XXVII

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"Che ci fai qui?" domandò Hermione. Draco l'aveva disturbata dopo l'orario del coprifuoco, intrufolandosi nel dormitorio dei Grifondoro. Del resto, era diventato un esperto. 

"Da cosa ci travestiamo?" chiese lui, restando sulla porta.

"Di cosa parli?" disse Hermione, confusa.

"La festa di Lumacorno. Non dirmi che non ne sapevi niente!" 

"Cosa? Lumacorno ti ha invitato?!" chiese lei, in preda al panico. Non si aspettava che il professore lo invitasse, dato che l'anno prima era rimasto fuori dai giochi, e considerando tutto quello che era successo. La sua presenza alla cena del Lumaclub avrebbe potuto scatenare dei pettegolezzi e non credeva che il professore avesse voglia di affrontarne di nuovi.

"Sorpresa? Sono il migliore studente di pozioni di Hogwarts, era scontato. O pensavi che avesse qualche pregiudizio nei miei confronti?" domandò Draco, inclinando la testa.

"Beh, sì a dirla tutta..." confessò lei, realizzando sempre più che si era cacciata in un bel guaio. Non avrebbe mai accettato la proposta di Lumacorno se avesse saputo che anche Draco ci sarebbe stato. Non era certamente così masochista.

"Non importa. Quindi?" chiese lui. Non aveva voglia di discutere, voleva solo risolvere la questione degli abiti il prima possibile.

"Malfoy, io... Sono già impegnata con qualcun altro" confessò.

Lui scoppiò a ridere: "Sei sempre molto spiritosa Granger, ma non abbiamo molto tempo per scherzare. Dobbiamo decidere che costume indossare, dato che la festa è domani".

"Non sto scherzando. Lumacorno mi ha espressamente chiesto di andare con qualcun altro, e io ho accettato."

"Cosa vorresti dire? Io e te stiamo insieme, non ci puoi andare con qualcun altro" affermò mentre il suo sorriso svaniva gradualmente.

"L'ho fatto solo perché me l'ha chiesto lui. In più, davo per scontato che non ti avrebbe mai-"

"Invitato? Certo, nessuno vuole il mangiamorte alla sua festa!" disse lui alzando leggermente la voce.

"Non urlare" disse lei, trascinandolo dentro la sua stanza, per chiudere delicatamente la porta dietro di sé.

"Chi è?" chiese Malfoy, guardandola dritta negli occhi. Lei tacque. "Rispondimi!" alzò di nuovo la voce, spaventandola. 

"Theodore Nott" disse Hermione, a bassa voce, quasi come avesse paura di pronunciare quel nome.

"Stai scherzando..." rispose lui, ridendo nervosamente.

"Me l'ha chiesto solo perché siamo entrambi caposcuola! Sai com'è fatto Lumacorno" provò a rimediare lei.

"Non me ne frega niente! Tu con lui non ci vai" disse lui, visibilmente furioso. Il fatto che la persona che sopportava meno fosse riuscita a portargli via l'unica cosa di cui poteva vantarsi ultimamente lo faceva andare fuori di testa. "Quello stronzo sa proprio bene come farmi incazzare!" disse, spingendo la poltrona che aveva davanti.

"Non è stato lui! Ha fatto tutto Lumacorno" trovò il coraggio di avvicinarsi lei.

"Non mi importa! Tu non andrai a quella festa con Nott. Non ti farai esibire come un oggetto davanti a tutti!"

"Perché tu credi di comportarti diversamente? Mi sembra che spesso ti sfugga che mi stai ricattando!" si alterò lei, che era riuscita a mantenere la calma fino a quel momento.

"Cosa c'entra? Lui ti sta solo usando per darmi fastidio, perché non lo capisci? Non ti rispetta!" rispose lui, in preda alla rabbia e alla frustrazione.

"E tu invece? Che cosa stai facendo? Ti sembra di rispettarmi, calpestando il mio orgoglio giorno dopo giorno?!"

"Stai forse dicendo che lui è migliore di me?!" si agitò lui. Non poteva sopportare quella situazione, e si notava dalla vena sul collo che si gonfiava sempre di più. Sembrava sull'orlo del collasso, il suo nervosismo si percepiva concretamente, e sembrava quasi di poterlo toccare.

"Non ha importanza! Theo non c'entra niente con questa storia. Lumacorno me l'ha chiesto ed io ho accettato, punto! Non posso cambiare le cose, abbiamo già i costumi ed ho già confermato la mia presenza con lui." 

"Smettila di chiamarlo Theo! Non è tuo amico. Credi che abbia buone intenzioni?" urlò Draco.

"E tu smettila di comportarti come se ti importasse qualcosa di me" lo seguì Hermione.

"E tu smettila di giocare con la mia pazienza! Ho cercato di essere gentile Granger, ma ti ricordo che c'è un voto di mezzo" rispose subito Malfoy.

"Vuoi davvero uccidermi perché non vengo con te ad una stupida festa? Sei ridicolo" disse lei, con freddezza.

Lui non rispose.

"Vattene" si voltò verso la finestra.

"Cosa?" chiese, indignato. Non era di certo lei a doversi risentire in quel momento!

"Hai sentito bene. Vattene subito" ribadì, con un tono molto calmo, mentre la sua mente, tutt'altro che placida, si arrovellava su quello che era appena successo. Il suo comportamento era ridicolo, sembrava un bambino a cui avevano portato via il giocattolo, giocattolo che, tra l'altro, lui trattava malissimo!

Lui lasciò la stanza, sbattendo la porta dietro di sé.

Scese le scale verso i sotterranei, lasciando che i piedi lo guidassero mentre lui si tormentava pensando a ciò che la Granger gli aveva detto.

Non poteva avanzare pretese su di lei, perché la trattava esattamente come stava facendo Nott, e non poteva nemmeno ricattarla, dato che non dipendeva più da lei, ma dal professor Lumacorno.

Era talmente nervoso che si infilò a letto, evitando di pensare che a pochi metri da lui, Theodore dormiva sereno, magari fantasticando su quella maledetta festa.

L'idea che avesse ottenuto proprio ciò che voleva lo affliggeva al punto da non permettergli di addormentarsi, troppo arrabbiato per rilassarsi.

Uscì in cortile, continuando a riflettere sulla situazione, ma sapeva di non poter cambiare le cose. 

Ancora una volta, non era riuscito a contenere la sua rabbia, e tutto l'esercizio degli ultimi mesi era andato a quel paese. Davanti ad una simile mancanza di rispetto, non aveva potuto trattenersi. La sua autorità era stata messa in discussione, e proprio dalla persona che più lo infastidiva negli ultimi tempi.

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora