57th -Backstory- (pt. 2)

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-Perché mi sta dicendo questo?-
-Perché a quanto pare sei l'unico che può aiutarlo.-
-Io non lo rendo felice.- il castano si ritrovò a borbottare.
-Come?- l'uomo gli rivolse lo sguardo.
-Mi ha lasciato dicendomi che con me non è  felice.- ad Eren erano venuti gli occhi lucidi.
-Tesoro...-
-Se mi ha fatto venire qui per giustificarlo in qualche modo, mi dispiace ma no. Non funziona così.- Eren si alzò.
-No, non pensare questo.-
-Beh è quello che mi sta facendo intuire.-
-Eren, tesoro, sono suo zio.- Uri si mise in piedi -È ovvio che cerchi di proteggerlo, o giustificarlo. Ma di certo non cerco di farti una sottospecie di lavaggio del cervello.- e andò a rimettere al loro posto le foto.
-Quel ragazzo ha bisogno di aiuto. Lo sa anche lui, ma lo rifiuta.-
Eren ascoltava in silenzio.
-Sin da bambino non ha mai voluto avere rapporti con nessuno. Non voleva amici perché ogni giorno aveva problemi a ricordare i nomi dei propri compagni di classe.- Uri si girò da lui.
-Però, tu sei diverso.- gli si avvicinò.
-Tu sei ciò di cui ha bisogno.-
-Avrebbe dovuto capirlo prima, da solo.- Eren stava cercando in tutti i modi di non piangere.
-Capisco quanto abbia sofferto, ma nella mia vita ho sofferto anch'io. Adesso, io la forza di perdonarlo e ricominciare da capo perché lui è ferito, io non ce l'ho.-
Prese un bel respiro e continuò -Voglio andare a casa, se non le dispiace.-.
-Certo.-
-Bene.- Eren si diresse da solo verso la porta, per poi uscire.

Si diresse in strada con il cellulare appiccicato all'orecchio.
-Ehy, marmocchio.- si sentì dall'altro capo del telefono.
-Puoi venirmi a prendere.- Eren aveva la voce tremante.
-Arrivo.- la voce dell'uomo si fece seria. Attaccò la chiamata e dopo non molto arrivò in auto.
Eren salì subito.
Hannes non disse nulla e partì, volendo portare il ragazzo via da quella casa il prima possibile.
Si fermarono in un parcheggio.
-Cos'è successo?-
Eren scoppiò in lacrime.
-Ehy, ehy.- l'uomo lo strinse al petto.
-Va tutto bene.- gli baciò la testa e prese ad accarezzargli la schiena affettuosamente.

[...]

-Questo è tutto quello che vi siete detti?-
-Mh.- il castano si era calmato, e ora se ne stava seduto dritto a torturarsi le mani.
-Stava...praticamente parlando per lui?-
-Non lo so.- Eren sospirò.
-Ma in entrambi i casi...non voglio vederlo.-
-Eren.- Hannes gli prese il mento con due dita e si fece guardare.
-Hai sentito cosa ti ha detto? "Tu sei ciò di cui ha bisogno".-
-E allora?-
-Forse dovresti almeno ascoltarlo.-
Eren scosse la testa e spostò lo sguardo all'esterno.
-Portami a casa per favore.-
Hannes lo guardò.
Con un sospiro mise in moto l'auto, uscì dal parcheggio e si avviò verso casa del castano.

Una volta arrivati fermò l'auto davanti casa sua.
-Se hai bisogno non esitare a chiamare, eh.-
-Lo so.-
-Ehy.-
-Mh?- Eren gli rivolse lo sguardo.
-Sono fiero di te.-
Eren lo guardava incuriosito.
-Sei diventato un adulto fantastico, nonostante tutti gli anni in cui hai solo sofferto.- Hannes sorrise e prese a scompigliargli i capelli.
-Ti voglio bene.- Eren gli sorrise.
-Te ne voglio anch'io marmocchio.-
Eren gli lasciò un bacio sulla guancia per poi uscire dalla vettura e salire a casa sua.


autrice
Io amo Hannes, tipo troppo.
Raga non manca molto alla fine, madonna.
Voglio piangere🤧

Bye Bibis ✨💜

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