò verso l'interno.
Levi si piegò e si poggiò con gli avambracci sul balcone. Piegò la tersa verso il basso, sospirando.[...]
(music ♫)
Entrarono in casa ritrovandosi Peggy all'ingresso.
-Bentornato Signore. La cena è quasi pronta.-
-Non ho fame, Peggy. Scusa.- Levi tolse in fretta le scarpe e si diresse direttamente in camera propria.
Quelle erano le prime parole cortesi che rivolgeva alla donna dopo giorni.
Peggy rivolse uno sguardo sorpreso a Baker, che invece sospirò e si diresse verso la cucina.
Durante il tragitto verso casa Levi non aveva detto una singola parola. Si limitava a guardare fuori il finestrino.Si chiuse in camera sua, gettò il cappotto sul letto e si lasciò scivolare contro la porta finendo seduto sul pavimento.
Si portò le ginocchia al petto e ci poggiò la fronte.
Era stanco.
Stando di dover fingere un'altra vita davanti le telecamere, e poi dover sopportare la pesantezza dovuto ad esso una volta a casa.
Era stanco di dover vivere in questo modo anche quando avrebbe solo voluto vivere una vita normale, come l'aveva prima dell'incidente.
Era stanco...di tutto.autrice
Non inveite contro di lui, vi prego. È un cucciolo 🥺Bye Bibis ✨💜
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𝕞𝕠𝕝𝕖𝕤
Fanfictionyaoi-boyxboy don't like? don't read! Eren Jaeger è un ragazzo 23enne di Brooklyn, che vive in un monolocale e frequenta la facoltà di medicina all'università, come il suo miglior amico Armin, che lavora con lui alla caffetteria del signor Hannes, uo...