3.

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Ci metto un po' a svegliarmi, batto diverse volte le palpebre per permettere ai miei occhi di abituarsi alla luce. Faccio difficoltà per un momento a capire dove sono, ricordo che stavo in sala comune e ora sono nel mio letto. Che mi abbia portata lui? no.. ci sarò venuta da sola e non me lo ricordo.
Oggi è praticamente il mio primo giorno di scuola, spero vada meglio di ieri. Non ho una compagna di stanza dato che l'unica camera rimasta era una singola. Ma meglio per me, così ho un posto tutto mio dove rilassarmi quandovoglio restare sola.
Proprio come in questo momento in cui l'acqua calda della doccia scorre lungo il mio corpo facendo sciogliere i miei muscoli tesi. Trasferirsi è difficile, ma era necessario, mia madre gira molto per lavoro, e quindi io giravo con lei, ma ora che sono più grande si è decisa ad abbandonarmi qui per il resto dei miei anni scolastici. Osservo la mia divisa appoggiata accuratamente sulla scrivania.

Facciamolo penso tra me e me.

Tiro su le calze seguite dalla gonna, troppo vecchio stile secondo me, di un grigio scuro per niente elegante. Mi abbottono la camicetta bianca e guardandomi allo specchio affianco al mio armadio cerco di mettermi la cravatta ma con scarsi risultati. Mi piace questo specchio, posso vedermi completamente riflessa davanti. A beauxbatons bastava legare un cavolo di fiocchetto. Indosso il gillet e a questo punto è davvero troppo. Decido perciò di lasciare almeno il mio mantello in camera e andare a far colazione con i miei libri già a portata di mano in una borsa a tracolla.
La pergamena che mi ha dato Silente ieri dice che ho trasfigurazione alla prima ora. Raggiungo la Sala Grande ma decido di non fermarmici troppo per iniziare a cercare l'aula. Così dopo aver ammirato il soffitto ora di un cielo azzurro con un sole splendente che illumina tutta la sala, afferro un succo di frutta e un toast con pancetta e uova e vado alla ricerca dell'aula.
Chiedo informazioni a diversi ragazzi che passano e quando arrivo in classe mi stupisco che non ci sia ancora nessuno. Mi sistemo tra i primi banchi e attento sola l'inizio della lezione.
Trasfigurazione, una materia che non mi dispiace devo dire, ma non la mia preferita.
La professoressa Mcgranitt, che ho scoperto essere la signora dello smistamento, è molto accurata nelle spiegazioni e quando la campanella suona quasi mi dispiace.

"Esecitatevi mi raccomando, ora andate" dice prima di prendere il suo cappello e lasciare l'aula.

"E così tu sei la novellina" un gruppetto di ragazze della mia stessa casa mi si para davanti.

"Io sono Pansy, e loro sono Mill, Daphne e Tracey" faccio loro un cenno di saluto e riprendo a mettere i miei appunti nella borsa. "Come hai detto che ti chiami?" è sempre la stessa a parlare. Le altre non hanno aperto bocca ma evito di commentare mentalmente anche su ciò.

"Non l'ho detto" le dico provocando delle risatine da parte di un gruppetto di ragazzi rimasto al fondo dell'aula. Mi pare di intravedere anche il biondo.

"Be lascia che ti illumini, vedi di abbassare la testa carina, ti conviene non provocarmi" alzo gli occhi al cielo mentre ho ancora la testa abbassata e sospiro, decido di rispondere solo per levarmele di torno. "Arya Reyes" pronuncio e un silenzio cala in tutta l'aula.

"Reyes? Come Davina Reyes?" chiede finalmente una delle altre ragazze, mi pare si chiami Daphne.

Annuisco, "Oh si, quella stronza di mia sorella" sorrido prima di andarmene lasciando tutti di stucco.

Maria Davina Reyes, mia sorella è conosciuta qui ad Hogwarts e non bene. Io e lei? L'opposto. Ha finito la scuola uno/due anni fa, siamo così sconosciute che non ricordo manco quanti anni ha.

"E quello sarebbe un nodo alla cravatta?" alzo lo sguardo sulla voce proveniente davanti a me. Un ragazzo moro dagli occhi grigi mi sorride.

"Lascia che ti aiuti" mi sussurra con fare seducente e prima che possa ribattere mi ha già sfilato la cravatta non lasciando neanche un secondo il suo contatto visivo con i miei occhi. Lo osservo attentamente, mi piace osservare le persone, non che sia una stalker o chissà cosa, ma mi piace osservare i lineamenti, le espressioni, provare ad immaginareche cosa succede nella loro mente.

"Così sei una Reyes"annuisco non lasciando il contatto visivo.

"Qualche problema?"chiedo già stufa di tutti quelli che mi associano a lei.

"Niente affatto, ci si vede Reyes" sorride prima di voltarsi e andarsene.

Abbasso lo sguardo sulla mia cravatta e il nodo è perfetto.

Dopo aver superato l'ora di incantesimi finalmente mi trovo in Sala Grande per pranzo. Mi siedo al primo posto che mi capita e quasi non salto per il colpo che una ragazza mi ha fatto prendere sedendosi di fianco a me.

"Ti ho visto in corridoio con Jake. Stagli alla larga" ma ancora perplessa le chiedo "Con chi?" passa così da un'espressione seria a ridere a crepapelle.

"Jake Jones chi se no? L'ho addocchiato prima io, quindi quando me lo sarò finalmente fatto, poi potrai provarci tu quanto vuoi" rimango ancora più perplessa di prima.
Ma questa chi è? E' pazza.

"Sono Jess Evans, non volevo spaventarti, sembri terrorizzata" faccio mezzo sorriso "Più che altro sono preoccupata per la tua sanità mentale." e fa l'unica cosa che non mi aspettavo, scoppia a ridere. "mi piaci" dice e a questo punto scoppio a ridere anche io.

"Mi chiamo Arya Reyes" dico prima che si faccia seria. "Come quella sadica di Davina Reyes?" annuisco.

"Cazzarola" ormai sono disperata.

"Be capisco perchè Jake ti sia caduto ai piedi allora" ammette prima di riempirsi la bocca di pollo.

"Ovvero?"chiedo curiosa ma non troppo visto che riguarda anche lei, per conoscere almeno un pò con chi dovrò convivere in questa scuola.

"Be due anni fa le andava dietro come un cagnolino" tz. "ma dimmi qualcosa dite? Oltre a tua sorella" Mi chiede.

Ma non sta mai zitta? Ma posso dire che sia la prima simpatica qua dentro che non se la prendo se le sputo in faccia la verità.

"Non c'è molto da sapere, ho girato diverse scuole per via del lavoro di mia madre. L'ultima è stata beauxbatons".
Mi ascolta attentamente e mi fa piacere che gli interessi sul serio.

"Oh si, quelle col vestitino celeste che scorrazzano come delle possedute" scoppio a ridere per la sua definizione di come sono le francesi di beauxbatons. Di bello in quella scuola è che apprezzano l'arte.

"Hogwarts le ha ospitate qui due anni fa" annuisco "Lo so, torneo tre maghi, c'ero anche io" rimane sbalordita.

"Sul serio?" annuisco "Tranquilla non facevo parte del gruppo che scorrazzava come delle possedute" scoppiamo entrambe a ridere.

"Mi ha fatto piacere conoscerti, abbiamo creature magiche, ti va di andarci insieme?" annuisco prima di alzarmi e seguirla.

Creature magiche e divinazione, e poi finalmente abbiamo finito. Jess ha detto che mi faceva fare il giro della scuola, e così è stato, mi mostra dove vive Hagrid, il custode delle chiavi e dei luoghi ad Hogwarts, mi mostra come alle scale piace cambiare, come raggiungere diverse aule e dopodichè corriamo in sala grande, e dopo aver finito di cenare mi mostra la sua stanza nel nostro dormitorio, non è molto distante dalla mia e mi fa promettere di andarla trovare spesso in quanto non sopporta la ragazza con cui condivide la stanza. Parliamo un po di tutto e fatta una certa ora torno in camera mia, sono davvero distrutta, per ciò in poco tempo sono già caduta fra le braccia di morfeo.

Straight to Hell Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora