Levi si avvicinò al divano, dove poi si sedette.
-E poi- Eren si diresse invece al bagno, dove mentre si cambiava continuava a parlare -non che da uno col mio lavoro potessi aspettarti una villa.-
Levi se ne stava in silenzio.
-Fa schifo anche a me, la maggior parte delle volte.- Eren tornò da lui, scalzo, che si legava i capelli. Non erano estremamente lunghi, ma gli finivano davanti agli occhi spesso.
-Ma ormai credo di essermici abituato.-
Levi teneva il suo sguardo sul castano, mentre lui camminava verso i fornelli.
-Almeno sai cosa stai facendo?-
-Ovvio.- Eren iniziò a cucinare qualcosa.
Dopo una breve pausa di silenzio, Eren riprese a parlare. Questa volta in tono pacato, ma da dove si poteva scorgere un pizzico di nostalgia.
-Quando ero piccolo aiutavo spesso mia madre.-
Levi si alzò dal divano e lo raggiunse, sedendosi sulla sedia al tavolo rotondo che c'era poco lontano dal mini frigo.
Tolse la felpa che aveva addosso, restando in maglietta nera, che poi poggiò sulla sedia.-Mi aspettavo più resistenza, sinceramente. Sembravi più altezzoso in quel minimarket. Qualche due di picche ti ha rovinato la giornata?-
-Mi facevi pena. Sembravi un poveraccio.-
Levi lo guardò in silenzio.
-Touché.-
Eren alzò un angolo delle labbra, restando di schiena.[...]
Eren mise i piatti a tavola.
-Allora, perché scappavi?- prese a mangiare, mentre Levi lo guardava infastidito.
Se ne stava seduto tenendo un piede sulla sedia, quindi il ginocchio al petto su cui stava poggiato mentre mangiava.
Però, sembrava un bambino.
Questo gli fece quasi cambiare idea. Quasi.
-Pensavo che la tua esistenza girasse intorno all'essere fotografato in continuazione, gala di qua, premiers di là.-
-Non che mi piaccia parteciparci.-
-Allora.- Levi stava dritto, e per parlare poggiò la forchetta sul tavolo.
Sembrava uno di quei signorini che studiano bon ton.
-Partiamo dal presupposto che i paparazzi li odiano tutti.-
Eren ruotò gli occhi e tornò a mangiare.
-Cosa?-
-Quindi mi vuoi dire che a te la vita che conduci non piace?-
-Preferirei altro.-
-Ma fammi il piacere.-
Tornò nuovamente silenzio.-E comunque qua non ci sono telecamere. Puoi respirare tranquillo.-
Levi guardò Eren.
Il castano continuava a mangiare tranquillo.
Non gliene importava minimamente che Levi fosse qualcuno di famoso.
Non si aspettava nulla di grandioso da lui.
Non aveva aspettative.
Il corvino per un attimo si sentì appagato.
Non doveva continuare a fingere.Man mano che mangiavano chiacchierando Levi iniziava a sciogliersi.
Parlava come gli andava, non sembrava avesse un pezzo di legno alla schiena e non sembrava più arrabbiato.
Era a suo agio.
Erano entrambi, a loro agio.[...]
-Beh, direi che posso andarmene.- il corvino si alzò dal divano dov'erano seduti.
-Sicuro non ti serva un posto dove dormire la notte? Posso consigliarti un B&B davvero scadente.- Eren ghignava guardandolo, mentre Levi indossava nuovamente la felpa che aveva indosso.
-Ha ha. Divertente.-
-Sei tu che hai poco senso dell'umorismo.- Eren se ne stava a gambe incrociate e si reggeva la testa tenendo una mano sulla guancia.Levi aprì la porta ma prima di uscire si girò nuovamente da lui.
-Emh...-
-Mh?-
-Sai, amh...-
-Sono tutto orecchi.- Eren se la sghignazzava, intanto.
-Grazie.-
Eren sorrise.
Pensava di non esserne capace, dopo la giornata pesante che aveva avuto, per quella sera, ma sorrise.
-Buonanotte Levi.-
-'Notte.- Levi si chiuse la porta alle spalle, mentre Eren continuava a sorridere divertito.
-Allora ci riesce anche lui.- si alzò dal divano ridacchiando.Alla fine, quella giornata non era finita tanto male.
autrice
Hi!
Questo capitolo mi piace troppo, non lo so perché.
Finalmente la smettono di litigare. Forse.Bye Bibis ✨💜
STAI LEGGENDO
𝕞𝕠𝕝𝕖𝕤
Fanfictionyaoi-boyxboy don't like? don't read! Eren Jaeger è un ragazzo 23enne di Brooklyn, che vive in un monolocale e frequenta la facoltà di medicina all'università, come il suo miglior amico Armin, che lavora con lui alla caffetteria del signor Hannes, uo...