XXI

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Le giornate di Hermione si stavano progressivamente plasmando, conformandosi a quello che era lo stile di vita di Malfoy.

La mattina percorrevano il corridoio insieme, fino alla sala grande, dove lei faceva colazione. Durante gli intervalli stavano vicini in cortile, insieme agli amici di lui. Pranzavano e cenavano insieme, e, a volte, lui la accompagnava addirittura alle lezioni più frequentate dal resto del corpo studenti.

Lei si stava dolorosamente rassegnando alla solitudine, abituandosi all'idea che ormai poche persone volevano avere a che fare con lei. Per tutta la scuola non era altro che una traditrice, passata dalla parte del nemico.

Del resto anche lei lo avrebbe pensato se lo avesse fatto qualcun'altra. Non biasimava nessuno, né si lamentava.

Si dedicava qualche minuto ogni giorno per rifletterci, solitamente mentre accarezzava Grattastinchi o prima di dormire. Per quanto riguardava il resto della giornata, si era imposta di viverla senza darci troppo peso.

"Perché volevi vedermi?" chiese a Nott, mentre passeggiavano verso la guferia.

"Volevo chiederti due cose." rispose lui.

Lei attese in silenzio, aspettando che continuasse.

"Perché stai con Malfoy? Pensavo andasse tutto bene tra te e Ron. Non voglio farmi gli affari tuoi, è solo che... Non ti vedo molto felice." disse mentre sistemava i guanti neri che indossava.

"Io... Non..." provò a dire lei. Non si aspettava una tale uscita da Nott, non avevano per niente confidenza! Certe domande non le avrebbe ricevute nemmeno da Ginny. Era basita, e, presa alla sprovvista, non uscì molto più che qualche balbettio dalle sue labbra.

"Non volevo metterti in difficoltà, sono solo preoccupato per te, Hermione." disse Theo, che si era accorto di averla messa con le spalle al muro, principalmente dal colorito che aveva preso la sua pelle, colma di rosso imbarazzo.

"Non ti devi preoccupare. Tra me e Ron le cose non funzionavano già da un pezzo, litigavamo troppo spesso." si sforzò di rispondere lei.

"E con Draco?" insistette lui.

"Cosa vuoi dire?" chiese lei, confusa.

"Cos'è successo? Cosa ti ha fatto cambiare idea sul suo conto? Del resto l'hai detto tu stessa, siete stati nemici per moltissimi anni." sputò la verità Theodore. Le disse quello che pensava, e probabilmente quello che si stavano chiedendo tutti i suoi conoscenti.

"Già. Mi ha semplicemente dimostrato di poter essere una persona diversa, la migliore versione di sé stesso. Ho solamente deciso di credere in lui." inventò lei. Mentre pronunciava quelle parole, si sentì molto convinta, forse perché era quello che le sarebbe piaciuto. Non avrebbe mai voluto essere costretta a stare insieme ad una persona che non voleva, soprattutto tramite inganni e ricatti. Perciò quel film, quello che aveva creato lì, su due piedi, di fronte a Nott e in mezzo a decine di gufi svolazzanti, le sembrò il più bello visto ultimamente.

"Davvero?" chiese Nott, quasi incredulo. Non si sarebbe mai aspettato una simile risposta, sostenuta da altrettanto simile convinzione da parte di Hermione. Era proprio vero ciò che diceva Harry! Hermione sapeva sempre mentire perfettamente quando doveva proteggere gli altri, mai quando ciò doveva giovare a lei stessa.

"Davvero." confermò.

"D'accordo. Volevo anche domandarti se ti andrebbe di parlare con la McGranitt riguardo i minuti di intervallo tra la terza e la quarta ora. Molti studenti chiedono che ce ne siano di più."

"Come di più? La quarta ora viene tagliata sempre di più per questo motivo! E perché mai gli studenti di Hogwarts vorrebbero rinunciare a qualche minuto di lezione? Per sbaciucchiarsi nei corridoi?" chiese lei, quasi indignata. Di solito, la quarta delle sue mattine era dedicata ai corsi extra, come rune antiche o storia della magia. Quella stessa ora che veniva ogni anno decimata, al fine di dare qualche minuto in più agli studenti di Hogwarts. Perché tanta ingiustizia verso quella povera, sottovalutata, quarta ora? Cosa aveva fatto di male se non essere concepita come lezione successiva alla ricreazione?

"Sei sempre la solita, Hermione." rise Nott, interrompendo le sue turbe.

"La solita? Non mi conosci nemmeno." rispose schiettamente lei.

"Ti conoscerò." sorrise lui.

Ancora una volta, Hermione arrossì. Si sentiva sempre tremendamente in imbarazzo quando lui la guardava, probabilmente perché in soggezione davanti ad un ragazzo così sicuro di sé.

"Perché devo sempre essere io a chiedere queste ingiustizie?" cambiò discorso.

"Perché la McGranitt ti adora, e mi riderebbe in faccia se glielo domandassi io. In fondo sei rappresentante di tutti i tuoi compagni, è un tuo dovere dare voce alle loro richieste. È per questo che sei caposcuola." pronunciò Theo, solennemente.

"Credi che la tua eloquenza possa convincermi a fare qualcosa che non mi convince?"

"Funziona almeno?" chiese lui, ridendo.

"Un pochino." rise anche lei.

(...)

Mentre usciva dallo studio della preside dopo averla convinta a concedere i minuti di cui aveva parlato con Theodore, Hermione scorse una testa fulva tagliarle la strada.

"Ron!" lo chiamò, iniziando a seguirlo.

Lui non si fermò, ma lei aumentò il passo in modo da riuscire ad affiancarlo.

"Come stai?" chiese, camminando al suo fianco.

"A meraviglia!" rispose lui, guardando dritto davanti a sé.

"Hey, fermati un attimo." lo trattenne lei, afferrando il suo braccio.

"Vorrei sapere come stai, davvero. Mi dispiace molto per come è finita, e io-"

"Risparmiati il discorso 'io per te ci sarò sempre, vorrei che rimanessimo amici'. Avrei potuto accettarlo se le cose fossero finite lì, sulle scale, perché veramente non mi amavi più. Ma dopo averti vista con Malfoy, per me sei morta." sputò lui, quasi neanche guardandola in faccia.

Riprese la marcia, e lei rimase ferma, mentre una lacrima rigava la sua guancia.

Ron aveva ragione, sembrava che fosse tutto architettato, che lei l'avesse lasciato per Malfoy! Erano giorni che sperava di parlare con lui per potersi scusare, ma aveva scordato un tassello principale: stava frequentando il suo più grande nemico!

Lo stesso ragazzo che aveva deriso lui e la sua famiglia per anni, schernendo le sue umili origini confrontandole continuamente con le sue 'nobili'.

Lo stesso che gli aveva più volte augurato il peggio, e che aveva addirittura provato a far sì che quel peggio accadesse.

Come poteva perdonarla dopo che l'aveva lasciato per stare con lui?

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora