LXXXVII

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Le vacanze di Natale finirono più velocemente di quanto fossero iniziate, e la bolla che Hermione si era creata in quelle settimane scoppiò non appena scorse le ultime carrozze raggiungere il castello in lontananza.

Le giornate sembravano aver preso una nuova piega, interessante e stimolante. Era grata per il tempo che poteva passare con i suoi vecchi amici di giorno e per come poteva esplorare le nuove passioni di notte.

Non si lasciò deconcentrare nello studio, non mancando mai un compito o una mansione da caposcuola. 

Le cose con Theodore erano strane, Hermione sapeva che anche lui lo sapeva.

E probabilmente Ted sapeva che Hermione sapeva, e il tutto diventava ancora più imbarazzante. Il ragazzo tentava in tutti i modi di essere disinvolto e fingere che nulla fosse mai successo, ma non era affatto così.

Niente più tazze di cioccolata in corridoio, o sessioni di studio in libreria. Niente pasti insieme in sala grande, né chiacchiere in cortile.

Le dispiaceva aver perso quella complicità, ma considerando che aveva portato solamente a un grosso malinteso, forse era meglio così. Quel bacio era stato troppo, perfino per lei, che aveva tentato di giustificare i suoi comportamenti almeno un centinaio di volte dall'inizio del loro rapporto di amicizia.

Si salutavano sempre, e si trovavano ogni tanto per parlare di cose da caposcuola, ma non erano più usciti insieme, almeno non come una volta.

Non aveva affrontato l'argomento capodanno nemmeno una volta con Draco, e la cosa non la preoccupava. Sapeva che avevano molte liti in sospeso, ma affrontarle sembrava davvero troppo difficile per entrambi, e la consapevolezza che lui la pensasse allo stesso modo la metteva più a suo agio.

Sembrava sempre essere tutto così complicato con Malfoy, ma in fondo, per molte cose, erano sulla stessa linea d'onda. Ed era forse la difficoltà nel definire ciò che accadeva tra loro che rendeva il tutto così semplicemente evitabile, e risolvibile con l'unico mezzo che non contemplava troppi giri di parole.

Nessuno a scuola sembrava essere più interessato alle dinamiche tra i due, non da quando si era sparsa la voce che Padma Patil avesse baciato un duca durante le vacanze natalizie. Ogni tanto le pareva che qualche primo o secondo anno cercasse una qualche sorta di delucidazione sulla loro storia, ma nessuno aveva successo, dato che nemmeno i protagonisti dello scandalo avevano chiare le idee.

Pur avendo comunicato agli amici la fine della loro... relazione, questi ultimi sospettavano che le cose non fossero per nulla finite.

In effetti ci avevano visto giusto, dato che erano appena cominciate, ed era ciò che Blaise Zabini stava per scoprire, solamente per aver scordato un libro nell'aula di trasfigurazioni.

Hermione non aveva nemmeno fatto in tempo a domandare a Malfoy che cosa stesse facendo, mentre lui afferrava i suoi capelli dietro la nuca e li tirava leggermente, prendendosi la sua bocca.

Nessuna lamentela, nessuno scatto per allontanarlo, piuttosto sollievo, nel sentirselo di nuovo addosso. Lui affondò le mani sulle sue cosce, in modo da sollevarla quanto bastasse per metterla seduta su un banco, insinuandosi tra le sue gambe.

"Potrebbero scoprirci..." si lamentava lei, mentre lui faceva scivolare una mano sotto la gonna della sua divisa. Preferiva mettere i pantaloni, lo sapeva bene, doveva averlo apposta per fargli perdere la testa.

"Vuoi stare zitta una buona volta?" le chiese, spostando leggermente le sue mutandine, e iniziando a sfregare i polpastrelli rugosi contro il suo centro, mentre ignorava come una delle mani di lei cercasse di opporgli resistenza, allontanandolo.

Il suo amico sorrise scuotendo la testa, per poi lasciare la stanza cercando di incantare la porta come meglio poteva. Draco non era molto loquace, ma sapeva bene che conquistare quella ragazza doveva avere un peso per lui.

L'aveva capito da come gli aveva domandato di tenerla lontana da Nott, e da come si era infuriato quando l'aveva scoperta sola con il caposcuola, prendendosela con lui, manco fosse il suo baby sitter. 

