Hermione camminò talmente velocemente verso la sua camera che non appena varcò la soglia le sembrò di aver corso.
Si appoggiò alla porta, tenendo gli occhi spalancati per un bel paio di secondi, cercando di capire se l'aveva fatto davvero. Aveva veramente baciato Draco Malfoy? E in quel modo?!
La risposta non tardò ad arrivare, dato che ancora una volta dovette cambiare le mutandine fradicie di desiderio, mentre il suo corpo andava letteralmente a fuoco.
Le sembrava che stesse succedendo di nuovo, e ancora, e ancora, dato che le sue viscere erano ancora smosse dalle stesse scariche di adrenalina.
Si sciacquò il viso con dell'acqua gelida, come se volesse spegnere il fuoco che lui aveva acceso dentro di lei. Ma non appena si asciugò, riuscì quasi a percepire nuovamente il suo tocco su di lei.
L'aveva fatto davvero! L'aveva baciata! Avrebbe dovuto immaginarselo, dopo lo strano modo in cui ci aveva provato per tutta la settimana! Però infondo, credeva che non l'avrebbe mai fatto. E lei, da stolta, non aveva fatto altro che saltargli addosso.
Un lieve senso di colpa tentò di disturbarla, ma senza successo: era troppo persa a pensare e ripensare a quel bacio, inaspettato quanto maledettamente stupendo, che aveva smosso anche le sue cellule più dormienti.
"Calmati" si disse "non è successo nulla" continuò a raccontarsi, mentre si rivoltava nel letto disturbata da quella visione.
Il modo in cui l'aveva tirata a sé, come si era fiondato su di lei... le mani sul suo collo, il suo respiro irregolare, il suo profumo quasi inebriante.
Non riusciva a darsi pace, mentre le sue mutandine pulite facevano progressivamente la fine di quelle che aveva appena tolto.
"Oh, al diavolo!" imprecò mentre se le sfilava, lanciandole rabbiosamente a terra fuori dal letto.
Si mise di fianco, cercando di scacciarlo dalla sua testa, ma nulla: ancora una volta il suo corpo la implorava di essere accontentato.
"No!" si lamentò, mettendosi supina, stropicciandosi gli occhi con le mani, come a risvegliarsi da un brutto sogno. Ricordava bene di essersi promessa di non fare più cose simili, ma la sua intimità sembrava fregarsene, chiedendo di essere appagata.
Questa volta non mi scappi Granger.
Le sue parole risuonavano nella sua mente come uno stupido tormentone, mentre si mescolavano a mille fantasie che imperterrite si figuravano nei suoi occhi chiusi.
Lui, già nudo, mi spinge verso una delle panche dell'aula di astronomia, sbottonandomi i pantaloni. Alza quelle sue belle sopracciglia mentre mi fa stendere sulla seduta e me li sfila, leccandosi il labbro inferiore prima di spalancarmi le gambe con le mani.
"Oh no..." si lamentava con sé stessa, mentre sollevava la sua camicia da notte per cercare la fonte di tanto inappagato desiderio.
"Ti sei bagnata anche questa sera..." commenta togliendomi le mutandine, mentre si abbassa a livello della mia intimità, guardandomi con quella faccia da stronzo superficiale che ha.
"Mhh..." disse, non appena la sua mente riuscì a svuotarsi di tutti i suoi stessi pregiudizi, e la sua mano entrò in contatto con il suo clitoride.
Mi lascia qualche bacio sulle cosce, avvicinandosi sempre di più al fulcro del mio piacere, fino a succhiare leggermente il mio centro, per poi farlo di nuovo, e ancora, fino a quando la sua lingua non inizia a muoversi magicamente tra i luoghi più segreti delle mie brame, e io mi contorco ogni volta che le sue labbra avvolgono la mia intimità.
Iniziò a gemere lievemente, mentre con le mani si concentrava sul suo clitoride, cercando di riprodurre il più fedelmente le sensazioni che avrebbe provato se quella fantasia fosse stata reale.
Non appena infila un dito dentro di me, inizio a perdere la testa, specialmente quando trova il ritmo perfetto tra lingua e dita, pompando e torturandomi con le labbra in modo paradisiaco.
Pensava, mentre con la mano libera si penetrava, senza smettere di stimolare la sua zona erogena.
Aumenta il ritmo, senza staccare i suoi occhi dai miei, facendomi perdere la testa. È come se mi stessero dicendo che gli appartengo, e probabilmente è così. Ogni cellula del mio corpo è incentrata su di lui in questo momento, e ha la mia più totale attenzione.
Sentì di non poter resistere ancora a lungo, giudicando il modo in cui il suo addome si sollevava e abbassava caoticamente, e di come i suoi fianchi cercassero di accompagnare ogni suo movimento al fine di intensificarlo.
Pompa sempre più veloce, senza mai smettere di torturarmi con quella lingua maledettamente esperta e consapevole delle intense scariche che mi sta dando.
"Oh.." quasi si lamentava, mentre il calore piano piano cresceva, spostandosi dalla sua intimità a tutte le direzioni possibili, e le sue mani non riuscivano più a contenere i movimenti in modo preciso, ma si agitavano tremolanti, ansiose che l'orgasmo prendesse strada dentro di lei.
Pensò di nuovo a lui, a quel bacio, che a differenza di quella fantasia era stato reale, a come il suo profumo le aveva riempito le narici, e a quanto fosse stato bello sentirsi tanto bramata da un ragazzo così affascinante.
E fu lì, al pensiero delle loro lingue intrecciate, mischiato a qualche fantasia più spinta, che si inumidì ancora di più, sentendosi bruciare ogni cellula corporea sotto il suo stesso tocco, riuscendo malapena a respirare mentre quel piacere intenso serpeggiava in tutto il suo corpo, tanto forte quanto delicato, tanto appagante quanto indesiderato.
Si alzò dal letto per lavare via dalle mani il ricordo delle sue sporche azioni e dei suoi stessi pensieri. Per un attimo pensò quasi di ripromettersi di non farlo più, ma poi ricordò che già le era successo, ed era stato più forte di lei: quel maledetto biondino sapeva come toccare le sue corde, quasi come conoscesse i suoi desideri più repressi.
Non aveva quindi senso mentirsi raccontandosi di non provare alcuna attrazione nei suoi confronti, se ogni sera si bagnava al pensiero delle sue mani sul suo corpo. Non aveva senso combattere ancora con sé stessa, perché in quanto brillante, sapeva perfettamente che la sua brama avrebbe avuto la meglio sulla sua misera e striminzita parte razionale.
Mai si sarebbe aspettata di non riuscire a resistere al fascino del suo più odiato nemico, eppure la situazione era riuscita a ribaltarsi.
E mentre si girava in quel letto bollente, leggermente arrossata per le sue imbarazzanti azioni, si ritrovò a immaginare nuove espressioni di piacere sul volto di lui, mentre si pensava ad esaudire ogni suo desiderio, facendolo impazzire come lui stava facendo con lei.
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Interminor // Dramione
FanfictionSi stava dirigendo verso la sala grande, e decise di seguirlo fin dove fosse necessario per cercare di rimediare al disastro che aveva scatenato. Stava per raggiungerlo, quando lo vide prendere posto accanto ai suoi compagni, al tavolo dei serpeverd...