-Guarda fuori il finestrino.-
Eren spostò lo sguardo dal corvino al finestrino.
-Amh, vedo il muro.-
-Aspetta.-
-Cosa dovrei aspettare?-
Il corvino fece una pausa prima di parlare -Questo.-.
Uscirono dalla galleria, scoprendo il mare.
-Il mare...-
Eren guardava la distesa d'acqua con occhi luccicanti.
Il corvino lo osservava con la coda dell'occhio.
Il castano sembrava un bambino, con il più ampio dei sorrisi stampati sul volto e le mani poggiate al finestrino.Parcheggiò e scesero dall'auto.
Eren subito corse la discesa per arrivare alla spiaggia.
Tolse subito le scarpe e corse verso il bagnasciuga.
Levi scese con tutta calma, e si fermò poco lontano da lui, a guardarlo con le mani in tasca.
Eren si lasciava bagnare i piedi dall'acqua calda, sorridendo.-Vieni.- il castano gli allungò una mano.
-Scordatelo.-
-Eddai.-
-Mi bagno.-
-Amh, è quello il punto.-
Levi lo guardò un attimo in silenzio, per poi togliere le scarpe e raggiungerlo.[...]
Se ne stavano entrambi seduti a guardare la distesa d'acqua.
-Ti piace proprio il mare eh?-
-Già.- Eren sorrideva, fino a quando posò lo sguardo su delle conchiglie.
-A mamma piacevano le conchiglie.-
Levi spostò la propria attenzione dal muoversi delle onde al castano al suo fianco, che guardava le piccole macchioline colorate che invadevano la sabbia.
Eren ne prese una tra le mani, per poi stendersi e guardarla.
Levi fece lo stesso.
-Le sarebbe piaciuta Brooklyn.-
-Non sei cresciuto qui?-
-No. In Germania.-
-E quando ti sei trasferito?- Levi prese a guardare le stelle, così come Eren, che intanto si teneva le mani sulla pancia, che stringevano la conchiglia.
-5 anni fa.-
-Quando lei...-
-Mh.-
-Perché ti mancava?-
-Perché avevo paura.-
Il corvino girò il viso per guardarlo.
Eren era serio, e non spostava lo sguardo dal cielo.
-...di cosa?-
Eren sospirò.
-Sai, ora di meno, ma da piccolo soffrivo di attacchi di panico frequenti e depressione...-
L'uomo si sedette, ma non mosse per un singolo attimo lo sguardo dal ragazzo.
-Sin da piccolo i miei non sono mai sembrati innamorati. E sono cresciuto con le loro grida e i loro litigi. A volte lui tirava anche me in mezzo...-
Levi ascoltava in silenzio.
-Crescendo ho imparato ad ignorarli, ma non sentirli era impossibile.
Poi 5 anni fa mio padre è finito in galera per omicidio doloso...-
Levi afferrò al volo cosa intendesse.
-Io ero là.- Eren si sedette, le mani tremanti avevano lasciato cadere la conchiglia che stava reggendo.
-Ho visto quando è successo...la mamma...- il corpo del ragazzo iniziò ad essere scosso dai singhiozzi, mentre si copriva le orecchie con le mani, cercando di nascondere il viso sulle ginocchia che teneva al petto.
-Di notte sento ancora le loro grida...
Poi però c'è silenzio...perché mamma...-
-Eren-- il corvino tentò ad allungare una mano verso la testa del ragazzo, che fu scacciata malamente da quest'ultimo.
Eren lo guardava con occhi terrorizzati, che fecero subito ritrarre la mano all'uomo.
-S-scusa...è un riflesso.- cercava di parlare nonostante il fiato mozzato dai ripetuti singhiozzi che lo scuotevano.
Il corvino fu preso alla sprovvista. Non aveva la minima idea di cosa fare per risolvere la situazione.
-Va tutto bene.-
Il castano lo guardò.
-Va tutto bene.- Levi allungò una mano, cauto.
-Andiamo a casa, forza.-
Eren afferrò la sua mano, e si lasciò aiutare ad alzarsi.
-Calmo, d'accordo?-
Eren tirò su col naso, ancora tremante.
-Hai scelto la persona peggiore per avere un crollo emotivo.-
Uno sbuffo divertito uscì dalle labbra del ragazzo, sollevando di poco l'uomo.
-Già. Sei una frana.- Eren si asciugò le guance, calmandosi pian piano.
Ripresero le proprie scarpe, per poi raggiungere l'auto.autrice
Questo capitolo mi ha un po' spezzato.
Indovinate il prossimo di cosa parla 🥲Bye Bibis ✨💜
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𝕞𝕠𝕝𝕖𝕤
Fanfictionyaoi-boyxboy don't like? don't read! Eren Jaeger è un ragazzo 23enne di Brooklyn, che vive in un monolocale e frequenta la facoltà di medicina all'università, come il suo miglior amico Armin, che lavora con lui alla caffetteria del signor Hannes, uo...