Aveva tentato di affrontare il discorso nei giorni a seguire, quando sgattaiolava fuori dalla loro stanza, o se ne stava da solo in camera a fissare il soffitto, ma non c'era stato niente da fare: Draco negava, anzi, fuggiva letteralmente dalla camera non appena il suo nome veniva pronunciato.

Blaise non voleva insistere, ma avere la conferma diretta lo rese soddisfatto. Hermione gli stava simpatica, e Draco era molto meno aggressivo negli ultimi tempi.

"Che... Che fai?" gemeva lei. Malfoy non rispondeva nemmeno, era troppo preso a baciarle il collo. "Sai perfettamente che non possiamo..." provava a dire con un filo di voce, alzando gli occhi verso l'ingresso ogni due secondi, per paura che entrasse qualcuno. La McGranitt non sarebbe tornata, lo sapeva bene, doveva già essere chiusa nel suo ufficio a fare cose da preside, ma il terrore che entrasse qualcuno non la abbandonò nemmeno un attimo.

"Io posso farti quello che voglio, lo sai" disse lui, lasciando il suo collo per poterla guardare negli occhi mentre faceva scivolare un dito dentro di lei.

Hermione non potè fare altro che gemere il più piano possibile. Normalmente gli avrebbe urlato addosso che non poteva farle un bel niente, e che non aveva alcun potere su di lei, ma in quel momento sentirsi sotto il suo comando era la cosa più eccitante che avesse mai provato.

Le dita divennero due, e Malfoy cominciò ad aumentare il ritmo, non avevano molto tempo, e voleva vederla riempita di piacere. Sapeva quello che faceva, ed Hermione era sorpresa da quanto sembrava che conoscesse tutti i suoi più sporchi desideri.

"Draco..." si affannava stringendogli le braccia.

"Mi piace quando gemi così" le diceva lui, facendola sentire più a suo agio, con le mani sotto la sua gonna in un aula scolastica.

"Dio..." diceva, sentendosi sempre più vicina.

"Hai visto dove ti ho messa seduta?" le chiese lui all'orecchio, senza smettere di pompare dentro di lei.

"Mh mh" rispondeva con un filo di voce, assuefatta da quello che lui le stava facendo.

"Dillo. Dimmi dove sei adesso" ghignava, divertito dalla cosa.

"Sul banco di Theodore..." disse lei, sentendosi un po' in colpa.

"Bravissima, proprio sul banco di Theodore. Così ogni volta che ti si siede accanto, ti ricorderai che ti ho presa proprio qui..." continuava a sussurrare con arroganza.

"Sì..." annuiva lei, mentre si sentiva riempire di brividi elettrici, e il calore che partiva dal suo basso ventre faceva vibrare ogni sua cellula, in un gemito soffocato e un'espressione di puro piacere.

Draco se la gustò tutta, fiero di sé stesso per essere riuscito a prendersela in quel modo.

Hermione non disse nulla dopo essersi rivestita, si limitò a salutarlo il più velocemente possibile per andarsene. Avrebbe dovuto sentirsi terribilmente in colpa, dirsi che aveva fatto una cosa squallida, senza contare che aveva appena infranto almeno cento regole.

Eppure, non ci riusciva. Seppur rilassata dall'orgasmo che lui le aveva appena dato, la sua tranquillità derivava da tutt'altro.

Non aveva smesso di pensarlo per tutto il giorno, o di cercare di attirare la sua attenzione con qualche stupido accorgimento.

Sapeva che era un bugiardo patologico, ma non credeva che i suoi occhi potessero essere tanto sinceri.

Sperava che non fosse l'ennesima illusione, mentre se ne andava a lezione di babbanologia.

*

Chiedo scusa in anticipo per la pessima stesura!!! Ho le idee molto chiare ma sono proprio i capitoli di stallo ad essere i più complicati per me.

Da esperta cospiratrice trovo molto più semplice scrivere di disastri spaventosi che stravolgono vite piuttosto che di allegre scampagnate e giornate colme di ordine.

In ogni caso, grazie per i commenti, i voti, e le 8,5 mila letture!! Sono molto felice :)) Adoro leggere le vostre reazioni o le vostre opinioni  <33.

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