"Muoviti Hermione!" diceva il suo amico lungo i corridoi bui.
"Harry!!" rideva Hermione.
"Shhhh!" rispondeva lui, posandole un dito sulla bocca. "Stanno dormendo!"
Grazie alla guida abbastanza lucida di Harry, i due raggiunsero la sala comune della loro casa.
Harry accompagnò Hermione alla sua stanza.
"Ce la fai da sola adesso?" chiese lui.
"NOOOO!" urlò lei.
"Stai zitta!" rispose lui, cercando di restare serio.
"Stai un po' con me!" pronunciò l'amica, tirandolo per il braccio.
(...)
Dopo una buona mezz'ora che aveva avuto per Harry la parvenza di un'eternità, decise di alzarsi per andare a dormire.
Hermione si lamentò, rigirandosi nel letto dove era sdraiata.
Lui la scrutò: era spettinata, il trucco sbavato. La maglia leggermente sollevata rivelava qualche lembo della sua carne. Si impose di smettere di guardarla, per lo meno in quel modo. Da sempre l'aveva trovata bella, ma erano anche sempre stati su due binari differenti. Le loro personalità a tratti simili erano in realtà ben distinte, abbastanza da legarli in una profonda amicizia.
Ma quella sera la parte razionale della personalità di Harry, quella che lo teneva lontano da lei, era beatamente assopita in un qualche remoto angolo del suo cervello.
Harry scacciò via i suoi pensieri poco decorosi, avvicinandosi a lei per aiutarla a mettersi a letto.
Lei alzò lo sguardo verso di lui. Poco lucida, nella sua mente presero vita tutte le osservazioni dei giorni precedenti, che non aveva avuto il coraggio di pensare esplicitamente: Harry era premuroso, era l'unico che l'aveva capita ed era sempre stato dalla sua parte.
Non rispondeva mai male a Ginny, cercava sempre un compromesso. Non l'aveva mai vista piangere per lui.
Ah, che brutti scherzi gioca il subconscio umano! Capace di eludere anche la mente più incorruttibile, quella sera si era parecchio divertito con quella già traviata di Hermione. Aveva esaltato tutti i difetti di Ronald, per poi riconoscere le qualità opposte nell'amico, che in quel momento l'attirava a sé sia mentalmente, sia fisicamente.
Si era persa ad ammirare i suoi occhi ardimentosi, i suoi lineamenti esemplari, la sua bocca tornita, mentre lui, contro la sua volontà, faceva lo stesso.
Capirono entrambi di essere attratti l'uno dall'altra quella sera, e capirono anche che la cosa era reciproca.
Si fissarono per qualche secondo, finché non infransero la loro distanza, colmandola con un bacio.
Un bacio sbagliato, che li smosse nelle viscere, che li fece sentire sporchi, mentre lui la afferrava per i fianchi, spostandola leggermente per sistemarla meglio sul letto, sdraiandosi sopra di lei, che gli sfilava la maglia.
Lui le baciò il collo, per poi aiutarla a togliere la blusa. Spostò leggermente il suo reggiseno per poterla assaporare, succhiando avidamente i suoi capezzoli. La sua bocca si spostò sempre più giù, fino a toglierle i pantaloni e le mutandine, baciando il suo interno coscia più volte per prepararla.
Lei estasiata, non voleva altro che quello. Non ragionava più, si era completamente abbandonata alle sue passioni. Tirava i capelli capelli di lui, cercando di contenere i gemiti, senza quasi rendersi conto di quello che stava facendo.
Quando lui si spostò, tornò a baciarla, torturandole il labbro inferiore con dei dolci morsi.
"Voglio farlo." disse lei, guardandolo in modo provocante.
Lui si alzò dal letto e tolse anche i pantaloni, rivelandosi in tutta la sua lunghezza.
Tornò a posarsi su di lei, che guardava ammaliata il suo fisico scolpito.
"Sei sicura?" sussurrò lui a pochi centimetri dalla sua bocca, frenato da un briciolo di ragione che cercava disperatamente di dissuaderlo dal commettere quell'errore madornale.
Lei afferrò la sua erezione con la mano, iniziando a massaggiarla su e giù. Lui chiuse gli occhi, emettendo un lieve gemito di piacere. "E tu?" girò lei la domanda.
Era incredibilmente sexy quella sera, l'alcol le aveva dato il coraggio e la sfrontatezza che non avrebbe mai avuto: agli occhi del suo amico appariva così maledettamente irresistibile, da non rendergli possibile alcun tipo di conclusione razionale.
Sapeva perfettamente di essere in errore, ma i suoi occhi da ragazza innocente non gli permettevano di pensare lucidamente, più che per le burrobirre, per come l'aveva supplicato di scoparla, mentre massaggiava la sua erezione.
Si sistemò tra le sue gambe, sfregando la punta del suo membro sull'intimità della ragazza che, con le gote rosse e le labbra gonfie, attendeva trepidante.
Con un gemito di piacere si fece lentamente spazio in lei, che sentì i suoi muscoli contrarsi, e un dolore farsi strada nel suo ventre, come fosse stata squarciata.
Harry lo comprese, e quindi esitò prima di ritrarsi per affondare di nuovo in lei.
Dopo qualche spinta, il dolore lasciava progressivamente spazio al piacere, e la ragazza toccava le braccia possenti del suo migliore amico che si faceva strada in lei con dolce maestria.
Il calore che provava in quel momento era estasiante, e perfino il dolore dato dall'aumento della velocità delle spinte si rivelò piacevole.
Lui la guardava godere, la ascoltava gemere lievemente, mentre la sua eccitazione aumentava sempre di più, assieme ai battiti dei loro cuori.
Il fascino del proibito li travolse al punto da farli fremere, si guardavano complici, consci del fatto che quello che stavano facendo era talmente sbagliato che li avrebbe condotti alla rovina.
Eppure si sentivano così leggeri, così infuocati, forse addirittura sollevati, e grati di essersi abbandonati a quel cieco, egoista istinto.
Le gambe di Hermione circondavano ormai i fianchi di Harry, quasi a supplicarlo di andare più a fondo, e così lui fece.
Lei gemette sempre più, cercando di censurarsi baciando e torturando il collo di lui, che stava raggiungendo il limite.
Fu quando lei pronunciò un sofferto "Ancora..." che non riuscì più a contenersi, abbandonandosi ad un intenso orgasmo che fece fremere ogni cellula del suo corpo, mentre la mano afferrava con virile forza il seno di Hermione, le cui gambe ancora tremavano dall'estasi di quell'incontro.
Entrami esausti, si addormentarono in quel letto ormai macchiato dalle loro lussuriose e proibite azioni.
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Interminor // Dramione
FanfictionSi stava dirigendo verso la sala grande, e decise di seguirlo fin dove fosse necessario per cercare di rimediare al disastro che aveva scatenato. Stava per raggiungerlo, quando lo vide prendere posto accanto ai suoi compagni, al tavolo dei serpeverd...