XLI

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<<È sempre una questione di scelte, Draco.>>

Le parole di Hermione rimbombavano nella sua mente come le campane di Hogwarts, mentre il ragazzo si sedeva in una delle poltrone della sua stanza.

Era davvero così? Aveva veramente una scelta? 

Poteva scegliere di allontanarla per sempre dalla sua vita, infischiandosene del suo stupido ricatto. Probabilmente avrebbe fatto bene ad entrambi. Lei avrebbe smesso di essere sola, e sarebbe potuta tornare dai suoi amici, e lui... Lui sarebbe rimasto solo, ma coerente con le sue idee.

Eppure non era quello che voleva. Che altre scelte aveva? Poteva continuare quello stupido gioco, torturando la Granger come fosse sotto una Maledizione Senza Perdono, oppure poteva lasciare a lei la scelta...

Ma cosa stava dicendo, se le avesse concesso la possibilità di scegliere non avrebbe esitato un istante a lasciarlo, e il pensiero lo turbava parecchio. Non voleva restare solo.

Con lei non aveva bisogno di costruire chissà quali storie sulla sua magnificenza, perché non le importava. Non le doveva dimostrare di essere il mago migliore di Hogwarts, perché non avrebbe in alcun modo cambiato l'dea che aveva di lui. Non doveva continuamente fingere di non essere solo, perché lo era anche lei, e forse, poteva capire come ci si sentiva.

Forse poteva davvero capirlo. Forse doveva solo scegliere di accettarla, fregandosene di quell'insulso pregiudizio sul sangue sporco, che non la rendeva meno intelligente, meno bella o meno magnetica. Forse era sempre la stessa.

Per una volta, riuscì a pensare di poterla considerare come sua pari senza che la sua ragione allontanasse quelle idee. Non si sentì in colpa, non si sentì sbagliato, si sentì obiettivo.

Si era stancato di nascondersi nella sua stanza solo per evitare di affrontare il fatto che la trovava attraente. Si era stancato di fare la parte del purosangue figlio di papà solo per non deludere la sua famiglia.

E lì, seduto in quella vecchia poltrona verde, capì che per tutta la vita non aveva mai avuto una scelta, e che quello poteva essere il primo momento in cui aveva la possibilità di prenderne una tutta sua.

Forse la sua solitudine non era una cosa così negativa, dato che gli stava permettendo per la prima volta di scegliere senza essere condizionato da nessuno, senza temere le conseguenze, che probabilmente non ci sarebbero nemmeno state: di certo suo padre non sarebbe evaso da Azkaban per dargli una sculacciata e sua madre era troppo innamorata di lui per contraddirlo.

Se davvero aveva una scelta, avrebbe scelto di seguire il suo istinto, almeno per una volta.

<<Sarò ancora Draco Malfoy? O diventerò uno stupido tassorosso che si commuove?>> pensò.

Se davvero aveva una scelta, sceglieva di non programmare nulla.

<<Sarò ancora un Malfoy? O diventerò come Ron Weasley?>>

Se davvero aveva una scelta, sceglieva di essere Draco. Eppure quel maleducato cassetto pieno di nozioni e idee antiche e conservatrici non voleva chiudersi del tutto. Si lasciava sfuggire qualche vecchia convinzione, sgridandolo e implorandolo di tornare alla realtà.

*

Il capitolo è davvero brevissimo, lo so, e a dirla tutta, non mi convince molto! Potevo fare di meglio, ma anche Draco doveva avere la sua epifania!! 

Secondo voi riuscirà a cambiare atteggiamento? O magari resterà il solito principino orgoglioso? Lasciatemi qualche commento o una stellina se il capitolo vi è piaciuto!! 

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