CXXIII

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ORA NUMERO 6

"La smetti di complicarla ancora di più? Vattene" disse Malfoy, non appena scorse la testolina combattuta di Hermione.

"Volevo parlare con te."

"Non qui" disse lui, guardandosi attorno. Da quando aveva confessato, percepiva di avere almeno una decina di controllori appresso, che non solo seguivano ogni sua mossa, ma che ascoltavano qualunque parola abbandonasse le sue labbra.

Lei rimase in silenzio, seguendolo mentre lasciava la sua stanza.

Draco continuava a salire le scale della scuola, senza darsi una calmata. Il suo respiro era pesante, e non smetteva di voltarsi in cerca di qualche avventore notturno.

"Sei completamente stordito!" esclamò lei, non appena lo sentì disincantare la presidenza.

"Non puoi usare la magia! E non penserai davvero di entrare lì dentro nella nostra situazione!"

"Deve essere l'unico posto in cui gli sarà proibito controllare, ci sono troppe informazioni delicate."

Ormai del tutto rassegnata alla sua stessa, continua, mancanza di attenzione verso le proibitive regole di Hogwarts, Hermione non si lamentò più di tanto, non come avrebbe fatto mesi appresso, quando essere una brava studentessa era la cosa più importante di tutta la sua vita, persino più importante che andarsene a cercare i suoi genitori.

"Che cosa volevi dirmi?"

"Volevo solamente... Vederti" abbassò lo sguardo lei, troppo stanca di discutere sempre delle stesse cose.

"Davvero?" chiese lui, sospirando.

"Non posso credere che sia successo davvero..." iniziò a piangere, abbassando la testa più che poteva.

"Non fare così" l'abbracciò lui, alzando la testa per maledire il destino, che non aveva fatto altro che sputargli addosso per tutta la vita.

Mai aveva amato qualcosa come quella ragazza prima, e l'aveva persa per sempre. Se solo l'avesse saputo prima... Se solo fosse riuscito a guardare oltre, a capirlo prima che il loro tempo finisse.

"Mi dovevi ascoltare, perché sei così testardo?" domandò lei frustrata, sciogliendo l'abbraccio e allontanandolo con le mani.

Lui le si avvicinò e le accarezzò la testa, ormai stanco di parlare, di sentirsi sgridare da lei per aver confessato, di ascoltare tutte le sue stupide ragioni o i piani alternativi che aveva pensato.

Le prese il viso e le diede un bacio, senza nemmeno sapere se lei avrebbe ricambiato o l'avrebbe spinto via urlandogli di tutto come le piaceva tanto fare.

Lei non pensò nemmeno un secondo che la possibilità di interrompere quel momento fosse contemplabile, e fece scivolare le mani tra i suo capelli, accarezzandoli mentre sentiva la sua lingua scorrere lungo il suo labbro inferiore.

"Hermione..." tentò di fermarla lui quando lei iniziò a sbottonargli la camicia.

"Questo è troppo anche per me" sorrise, aò pensiero che quella pazza volesse fare sesso nell'ufficio della preside.

"Non mi importa" disse, accarezzando il cavallo dei suoi pantaloni.

"Tu sei matta" rise.

Hermione non rideva affatto, sapeva che quello era probabilmente l'ultimo momento che avrebbe passato con lui. Lo baciò di nuovo, e ancora, finché lui non indietreggiò verso il divano in fondo alla stanza, portandosela sopra, a cavalcioni.

Lei sbottonò del tutto la sua camicia, aprendola abbastanza da intravedere ciò che di lui tanto le piaceva. Draco capì in pochi istanti che entrambi ne avevano bisogno, subito, e si abbassò velocemente i pantaloni.

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora