I sotterranei brillavano di luce passiva, sporcando le iridi di Hermione con oscuro fascino.
Draco la trascinava con sé, come fosse un soldato maledetto dall'alto, mandato a portarla nei luoghi più segreti del castello, e del suo cuore.
Hermione lo seguì fino a una parete, dove lo sentì pronunciare il passo del cavallo. Di fronte a loro un equino da scacchiera, che non le impedì di pensare a Ronald. Attraversarono una serie di piccole stanze bianche e nere, come fossero dentro a una vera scacchiera, fino a raggiungere un ampio balcone.
"Com'é possibile che non conosca questi posti? Eppure vivo anche io in questo castello..."
"Te l'ho già detto prima che secondo me hai sprecato le tue notti ad Hogwarts" rispose Draco, attraversando l'arco che dava una meravigliosa vista sul lago. Una brezza lieve ma spietata smosse i capelli della ragazza, che si strinse nel suo stesso mantello.
"Non pensavo che esistesse un balcone nei sotterranei. Non ti sembra una contraddizione?" chiese divertita, appoggiandosi alla ringhiera per osservare il più possibile il buio paesaggio.
"Tu e le tue stupide gerarchie! È tutto nella tua testa" istruì con calma. Hermione non rispose, troppo intenta a ripetersi quelle parole per cercare di comprenderne il significato meno evidente.
"La vedi quella?" le chiese indicando una piccola luce poco lontano dal balcone: "È la grotta dove eravamo poco fa".
"Sembra molto più piccola" pensò a voce alta.
"Ora che ci sei entrata, sai che nasconde molto di più" le sussurrò all'orecchio, avvicinando le loro braccia mentre se ne stava in piedi dietro di lei.
La ragazza fece un piccolo storpio sorriso, sapendo che lui non poteva vederla. Aveva ben capito che non si riferiva semplicemente alla grotta, ma che, da narcisista patologico, aveva reso quel giro per il castello una complicata allegoria di sé stesso.
Non ne fu infastidita, piuttosto ammirò la naturalezza con cui il percorso era stato individuato. Per un attimo si chiese se stesse creando tutto lei, ma ci mise poco a cambiare idea, quando lui le afferrò i fianchi per potersi mischiare nei suoi occhi.
Lì capì che era tutto vero, per tutta le sera aveva cercato di dirle che era molto di più di ciò che lei pensava. Hermione non indugiò oltre nei suoi stessi pensieri, e stampò un lieve bacio all'angolo delle sue labbra.
Draco si ritrasse, spaventato dal brivido che gli partiva da sotto le labbra, fino alle punte del suo cuore rammaricato.
Hermione si spostò, imbarazzata dalle sue stesse azioni. Era come non si fossero mai baciati prima. Quel piccolo contatto sembrava aver annullato tutti i loro incontri precedenti.
"Vorrei prenderti qui" le disse lui, che si stava dilettando a spogliarla con gli occhi.
Lei arrossì in risposta, e si voltò istintivamente, spaventata all'idea che qualcuno potesse averli scorti così pericolosamente vicini.
"Tranquilla, è nascosto da un incantesimo di disillusione" le disse, quasi fosse un fuoriclasse di legilimanzia.
"Ecco perché non l'avevo mai visto!" si voltò di nuovo verso il lago.
"O forse perché lo guardavi ma non vedevi" commentò Draco a bassa voce, chiedendole poi di seguirlo di nuovo.
"Non sono sufficienti le regole che abbiamo infranto fino ad ora?" si lamentò lei, sapendo già che lo avrebbe seguito comunque.
"Mi sembra che tu avessi acconsentito a un certo accordo prima di uscire dal passaggio della torre" disse, continuando a salire le scale in direzione del piano terra.
Hermione tacque, guardando il soffitto annoiata dalla sua cocciutaggine.
"Perché siamo... No! Questo no!" si lamentò di fronte alle dorate porte della Biblioteca.
