LXV

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Hermione trascorse il suo pomeriggio facendo dello shopping natalizio ad Hogsmeade. I suoi amici sarebbero partiti solamente due giorni dopo, e la notte di Natale si avvicinava. Anche se non sarebbero stati insieme, voleva che avessero dei piccoli doni, così da sapere che lei li avrebbe pensati. Aveva preso dei regali anche per il resto dei Weasley, non sarebbe stato carino che li facesse solo agli amici. D'altronde Molly ed Arthur l'avevano accolta moltissime volte, e durante l'estate era stati così premurosi nei suoi confronti... Erano delle belle persone.

Appena tornò nella sua stanza li impacchettò in quattro e quattr'otto agitando la sua bacchetta, e, dopo aver posto dei biglietti di auguri, se ne andò in guferia per spedirli alla Tana. Voleva che fossero già lì quando i suoi amici sarebbero arrivati.

Il 23 dicembre bussò alle sue finestre, ed Hermione scese in sala comune per salutare i compagni che se ne sarebbero andati per le feste. Si scambiò addirittura un amichevole 'Ciao' con Ronald.

Tornò in camera per prepararsi a fare colazione, e scese in sala grande.

Era molto spoglia, e non vide Theo, dunque si prese il suo posto al tavolo dei Grifondoro.

Quando Draco Malfoy entrò, Hermione alzò la testa. Non perché alzasse la testa ogni qualvolta qualcuno entrava in sala grande, ma perché l'aveva riconosciuto con la coda dell'occhio.

Diede un'occhiata veloce, e abbassò di nuovo la testa sulla sua Gazzetta del Profeta, sperando che non se ne fosse accorto.

La speranza è l'ultima a morire, certo, ma la prima ad ammalarsi. Malfoy prese la sua direzione, e anche il posto sulla panca di fronte a lei.

Hermione alzò piano lo sguardo, per assicurarsi che stesse davvero accadendo: Draco Malfoy seduto al tavolo dei Grifondoro? Di fronte ad Hermione Granger?

"Con cosa hai intenzione di assillarmi oggi?" chiese non appena incontrò il suo sguardo.

"Non pensavo che restassi ad Hogwarts" commentò, ignorando la sua provocazione.

"Potrei dire lo stesso di te" rispose lei, prima di tornare a leggere il suo giornale.

Lui non rispose, ed Hermione sbirciò in sua direzione: forse non aveva voglia di indisporla quella mattina.

"Non voglio andare alla Tana" aggiunse, senza guardarlo, per paura di vedere la sua faccia da stupida riflessa nell'iride blu del ragazzo che le stava di fronte. Perché gli stava raccontando i fatti suoi? Non aveva fatto nulla per meritarselo.

Draco la guardò, facendo un mezzo sorriso. Non si aspettava che glielo dicesse, in realtà non si aspettava nemmeno che gli avrebbe parlato dopo l'ultima discussione. Invece di crucciarsi sui suoi stessi pensieri, prese la palla al balzo.

"Come mai? Pensavo che fossi tornata con Weasleyuccio" rispose.

Lei alzò lo sguardo fulminea, facendo l'espressione più seria che riusciva: "E perché?".

"Non lo so, te ne stavi sempre con i tuoi vecchi amici, quindi ho pensato che fosse così."

"Come fai a sapere con chi stavo? Mi guardavi?" chiese, canzonandolo. 

"No, sei seduta di fronte a me a cena. Se ti ho davanti, non è mica colpa..."

"Che noia che sei, stavo solo scherzando" alzò gli occhi al cielo.

"Scherzando con me?" rise Draco, sinceramente divertito dall'assurdità della situazione.

Hermione non rispose, ma chiese: "E tu perché non torni a casa?".

Vide i suoi pugni stringersi, il collo tendersi, sentì il suo respiro appesantirsi non appena ricordò che stava parlando con Draco Malfoy, e certe domande non le doveva nemmeno pensare.

"Non mi va di vedere la faccia commiserante di mia madre" disse lui. Hermione prese un respiro profondo, come aveva fatto lui poco prima di rispondere. Aveva lasciato la stretta delle sue stesse mani, rilassato il collo, e... le aveva risposto.

"Hey, Herm!" esordì Theodore, che si avvicinava al tavolo. 

"Ciao" disse semplicemente. La faccia di Draco quando l'aveva chiamata in quel modo era stata abbastanza convincente da indurla a non chiamarlo Theo, almeno per quella mattina. Cercava di trattenere una risata, mentre osservava il modo in cui il viso di Malfoy scrutava quello di Nott. 

Non c'erano impulsi omicidi, ma una specie di divertimento. Ormai riusciva a decifrare un pochino le sue espressioni, e le sembrava che Draco fosse davvero rallegrato dal modo in cui l'aveva apostrofata.

"Malfoy" disse guardandolo. Draco rispose con un cenno della testa, e guardò Hermione con i suoi occhi accesi di divertimento. Lei replicò, ma riuscì a trattenere il sorriso che tentava di nascerle in volto.

"Ti aspetto in cortile, io ho già fatto colazione" disse l'amico guardandola.

"E allora perché sei qui?" chiese Malfoy.

"Per avvisarla che la aspetterò lì" sbraitò Nott, chiaramente infastidito dal tono dell'altro serpeverde.

"Ma certo, ci vediamo lì" cercò di tagliare corto Hermione, che non aveva voglia di vederli litigare come due bambini di prima mattina.

Quando Nott lasciò la sala, Draco potè finalmente liberare i suoi pensieri: "Herm?!- scoppiò a ridere- Ma che cazzo gli prende?" continuava imperterrito.

Hermione era un po' confusa. Non le era capitato spesso di vederlo ridere in quel modo, spesso faceva quelle specie di risatine brevi ed enfatiche durante i litigi. Ma quella sembrava proprio una risata vera, e non le andava di arrabbiarsi per difendere Theo.

"Dai, lascialo stare" disse, mentre si lasciava contagiare da lui, sorridendogli.

"Ma come faccio? Io ci provo anche, ma lui fa di tutto per mettersi in ridicolo!" continuava a ridere lui.

"Non è così ridicolo, ha solo abbreviato il mio nome" commentò lei.

"Hai ragione, non è ridicolo, è imbarazzante! Il modo in cui ti corre dietro è talmente spudorato che credo che l'abbiano capito anche i Tassorosso" commentava lui.

Hermione lasciò perdere il chiaro riferimento alla casa di Tassorosso come poco scaltra. Non le andava proprio di insultarlo in sala grande. 

"Perché dici questo, non ha fatto nulla se non chiamarmi per nome. Non è che sia automatico che chi mi chiama per nome sia innamorato di me" commentò, pensando che lui non l'aveva mai fatto.

Draco sembrò cogliere il senso di quella provocazione, e pensò per un attimo prima di rispondere: "'Herm'? Dai, non è credibile!" rise di nuovo.

"Non sono tutti come te, a certe persone piace usare il nome proprio per appellarsi a qualcuno" disse infastidita, incrociando le braccia.

"Il discorso non era questo, mi ha divertito il modo in cui ha strisciato al tuo tavolo solo per avere qualche attenzione" continuava Draco.

"Non ha bisogno di strisciare per averne" lo guardò lei.

Lui smise di sorridere, annuendo in risposta.

"È chiaro che hai molto da fare. Ci vediamo in giro, Hermione" pronunciò alzandosi dal tavolo.




Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora