Si svegliò presto, nonostante si fosse addormentato solo poche ore prima.
Si sedette e guardava il pavimento, in silenzio.
Da una parte sarebbe voluto rimanere a casa, a letto, ma sapeva già che avrebbe passato la giornata a piangersi addosso.
Se fosse andato a lavoro per un po' si sarebbe distratto, ma non ne aveva la forza.
Era uno di quei giorni in cui non riusciva a muoversi dal letto.
Uno di quei giorni dove le coperte sembravano tenerlo bloccato.
Uno di quei giorni in cui sentiva le ossa doloranti e gli arti pesanti.Ma si fece forza per alzarsi.
Non poteva rimanere a casa. Se uscire gli avrebbe fatto male fisicamente, restare in casa gli avrebbe danneggiato dentro trenta volte peggio.
Si diresse in bagno lentamente, e una volta arrivatoci si guardò allo specchio.
Aveva i capelli arruffati e delle occhiaie esagerate. Sembrava non dormisse da qualche giorno. E il colorito pallido che aveva le faceva risaltare ancora di più.
Aveva gli occhi arrossati e gonfi, e anche lucidi dal pizzicore che gli davano.
Solo a guardarsi gli tornava da piangere.
Era stanco di vedersi in quello stato.Si diede una sciacquata, e poi tornò in camera per vestirsi.
Cercò di sistemarsi i capelli alla meglio, per poi prendere la borsa, mettere le scarpe e uscire di casa.
Camminava guardando la strada, stringendo con una mano la fibbia della borsa che aveva sulla spalla e con l'altra teneva il telefono, leggendo le notifiche dei messaggi di Armin della sera prima.
Sembrava piuttosto preoccupato.
Sospirò raccomandando a se stesso di scusarsi quando l'avrebbe visto a lavoro.Essendo piuttosto presto dovette passare lui stesso dal signor Hannes, a prendere le chiavi.
Suonò al campanello, e dopo una breve attesa fu aperto.
-Oh, che sorpresa. Chi ti ha buttato giù dal letto?-
-Dammi quelle chiavi e facciamola finita.-
-Che succede?- l'uomo gli porse le chiavi, che il ragazzo afferrò.
-Niente.-
-Sembra che tu non dorma da giorni.-
-Si nota così tanto?-
-Marmocchio, lo sai che puoi dirmi tutto, vero?- gli diede un pizzicotto sulla guancia.
-Sì, lo so.- Eren sorrise di poco.
-Meglio che vada.-
Il ragazzo si allontanò salutato dall'uomo.[...]
I tre ragazzi entrarono chiacchierando tra di loro, per poi trovarsi davanti Eren che se ne stava seduto su una poltroncina a guardare fuori.
-Ecco dov'eri.- il biondino si avvicinò -Potresti anche rispondermi quando ti telefono, sai?-.
Il castano gli rivolse lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi.
-Eren...- il ragazzo si abbassò sui talloni a guardarlo.
-Ehy, che succede?- Dean gli si avvicinò, sedendosi sul bracciolo della poltroncina.
James li guardava poco lontano da loro.
Eren tirò su col naso, per poi guardare Armin sorridendo amaro.
-Mi sono innamorato.-
-Eren...-
-Che c'è di male, scusa?- il moro attirò la loro attenzione.
Armin strinse la mano del castano, che, quando lo guardò, capì cosa avesse intenzione di fare. Annuì, in consenso.
-Dei miei non c'è molto da sapere, ma dei genitori di Eren...c'è un po' da raccontare.-
Dean passò un braccio intorno alle spalle di Eren -Sicuro?-.
Eren annuì, mentre stringeva la mano di Armin, che prese a raccontare.autrice
Hola.
E anche questo capitolo sarà diviso in due parti ✨So, ho deciso di metterli man mano negli angoli autrice, per farvi conoscere meglio i miei ocs 🥰
Say "hi" to Baker 🥴
Bye Bibis ✨💜
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𝕞𝕠𝕝𝕖𝕤
Fanficyaoi-boyxboy don't like? don't read! Eren Jaeger è un ragazzo 23enne di Brooklyn, che vive in un monolocale e frequenta la facoltà di medicina all'università, come il suo miglior amico Armin, che lavora con lui alla caffetteria del signor Hannes, uo...