"Non sai nemmeno dove voglio andare" si difese lui, tentando di persuaderla.
"Non ho intenzione di profanare anche questo luogo con le tue malefatte!" incrociò le braccia.
"Adesso sarebbero le mie? Pensavo fossimo in due ad infrangere le regole" commentò mentre lanciava un rapido incantesimo contro la serratura di quella che era la stanza da letto di tutto il sapere del castello.
La condusse fino al reparto di Storia della Magia, dove indugiò di fronte a una curiosa pila di libri.
"Non pensavo ti dilettassi a condurre ricerche sulla vita del quinto preside di Hogwarts" rise, mentre lui allungava la mano verso un volume che ne citava il nome.
"Taci per un secondo" sbuffò, mentre il tomo, una volta estratto nel modo corretto, rivelava una scala chiocciola fino a quel momento nascosta dallo scaffale.
"Coma hai fatto a trovarla la prima volta?"
"Mi annoiavo" alzò le spalle, salendo i primi scalini, mentre la parete dietro di loro si chiudeva, lasciando la Biblioteca al suo solito e pacifico silenzio.
"Benvenuta nella stanza dei Guardoni" le annunciò, rivelando di fronte a sé almeno un centinaio di specchi.
"Ma è... Disgustoso!" disse, compiendo un qualche giro intorno alla stanza. Ogni vetro presente all'interno mostrava il semplice riflesso di ciò che vedeva di fronte a sé.
"E cosa c'è da guardare se non cento volte sé stessi?" chiese confusa.
"Osserva" le disse, toccando uno degli specchi a lui più vicino, dalla forma bizzarra. Questo rivelò l'immagine di una scalinata, e un quadro che raffigurava una madre, intenta a cullare il suo bambino.
Hermione aggrottò le sue sopracciglia, fino a che Draco non decise di spiegarle: "Toccando uno specchio, questo ti mostrerà ciò che si vede da un altro randomico specchio di Hogwarts. La posizione cambia continuamente, quindi non puoi mai sapere quello che apparirà dall'altra parte".
"Quindi mi stai fieramente mostrando un'invenzione che permette a chiunque di spiare gli altri?"
"Ti permette di spiare solo quello che ti capita. Non puoi guardare quello che vuoi, ma solo quello che lo specchio decide per te."
"Lo trovo completamente inutile" sentenziò con la bocca arricciata, mente lo specchio tornava a riflettere i loro visi.
"Io lo trovo... febbricitante" disse a pochi respiri di distanza.
Hermione si perse un'altra volta ancora, nei suoi occhi così miracolosamente contaminati di ignoto da far desiderare a chiunque un giro nella sua esperienza.
"Riguardo a quello che ti ho detto prima, sul balcone..." pronunciò Draco, facendole scivolare il mantello lungo le piccole spalle.
"Cosa?" domandò Hermione, tentando invano di fermarlo.
"Ti voglio, adesso" il sapore soffice delle sue labbra si scontrò con le parole che ancora dovevano uscire da quelle di Hermione, che le ingoiò volentieri, mentre spogliava il biondo ragazzo nella stanza tempestata di specchi.
*
Ciao a tutti!!! Chiedo scusa in anticipo per i possibili errori che il capitolo può contenere, ma non sono riuscita a ricontrollarlo :)) lo farò al più presto.
Come sempre fatemi sapere quello che pensate, adoro i vostri commenti!!! Scusate se spesso non rispondo, la verità è che sono proprio impedita con Wattpad!!! Spero possiate perdonarmi ;) buonanotte <3
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Interminor // Dramione
أدب الهواةSi stava dirigendo verso la sala grande, e decise di seguirlo fin dove fosse necessario per cercare di rimediare al disastro che aveva scatenato. Stava per raggiungerlo, quando lo vide prendere posto accanto ai suoi compagni, al tavolo dei serpeverd...