LIX

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"E poi ha provato ad accusarmi di aver imbrogliato, solo perché sono Serpeverde" si lamentava Draco, raccontandole dell'amichevole di Quidditch che aveva giocato quel pomeriggio. Hermione aveva gli occhi spalancati: i due erano affogati in un silenzio imbarazzante durante l'ultima mezz'ora, e lei, stanca di tacere, gli aveva chiesto la cosa più ovvia a cui potesse pensare. Solo non poteva credere che quel ragazzo le stesse raccontando una cosa così stupida con tanto ardore ed entusiasmo.

"Non ci credo, non può averlo detto davvero" commentò Hermione, prendendo un altro sorso della sua burrobirra. Non le importava minimamente, ma si stava impegnando per mostrarsi interessata, non voleva stare di nuovo in silenzio a fissarsi le scarpe sotto al tavolo.

"Ma si, l'ha fatto solo perché è tassorosso. Sicuramente è convinto di essere il tipo più onesto che esista solo perché è tassorosso, e io sono il più stronzo perché sono serpeverde" continuò lui, staccandole gli occhi di dosso per potersi guardare attorno infastidito.

"Beh, in effetti..." rispose lei, divertita da quel lato di Malfoy che non credeva esistesse. In realtà, credeva di averlo conosciuto in tutti quegli anni, ma non sapeva niente di lui, se non le cose spregevoli che le aveva detto. E le sarebbero dovute bastare, ma da quando era stata costretta a stargli vicina, era anche stata costretta a cercare di guardare oltre... E aveva visto qualcosa. 

E in quel momento si rese conto di conoscere tutto del suo passato, ma nulla del suo presente.

"In effetti cosa?" chiese indignato.

"Sei serpeverde, e il gioco pulito non è esattamente tra le tue parole del giorno."

"Davvero credi ai pregiudizi che girano sui serpeverde? Solo perché uno stronzo del secondo anno ti ha chiamata sangue... impuro?" chiese.

Hermione lo guardò negli occhi, cercando un appiglio. Un barlume di sincerità, un espressione empatica. Le era sembrato che Draco Malfoy si stesse ammonendo per averla offesa, e l'aveva fatto evitando di ripetere quel termine orribile. 

"Io... "

"E stando ai pregiudizi, tu dovresti essere Corvonero, dato che sei la più intelligente del corso" disse.

"Sono solo la migliore, non per forza la più intelligente" sottolineò lei.

"Vedi? Le persone intelligenti sanno di non sapere. Sono gli stupidi che credono di conoscere tutto" disse, appoggiando il gomito sul tavolo legnoso.

Hermione alzò un sopracciglio, e poi scoppiò a ridere.

"Che c'è?" chiese serio.

"Ci credi? Stiamo avendo una conversazione normale" disse sinceramente. 

Lui serrò la mascella, senza rispondere, e distolse lo sguardo.

"Cos'ho detto?" chiese, notando la sua tensione.

"Niente" rispose digrignando i denti. Hermione conosceva bene quell'espressione, e sapeva perfettamente cosa veniva dopo. 

Ma non imparava mai.

"Dai, perché non puoi semplicemente..."

"Ti ho detto che non ho niente, cazzo! Perché sei così insopportabile? Fatti gli affari tuoi una buona volta" scattò lui.

"Tu hai seri problemi" disse Hermione, alzandosi dal tavolo. 

"Dove vai?" riuscì a sentire la sua voce mano a mano che si allontanava dal loro tavolo, diretta verso il passaggio più veloce per Hogwarts. Ne aveva abbastanza dei suoi giochetti psicologici per farle credere di essere cambiato, di essere... normale. Aveva chiuso. Non poteva farsi abbindolare da quel pazzoide troppo irascibile, che cambiava atteggiamento ogni due secondi come fosse affetto da chissà quale malattia mentale!

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora