CXXV

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ORA NUMERO 8

"Ci siamo, non è vero?" chiese Draco ritrovandosi nella stessa stanza assieme a lei.

"Sì" disse voltandosi verso l'orologio.

"Vieni! Se non sbaglio a quest'ora dovresti essere sulla strada verso Hogwarts" disse Malfoy.

"Come pensi di fare?" aggiunse subito dopo.

"Non lo so, mi verrà in mente qualcosa lungo la strada" esclamò lei, correndo fuori dall'ufficio della preside, stando molto attenta a non farsi vedere da nessuno.

Sfreccivano lungo il corridoio del quinto piano, quando udirono una voce: "Non vuole parlare con me, e non so più che fare. Mi sento un completa idiota Dean..." i due si nascosero immediatamente dietro una colonna.

"È Ron..." sussurrò a Draco, cercando di osservarli meglio dal suo nascondiglio, mentre i due continuavano a parlare nella loro panca, ignari di tutto.

"Forse è lui la chiave..." disse, uscendo dal suo nascondiglio.

"Che diavolo pensi di fare?!" bisbigliò lei, afferrando la sua mano.

"Calmati, non può sapere che sono ai Manici di Scopa in questo momento. Fidati di me" le disse, afferrando il suo orologio da taschino: "Dobbiamo fare in fretta se vogliamo che tutto coincida nel modo corretto". Hermione prese un respiro profondo e lasciò andare la sua mano.

Draco camminò lungo il corridoio a testa alta, fingendo di non averli visti.

"Oh! Weasleyuccio, non ti avevo visto!"

"Che diavolo ci fai qui Malfoy? Sei venuto a prenderti il secondo round?" chiese Ron stizzito, alzandosi in piedi.

"Potrei farti la stessa domanda, il coprifuoco è già scattato e due bravi grifondoro come voi non dovrebbero essere fuori dalle proprie stanze..."

"Si da il caso che siamo prefetti in ronda. Ci siamo solo presi una pausa. Tu, piuttosto... Che cosa ci fai al quinto piano? Non preferisci strisciare nei tuoi sotterranei?"

"In effetti sì, ma sono molto preoccupato per una mia amica Grifondoro, l'ho vista prima ai Manici di Scopa e sembrava che non stesse molto bene..."

"Non hai amiche Grifondoro. Sparisci, prima che dica alla McGranitt che ti ho beccato in giro dopo il coprifuoco."

"Come sei gentile con me... Non pensavo fossi capace di farlo" rise Draco, per coprire la sua sorpresa.

"Ora siamo pari, dato che ho esagerato nell'ufficio della preside."

Draco corrugò le sopracciglia, si era quasi dimenticato della loro rissa a inizio anno.

"Sparisci, prima che me ne penta" aggiunse subito dopo.

Draco continuò a camminare.

"Ah e, per la cronaca... Non scherzavo prima, c'era davvero una Grifondoro... allegra. Forse la consoci, si chiama Granger" ridacchiò, prima di sparire dietro l'angolo e nascondersi di nuovo per origliare.

"Hai sentito cos'ha detto?" chiese il rosso a Dean.

"Sarà sicuramente una stronzata per farti arrabbiare."

"Sì, hai ragione..." disse Ronald. "Però, pensandoci, Hermione dovrebbe essere veramente ai Manici di scopa, me l'ha detto Neville."

"Io non ci credo" alzò le spalle Dean.

"Magari tu continua la ronda... io torno subito. Controllo un secondo che stia bene" disse, camminando velocemente verso la torre, passando davanti al nascondiglio di Draco, che trattenne il respiro per non farsi scoprire.

"Che palle..." sbuffò Dean, incamminandosi nella direzione opposta.

Hermione sgusciò fuori, cercando Draco.

"Bella mossa" si sforzò di sorridere, sperando che sarebbe andato tutto bene.

"Non è ancora detto... Ci conviene andare a controllare."

ORA NUMERO 9

Non fu facile trovare un nascondiglio che gli permettesse di vedere la porta della stanza di Hermione. Avevano i secondi contati, non sapendo bene quando sarebbe spuntato qualcuno, ma alla fine riuscirono a notare una specie di condotto appena sopra la porta. Non fu facile arrampicarsi fin lì senza l'aiuto della magia, ma, alla fine, ci riuscirono.

Attesero qualche manciata di minuti, ed ecco che udirono delle risate in lontananza: "Harry!" cinguettava Hermione.

L'Hermione del presente si coprì gli occhi nel pensare di essere stata così stupida, e si guardò entrare nella stanza con Harry.

Gli attimi successivi furono di puro terrore per Hermione. Se Ron non fosse arrivato, o peggio, fosse arrivato troppo tardi, sarebbe stato tutto invano.

Fortunatamente, qualche istante dopo, il rosso fece furtivamente capolino sulle scale, stando bene attento che nessuno lo stesse osservando mentre sgattaiolava nel dormitorio femminile.

Si avvicinò alla porta, e non appena bussò, questa si aprì.

"Te l'avevo detto che non l'avevi chiusa..." sussurrò Draco nell'orecchio di Hermione.

"Sh! Voglio ascoltare" disse lei alzando gli occhi al cielo, prima di aguzzare le orecchie il più possibile.

"Ragazzi... Che ci fate qui?" distinse la voce di Ron.

"Uhm, niente, Hermione ha alzato un po' troppo il gomito sta sera. L'ho riaccompagnata."

"Ah, per fortuna... Grazie Harry."

"E di che?" rise lui.

"Se vuoi posso anche andare, dico... Se vuoi pensarci tu" aggiunse poi, mentre Hermione rideva in sottofondo.

"Uhm... Sì certo... Grazie, amico."

"Ancora, smettila di ringraziarmi!" si lamentò ridendo mentre usciva dalla porta bofonchiando una specie di <a domani>, o qualcosa di simile.

Chiuse la porta dietro di sé, e si diresse verso le scale non appena vide Draco.

Harry alzò il sopracciglio: "E tu che ci fai qui?"

Draco sembrò quasi prendersi uno spavento, e respirare per riprendersi.

"Non capiresti" disse, voltandosi per andarsene.

"Ah, e, Potter?" si voltò di nuovo verso di lui dopo qualche scalino.

"Grazie per avermi difeso" disse, tanto velocemente da renderlo quasi impercettibile.

Se ne andò ancora più velocemente di com'era comparso, lasciando Harry confuso, fermo di fronte alla porta di Hermione.

Scosse velocemente la testa sorridendo, e scese le scale, tornando alla sua stanza.

Hermione guardò Draco, che aveva gli occhi spalancati, probabilmente incredulo di fronte alle sue stesse parole.

Attesero qualche minuto per controllare che fosse tutto a posto, e scesero dal loro nascondiglio.

"Sei pronto?" chiese Hermione, tirando fuori la giratempo da sotto la maglietta, dove l'aveva custodita per tutto quel tempo.

"Draco? Ci sei?" gli chiese, costringendolo a voltarsi e catturando la sua attenzione.

Se n'era stato girato a fissare la sua porta per tutto quel tempo.

"E se state... Se lui si stesse approfittando?" domandò piegandosi per sbirciare attraverso la toppa.

"Draco, non se ne sta approfittando perché io e lui stiamo insieme. Non è più affar nostro, adesso... Dobbiamo andarcene."

Draco sospirò sconsolato, infilando la testa dentro la catena della giratempo.

Questa volta Hermione la fece girare in avanti, esattamente al presente.

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora