LXXXIII

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"Dove stiamo andando?" sussurrò nel buio del passaggio segreto.

"Facciamo un patto, va bene?" si fermò lui, che se ne stava davanti per indicare la strada: "Non mi chiederai nulla sta sera. Mi seguirai e basta."

"Non esiste! Solo gli scemi non fanno domande!"

"Non devi dimostrarmi di essere intelligente. Vedrai che sarà più divertente" le sorrise.

Hermione alzò mentalmente gli occhi al cielo, ma decise di annuire. Ormai se ne stava fuori dalla stanza con lui, e francamente non le andava di tornare indietro. L'aveva svegliata e sapeva che non si sarebbe più riaddormentata. 

In più, il fatto che il castello fosse privo degli stessi ferrei controlli che lo abitavano fuori dalle vacanze natalizie, la faceva sentire un po' meglio, e affievoliva la paura di essere scoperta.

Rimasero in silenzio per i minuti che seguirono. Hermione dovette mordersi la lingua molte volte per frenarsi dal domandare dove la stesse conducendo. Il passaggio diventava sempre più freddo, e aveva l'impressione di stare scendendo.

"Smettila di rimuginare, non ti sto portando al patibolo" disse lui, che aveva inteso la sua irrequietezza. Respirava a fondo da molto, e sembrava volersi lamentare da un momento all'altro. Essendo davanti a lei per farle strada, non poteva afferrare le espressioni del suo viso come faceva di solito, ma riusciva a sentirla socchiudere le labbra per poi separarle, come volesse dire qualcosa, e rinunciare subito dopo.

"Non sto rimuginando" rispose Hermione, sforzandosi di apparire più spavalda di com'era in quel momento.

"Devi solo fidarti" rise lui, lasciandola molto perplessa.

Il tema della fiducia era a dir poco impossibile tra i due, e tirarlo fuori in quel momento le sembrava assurdo. Aveva l'impressione che a Draco piacesse molto complicare le cose, e che lo facesse di proposito. 

Non era semplice tra loro, ma lui faceva molto bene la sua parte, alimentando le incomprensioni. Hermione aveva sviluppato l'idea che quel ragazzo fosse talmente affascinato dai misteri da volerne diventare uno, da avere il morboso desiderio di rendere mistero tutto ciò che lo circondava, lei compresa.

Eppure non le dispiaceva, non si era mai sentita una ragazza misteriosa, né aveva avuto l'impressione che qualcuno fosse interessato agli enigmi della sua anima.

"Eccoci" sussurrò il biondo ragazzo, riportando i suoi occhi al mondo reale.

"Dove siamo? Non sono mai stata in questo posto" commentò.

"Avevamo detto niente domande" si lamentò lui.

"Era solo una curiosità!" piagnucolò Hermione, incrociando le braccia mentre spostava i suoi occhi sullo strano luogo in cui si trovava.

C'era sabbia sotto i suoi piedi, e acqua tutto intorno a lei. Si trovava in una grotta, dal soffitto molto alto. Le pareti rocciose erano corrose dall'acqua, che dava un'aria quasi fatata all'ambiente: sembrava quasi di essere circondati da tante cascate.

I metri calpestabili erano pochi, dato che la maggior parte della camera era sommersa: la sabbia terminava poco dopo, proprio come nelle spiagge babbane che frequentava da bambina, lasciando spazio alle acque scure, che quella sera sfioravano la riva con calma e dolcezza.

"È la caverna della piovra gigante" istruì Draco.

"Ah ah, molto spiritoso."

"Non scherzo mica" alzò le spalle lui.

"Come no?! Sei completamente matto?" spalancò gli occhi lei, terrorizzata.

"Non ti fa niente, non è nemmeno qui" cercava di non ridere di fronte alle sue paure infondate.

"Beh, diciamo solo che non è un tenero crup!" 

"È addomesticata. Credi che la lascerebbero nuotare tranquillamente se potesse farci del male?"

"Non voglio correre il rischio, in ogni caso. Andiamocene da qui."

"Luminio" recitò Draco agitando la bacchetta contro uno dei quarzi ancorati alla parete.

"Che cosa fai?" deglutì lei, temendo di conoscere già la risposta.

"Ti faccio cambiare idea."

"No! Non voglio!"

"Non credevo che i coraggiosi Grifondoro se la facessero sotto di fronte a un pesciolino" scoppiò a ridere Draco.

Hermione prese un respiro profondo, cercando di non cadere nella sua provocazione, ma ancora una volta, non potè farne a meno.

Si avvicinò alla riva, guardandolo per pochi secondi. Lui spiccicava un mezzo sorriso, a cui lei non cedette. Si limitò ad attendere nel buio, al suo fianco.

Draco lanciò l'incantesimo illuminante, che rivelò un leggero movimento tra le acque tetre.

"Eccola qui" commentò.

Un lungo tentacolo fece capolino, rimanendo fermo di fronte a loro.

Hermione toccò istintivamente il braccio di Draco, spaventata dal movimento improvviso dell'animale.

Il ragazzo fece un piccolo passo, e ne solleticò la pelle spessa.

"Dai, accarezzala" la incitò.

Hermione posò la mano tremante sul tentacolo della piovra. Non poteva vedere la sua testa, ma potè quasi capire che non le avrebbe fatto del male.

Pochi secondi dopo il pesce si ritirò, sparendo sotto di loro.

"L'avrà chiamata qualcuno dalla sala comune" disse lui.

"Com'è vivere sotto terra?"

"Non hai mai parlato con un Serpeverde prima?" chiese Draco, divertito dalla sua domanda banale.

"No... Cioè sì, ma... Non di queste cose."

"È molto meglio di quello che pensi."

"Io non penso nulla."

"Non credo, tu pensi sempre. Secondo me sei convinta che sia una specie di trappola claustrofobica o qualcosa di simile."

"Non la metterei su questo piano" rise piano Hermione: "Solo non riuscirei a vivere senza finestre, o senza il vento mattutino."

"Il  vento ce lo becchiamo appena entriamo in cortile, e le finestre ci sono eccome. Solo che non danno sui territori del castello."

"Ne parli come fosse il posto più bello dove tu sia stato."

"Non è così, Hogwarts fa schifo. Però, di tutti i riprovevoli posti di questo circo, i fondali del lago sembrano essere l'unico luogo incorrotto."

Hermione pensò un momento prima di rispondere. Avrebbe voluto fargli mille domande, ma sapeva che non avrebbe avuto nessuna risposta, piuttosto una lamentela, o una presa in giro.

"Chissà che vista avete..." si limitò a fantasticare, immaginando le vetrate cristalline della sala sotterranea.

"Hey! Dove vai?" lo chiamò mentre invertiva la marcia e percorreva la strada al contrario.

"Il suo tour è appena iniziato, signorina" le disse con un'aria da scemo, porgendole la mano.

Hermione gli sorrise divertita, incastrandosi con lui, lasciando che la trascinasse per gli spogli corridoi del castello.

L'aveva visitato molte volte negli anni, sia di giorno che di notte, durante le ronde dei prefetti, ma non le era mai sembrato così colmo di enigmi come quella sera.

Ogni vicolo, ogni quadro, perfino ogni mattone le appariva mille volte più interessante. Le pareva quasi che qualunque oggetto potesse celare una verità che non aveva mai preso in considerazione, e, ammaliata da quella meravigliosa curiosità, non indugiò nel seguire il ragazzo lungo i percorsi che aveva tracciato per lei.



Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora