2.

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Ammetto di essere molto agitata, sono arrivata con qualche mese di ritardo e a quanto ho capito, per questo mi toccherà essere la sola ad essere smistata in una delle quattro case di Hogwarts. Cosa che influenzerà molto sulla mia residenza in questa scuola. Vengo scortata dal custode Gazza fino a quella che Silente ha chiamato Sala Grande, ovvero dove ci si recherà per i pasti.

E' un attimo che le porte si aprono e mi trovo completamente in imbarazzo davanti quattro lunghe tavolate, ognuna per ogni casa, e una tavolata orizzontale al fondo della sala dove posso intravedere quelli che sono i professori e, il preside, Silente.

Mentre percorro la navata affiancata dal Signor Gazza rimango di stucco appena alzo gli occhi al soffitto. Candele fluttuano sospese in aria anticipando un cielo blu stellato. Devono aver incantato il soffitto. Senza che me ne renda conto sono arrivata al fondo del corridoio, abbasso gli occhi dal soffitto per scorgere la figura di una signora, sicuramente un'insegnante, avvolta da un abito verde smeraldo, e con un cappello nero a punta. Mi porge un sorriso accogliente e mi fa segno di seguirla su per dei gradini che portano ad un vecchio sgabello, spero tanto mi regga.

"Signorina, ora le appoggerò sulla testa il cappello parlante, che le indicherà la sua casa" come fa un cappello a parlare? Ma proprio mentre mi chiedo che cosa dovrei farci mi precede prendendo parola.

"Bene bene, che cervello, un gran cuore nonostante grandi disavventure e una particolare tolleranza e coraggio.. ma devo dire che la furbizia non ti manca di certo, anzi, aggiungerei scaltra e di sicuro molto determinata e intraprendente, difficile" non spiaccico parola rimanendo ancora incantata dal fatto che un cappello vecchio e polveroso mi stia analizzando per bene. "Qualcuno l'ha già messa alla prova all'interno di queste mura"  il pensiero del ragazzo biondo di oggi si fa strada nella mia mente e non posso evitare di chiedermi se ora mi sta guardando da una di queste tavolate. "Be penso non ci siano ulteriori dubbi"  e mentre sento gli occhi di tutti puntati su di me ad attendere il verdetto, sicuramente non più ansiosi di me, che il cappello annuncia "Serpeverde!" Un brusio prende il sopravvento ma cerco di non darci peso raggiungendo il tavolo alla mia destra in cui la Professoressa mi ha indicato di andarmi a sedere. Prendo posto vicino ad un gruppetto di studenti che mi fa segno di unirmi a loro e iniziano a parlarmi tutti in coro non dandomi il tempo di rispondere nemmeno ad una domanda. Qual'era la prima? Non importa. La mia attenzione si distoglie quasi subito quando i miei occhi verdi incrociano occhi che ho già visto. Occhi chiari che mi scrutano non molto lontano da dove sono seduta io. Gli porgo un sorriso per come dire 'Vedi dove sono finita?' e stranamente il ragazzo misterioso mi porge quello che per la prima volta vedo sul suo viso, un sorriso. Dopodichè mi perdo nell'immensità di cibo che mi appare nel piatto.

Praticamente hanno servito di tutto, ogni sorta di prelibatezza. Quando ho finito di mangiare mi dirigo verso la mia Sala Comune con il resto della mia casa. Mi spiegano che si accede tramite una parola d'ordine che cambia ogni due settimane. Ora è purosangue, sai che fantasia. Una ragazza mi mostra come trovare la mia stanza e quando la trovo le mie valigie già sono al suo interno.

Decido di sistemare la mia roba e faccio un incantesimo per far risuonare un po' di musica nel frattempo. Ripongo i miei vestiti nell'armadio, il set della mia piuma con calamaio e inchiostro sulla scrivania insieme ai miei libri scolastici. Appoggio la foto di me e mio padre sul comodino e lascio che una lacrime mi righi il viso. E' una foto di quando ero piccola, la mia prima volta su una moto con lui, e che moto, niente meno che una Harley Davidson. Così si sono conosciuti  i miei quando erano giovani, due scatenati ad un raduno babbano di motociclette. Il contrario della mamma ora, sempre concentrata sul lavoro per non pensare, peccato che si è anche scordata delle sue figlie. Mi manchi papà, sussurro prima di asciugarmi le lacrime. Mi metto il pigiama e decido che finirò di sistemare domani, ma non sono ancora stanca per ciò decido di andare a curiosare un pò in sala comune. Il silenzio regna nella stanza illuminata solo dal grande camino e dalla luce proveniente dal lago nero , ammirabile dalle grandi finestre su ogni lato della stanza. Sono così distratta che non mi accorgo di una figura su una poltrona vicino al caminetto fin quando non sono praticamente al suo fianco per sedermi su uno dei divanetti. "Non riesci a dormire?" chiedo al biondo. "No.." alza il suo sguardo sul mio. Due occhi celesti che mi guardano. Mi siedo sul divanetto e non posso fare a meno di chiederglielo. "Non vuoi ancora dirmi perchè piangevi?" e come già mi aspettavo "Non sono affari tuoi" mi dice per tutta risposta. Annuisco e abbasso lo sguardo "Be a quanto pare non sono così pacifica come credevi per esser finita nella tua stessa casa." Finalmente ride "Già ho ancora qualche dubbio sulla scelta del cappello parlante, ma staremo a vedere" gli sorrido "Be spero non ti dispiaccia" intravedo un mezzo sorriso che cerca di nascondere. Dopodichè mi volto verso il fuoco e mi perdo nella sua bellezza.

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