"E poi lui cos'ha fatto?"
"Te l'ho già detto, Ginny, è andato via. Non l'ho più visto da quel momento." Hermione ripetè il suo racconto per la terza o quarta volta all'amica incredula.
"Non ci credo! È proprio uno scemo!" commentava Ginny a bocca aperta, cercando di convincere Hermione che prima o poi avrebbe capito e si sarebbe scusato.
Era proprio quel "prima o poi" ad infastidirla: era stanca di aspettare che il suo ragazzo si rendesse conto di quanto le sue parole avessero un peso. Erano ormai sei anni che aspettava, avrebbe tanto voluto che lui la capisse al volo come lei faceva con lui.
"Ciao ragazze." esordì Harry, stampando un bacio sulla guancia di Ginny.
Hermione li guardò con un po' di invidia: anche lei avrebbe voluto una storia semplice come la loro, in cui i sentimenti venivano prima dell'orgoglio e l'intesa faceva da protagonista. Anche lei voleva la sua favola... Non se la meritava quanto Harry? Quanto Ginny?
Assorta nei suoi pensieri, finì la colazione e si recò silenziosamente a rune antiche, sperando di distrarsi un po'. Passò la sua giornata a studiare, portandosi avanti con il programma di studio in vista dei M.A.G.O., e organizzò le ronde dei prefetti, cercando di occupare la mente per evitare di pensare a cose negative.
Quella sera incrociò Harry, che non provò nemmeno a fermarla, conscio del fatto che non gli avrebbe dato nessuna spiegazione riguardo a Ron. Si rintanò nella sua stanza, dedicandosi a una delle sue letture. Sembrava aver trovato un po' di pace tra l'inchiostro di quelle pagine, quando il sonno la colse dolcemente.
(...)
"Andiamo Hermione, è passata una settimana ormai, dovrai pur fare qualcosa!" disse Harry, cercando di starle al passo in quell'orda di studenti in corridoio, e di non urtare i libri della sua amica, che la seguivano fedelmente, fluttuando alle sue spalle.
"Non farò proprio niente, visto che ha sbagliato lui. E dato che non sembra accorgersene, né che gli importi della questione, mi adeguo al suo silenzio." Si fermò lei, promettendosi che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe parlato di lui. Era stanca di dare spiegazioni ai suoi amici riguardanti il perché lei e Ron non si rivolgessero neanche la parola.
"Ti lamenti del suo orgoglio smisurato, ma neanche tu sei da meno. Dimostragli che almeno tu sai mettere i sentimenti al primo posto. Per favore... È impossibile stare nella stessa stanza con voi due." commentò Harry.
"Beh, nessuno ti obbliga a farlo!" si alterò lei, ricominciando a camminare.
"È vero, però mi piacerebbe che i miei migliori amici si riconciliassero." disse, e lei si fermò di scatto.
"Non gira sempre tutto attorno a te! Non è che se due persone litigano, devono smettere di farlo perché il Signor Harry Potter non gradisce le discussioni! Non tutti hanno la storiella perfetta, pensavo che dopo tutti questi anni te ne fossi accorto!" le sfuggì, facendola pentire subito delle sue parole.
"Cosa c'entra il discorso della storia perfetta, Hermione? Davvero credi che tra me e Ginny sia sempre tutto rose e fiori?"
"No, ci credo quando dici che non è così. Ma almeno voi sapete dimostrarvi quanto ci tenete!" disse, prima di scomparire in un qualche corridoio, per paura di non riuscire a fermare le lacrime che la minacciavano.
Si chiedeva quando lei e Ron avrebbero smesso di litigare.
Passarono altri due giorni, prima che Ginny fece in modo che si incontrassero ai Tre Manici di Scopa.
"Ciao..." disse lui, spostandosi nervosamente i capelli.
"Ciao." rispose lei freddamente, cercando di non mostrargli i suoi occhi, che sicuramente l'avrebbero tradita, rivelando la sua insicurezza.
"Allora... che fai qui?" disse lui.
"Aspetto Ginny."
"Ah sì? Anche io la sto aspettando. Ha detto di volermi parlare di una cosa importantissima." rispose lui, quasi incredulo.
Hermione capì subito che la sua amica aveva dato appuntamento ad entrambi, ma non si era presentata, sperando in un ricongiungimento.
"Ho capito." rispose "Allora devo essermi sbagliata." pronunciò uscendo dal locale.
"Hermione!" la seguì all'esterno. "Mi dispiace." disse mentre lei si allontanava, con un'espressione preoccupata. Aveva paura di perderla.
Tante volte avevano litigato, ma mai l'aveva sentita così distante e, ahimè, così indifferente. Quante volte ci era stato male e si era arrabbiato con sé stesso, ripromettendosi che non l'avrebbe più trattata così, ma non ci era mai riuscito.
Ci ricadeva ogni volta, e ne era consapevole. Eppure l'amava così tanto... Non voleva farla soffrire, ma non poteva farne a meno, e si odiava per questo.
"Hermione?" la raggiunse lui, cercando di richiamare la sua attenzione. "Possiamo dimenticarci di questo brutto episodio?" chiese, gli occhi pieni di paura e speranza allo stesso tempo.
"Me ne dimenticherò quando mi convincerai di avere a cuore i miei sentimenti." disse lei, che sentiva gli occhi inumidirsi. Non poteva perdonarlo così, non dopo che l'aveva fatta piangere per più di una settimana.
"Stiamo davvero litigando per Malfoy?" commentò lui, distogliendo lo sguardo deluso dalla risposta di lei.
"Vedo che continui a non capire." rispose.
"E allora spiegami, cazzo. Parla con me. Come credi che possa 'capirti' se mi parli mai? Non so più niente di te."
Quelle parole la colpirono, e una lacrima segnò la sua guancia. Come sempre, Ron l'aveva fatta piangere e, come sempre, Hermione scappò, con la speranza di riuscire a sfuggire anche ai suoi dilemmi.
Ron rimase fermo, i piedi inchiodati al suolo, stanchi di rincorrerla, come lui era stanco di cercare di capirla.
Quella ragazza era per lui un grande rompicapo, e anche se all'inizio era stato intrigante e divertente provare a capirlo, ora iniziava a stancarsi di tentare di risolverlo.
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Interminor // Dramione
FanfictionSi stava dirigendo verso la sala grande, e decise di seguirlo fin dove fosse necessario per cercare di rimediare al disastro che aveva scatenato. Stava per raggiungerlo, quando lo vide prendere posto accanto ai suoi compagni, al tavolo dei serpeverd...