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Hermione non staccò quasi mai i suoi occhi da quelli di Draco, che riconobbe essere molto infastiditi dal suo comportamento. Come si rese conto di ciò che stava facendo, si pentì.

Dall'altro lato però, provò piacere nel sapere che gli aveva fatto fare una brutta figura davanti ai suoi amici, che ridevano sotto i baffi, probabilmente per la scarsa autorità che aveva dimostrato in quel frangente. Non le sembrava possibile che lui si permettesse di ignorarla per fare la scenata del 'fidanzato stronzo' e che lei, in cambio, dovesse sederei in braccio suo. E tutto sotto ricatto!

"Vuoi una burrobirra?" le chiese Nott, interrompendo la sua riflessione.

"No, non la vuole." rispose Draco per lei.

"Sì invece." aggiunse lei.

"Ti sei dimenticata cos'è successo l'ultima volta che hai bevuto?" chiese lui.

Tutti ammutolirono, e lei ancora una volta imbarazzata, notò che tutti i ragazzi la guardavano per metà divertiti, per metà curiosi. Non sapeva cosa rispondere, quindi tacque.

"Ti hanno tagliato la lingua?" chiese Pansy, ridendo con le sue amiche. Hermione la ignorò.

"Sto parlando con te!" alzò la voce, tirandole una leggera spinta sulla spalla.

Hermione si voltò di scatto in sua direzione: "Non sono affari tuoi!"

"Certo che lo sono. A questo tavolo siamo tutti amici, non esistono segreti. Per esempio, già tutti sappiamo delle tue origini mezzo-"

"Vuoi chiudere quella bocca Parkinson?! Non vedi che non ride nessuno?" intervenne Theodore.

Pansy gli sorrise, acida. Guardò Draco, che scosse leggermente la testa come a dirle che non valeva la pena di affrontare una simile discussione, e lei tacque.

Hermione rimase in silenzio tutta la sera, nonostante i miseri tentativi di Nott di conversare con lei. Le tremarono le mani per tutto il tempo, e non guardò in faccia nessuno. Si sentiva umiliata, ancora una volta avevano tirato fuori la storia del sangue puro, e le sembrava assurdo di essere ancora lì, seduta allo stesso tavolo di quei miserabili trogloditi.

Forse si aspettava, pur essendo una farsa, che Malfoy non l'avrebbe trattata con tanta superficialità e noncuranza.

Una volta abbandonato il locale, lui le si affiancò: "Rallenta e dammi la mano." disse al suo orecchio.

Procedettero così, in silenzio, per qualche secondo, finché il resto del gruppo non avanzò abbastanza da permette a Draco di parlare senza essere sentito.

"Cosa pensavi di fare prima? Perché sei venuta con lui?"

"Cosa ti importa?" rispose lei.

"Potete fare gli amichetti del cuore quanto volete quando siete soli, ma non quando siete fuori con me."

"Amichetti... del cuore?! Tutto quello che ha fatto è stato spostarsi per far sedere anche me! Avresti potuto farlo tu invece di lamentarti."

"Davvero speri che io mi comporti in questo modo? Io non sono il tuo ragazzo, Granger, e non mi frega proprio niente del rapporto che hai con quel verme." si fermò Malfoy in mezzo allo stradone principale. "Ma mi interessa apparire bene, quindi la prossima volta che mi fai fare una figura da imbecille, agirò di conseguenza."

Lei rimase in silenzio, leggermente intimorita dalla sua reazione, a suo avviso eccessiva. In fondo, si era solamente seduta affianco all'unica persona che gliel'aveva chiesto, cosa avrebbe dovuto fare? Rimanere in piedi?

Decise di non rispondere ulteriormente, dato che discutere con Draco era praticamente impossibile, visto il suo ego smisurato e la sua altezzosità.

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora