Il giorno di Santo Stefano era sempre stato terribilmente noioso per Hermione.
Quell'anno non aveva molto da fare se non rispondere ai biglietti di ringraziamento dei Weasley per i suoi regali di Natale. Molly voleva assicurarsi che stesse bene e non si sentisse sola, Ginny la ringraziava per il basco elegante che tanto le piaceva, ed Harry si accertava che il libro che le aveva regalato fosse di suo gusto. Nessun messaggio da parte di Ronald, ma non si era aspettata altrimenti.
Sperava almeno che avesse aperto il suo regalo, e che non l'avesse incendiato prima ancora di leggerne e scoprirne il contenuto.
Ci aveva messo mesi per procurarsi quei biglietti per la partita del campionato mondiale di quidditch più importante della stagione, e aveva impiegato ore a cercare le parole perfette per accompagnare il regalo con le più sincere parole di scuse che la sua mente gemmea riusciva a trovare.
Sapeva di non poter aggiustare tutto con un regalo e una lettera strappalacrime, ma sperava che fosse almeno sufficiente per fare il primo passo verso una specie di ritorno alla normalità.
Aveva impiegato il resto della sua giornata nel recupero delle ore di studio che aveva perso nei giorni festivi, e aveva accettato l'invito di Blaise e Theo ad unirsi al loro appuntamento con il resto dei loro amici quella sera ai Manici di Scopa.
Non era tremendamente entusiasta di raggiungerli, ma restare da sola nella sua stanza le sarebbe sembrato ancora più penoso. Inoltre, la consapevolezza che un altro membro del gruppo non la disprezzasse, le dava abbastanza coraggio da accettare di andarci. Non voleva più stare in camera a piangere con Grattastinchi, e anche se tra quei ragazzi non c'erano di sicuro i suoi amici di una vita, doveva almeno provare a conoscerli.
Non voleva più essere la versione giudicante e piena di preclusioni di sé stessa. Con Theo aveva fatto bene a lasciarsi quegli stupidi stereotipi alle spalle, e magari avrebbe potuto scambiare qualche parola normale anche con gli altri suoi amici.
Insomma, se frequentavano Theodore non dovevano essere così malvagi... Giusto?
<Frequentano anche Pansy e Malfoy> le ricordava la sua coscienza.
"Non c'entra niente" la mise a tacere a voce alta. Doveva provarci se voleva smettere di auto escludersi da tutti, e lo sapeva.
Rifiutò cordialmente l'invito di Nott di fare la strada insieme, usando la scusa che sarebbe arrivata in ritardo per via di impegni scolastici.
I suddetti impegni erano in realtà un bagno caldo pieno di bolle di sapone e la lettura di qualche pagina di uno dei suoi classici preferiti. Semplicemente non aveva dei bei ricordi legati alle volte che aveva accettato i suoi inviti, e preferiva lasciarseli alle spalle.
(...)
"E così abbiamo dovuto riportarlo di peso in camera - raccontava Blaise al numeroso tavolo - e poi... Hey, Granger" le sorrise, interrompendo il suo racconto.
Lei non potè fare altro che sorridergli sinceramente. Non avrebbe mai potuto immaginare che l'amico del cuore di Malfoy potesse essergli tanto diverso. Aveva sempre supposto che avessero lo stesso temperamento aggressivo, ma da quando ci aveva parlato alla festa, non poteva non guardarlo sotto un'altra luce: era simpatico, e solare.
Tutti sembravano un po' più sorridenti quando c'era lui, e riusciva sempre a distendere l'atmosfera. Era un po' come Harry, solo in verde.
"Come va? Raccontavo a Goyle di cosa si è perso due sere fa!" le chiese, mentre lei sedeva in una delle sedie rimaste libere, proprio accanto a lui e Theo, che la salutò cordiale come sempre.
Non potè trattenersi dal guardare dritta di fronte a sé, dove c'era Draco, che non aveva lasciato la sua figura per un secondo: aveva notato come fosse più a suo agio in quella gonna rispetto a come lo sarebbe stata qualche settimana prima, e come quel maglione pensante si abbinasse perfettamente alla scelta di indossare quelle calze nere.
Non potè però fare a meno di distogliere lo sguardo quando lei ricambiò, per non darle la soddisfazione di avere le sue attenzioni. La verità era che gli dava molto fastidio vederla in quel modo: la preferiva quando si sentiva sola e spaventava, ma vederla a suo agio e sicura di sé accanto a loro gli faceva uno strano effetto.
"Tutto bene. Come mai non c'eri?" prese coraggio lei, parlando per la prima volta nella sua vita con Gregory Goyle. L'aveva sempre considerato una testa vuota, ma in fondo erano passati sei anni da quando Harry e Ron l'avevano ingannato con dei dolci fluttuanti.
"Sono andato da mia nonna per Natale, dato che i miei... sì, lo sapete" abbassò lo sguardo. Hermione si crucciò, la maggior parte dei ragazzi seduti al suo tavolo erano rimasti soli, dato che i loro genitori erano stati imprigionati ad Azkaban.
Non era la stessa cosa, ma si sentì più vicina a loro, in quanto vittima della stessa privazione. I motivi erano diversi, ma il discorso di fondo era lo stesso: erano rimasti senza genitori.
Certo, per ragazzi come Theo, la cosa era ancora diversa: a differenza di Goyle, non era a conoscenza della posizione dei suoi genitori, né ne avrebbe condiviso i valori, se lo avesse saputo.
L'atmosfera al tavolo sembrò ghiacciarsi per qualche istante, prima che Gregory aggiungesse: "E lei mi ha cucinato dei piatti schifosissimi, non so nemmeno come sono sopravvissuto!"
Tutti risero, meno che Hermione e Draco. Lei non poteva smettere di pensare a quello che aveva detto Goyle, che le aveva ricordato per l'ennesima volta che cercava di socializzare con persone che avevano tentato di ucciderla.
Draco invece non trovava sensato il fatto di dover continuamente rimandare alle scelte sbagliate che i loro genitori avevano preso: era successo, e piangerci sopra non avrebbe cambiato nulla. Non riuscì a impedirsi di pensare a suo padre, e alla piega contrariata che avrebbe preso il suo viso se avesse scoperto che se la faceva con una nata-babbana.
La serata fu abbastanza tranquilla, e non successe nulla di che. Hermione rise qualche volta, accompagnando il resto dei momenti imbarazzanti o in cui si sentiva esclusa dalle loro conversazioni con sorrisi di circostanza, o scambiandosi qualche piccola parola con Theodore.
"Ti va se andiamo? Si è fatto tardi" le disse infine.
"Intendi io e te?" chiese. Maledetto Draco! Da quando le aveva messo in testa l'idea che Theo volesse qualcosa di più di un'amicizia da lei, spesso questa spuntava nella sua testa suggerendole che non fosse il caso di restare da sola con lui.
<Ci siamo scambiati i regali ed eravamo da soli> si disse, prima di convincersi che non c'era niente di male a passare del tempo da sola con un amico. Per dimostrarsi che fosse così, accettò la sua proposta, alzandosi in piedi con lui.
"L'accompagno a casa" disse Theo, congedandosi.
Hermione non riuscì a impedirsi di guardare Malfoy, che ovviamente la stava uccidendo con gli occhi pieni di lame incandescenti.
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Interminor // Dramione
FanfictionSi stava dirigendo verso la sala grande, e decise di seguirlo fin dove fosse necessario per cercare di rimediare al disastro che aveva scatenato. Stava per raggiungerlo, quando lo vide prendere posto accanto ai suoi compagni, al tavolo dei serpeverd...